La scuola 3.0 fa bene alla pagella: più bravi con la didattica senza banchi

da la Repubblica

Valeria Strambi

Largo alle “Avanguardie educative“. Chi si cimenta nel public speaking di fronte ai compagni di classe, chi fa lezione in un’aula 3.0 senza i classici banchi schierati di fronte alla cattedra e chi frequenta un istituto dove ogni mattina, al posto della campanella, suona la radio, è più bravo in italiano e anche in matematica. A sostenerlo è un’indagine condotta da Indire, (l’istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) con il supporto di Simone Borra, docente di Statistica all’Università Tor Vergata di Roma.

Lo studio completo verrà pubblicato a inizio 2020 ma i primi risultati, che saranno presentati a Fiera Didacta Italia (il più importante appuntamento dedicato al mondo della scuola in programma a Firenze dal 9 all’11 ottobre), già parlano chiaro. Scuole innovative e scuole tradizionali sono state messe a confronto ed è emerso che gli studenti iscritti alle prime ottengono in genere risultati migliori nelle prove Invalsi rispetto ai colleghi.

Per il raffronto è stato selezionato un campione di 381 classi, sparse in tutto il Paese, che hanno adottato alcune delle avanguardie educative nate nel 2014 e ora presenti in 907 scuole (dal debate alla flipped classroom). Il 68% di queste classi con le avanguardie ha collezionato un punteggio medio in italiano superiore alla media delle classi tradizionali che si trovano in contesti con lo stesso livello socio-economico, mentre per matematica il dato è del 61,6%. Le cifre variano se si distingue per ordine di scuola e quelli che più sembrano beneficiare dell’impatto delle metodologie innovative sono gli studenti delle superiori (qui la percentuale sale al 71,9 per italiano e al 65.7 per matematica). Positivi anche i numeri delle quinte elementari (65,4% per italiano e 48,7% per matematica) e delle terze medie (58,3% per italiano e 62,5% per matematica).

Se si analizza la performance anche a livello geografico, si scopre che per la prova di italiano più del 50% delle classi elementari che hanno adottato le avanguardie nel Centro-Sud presentano un punteggio medio più alto rispetto alla media delle classi standard. Lo stesso vale per le scuole superiori in tutte le aree (ad eccezione delle isole). Per la prova di matematica è invece nel Nord-Est, per tutti i gradi di istruzione, che più della metà delle classi con avanguardie presenta un punteggio medio superiore rispetto alla media delle altre classi.

Far entrare l’innovazione a scuola può quindi rivelarsi una ricetta vincente per aiutare gli istituti a migliorarsi. Ma quali sono i metodi da cui prendere spunto? All’istituto Sandro Pertini di Lucca, ad esempio, è stata introdotta un’alternanza scuola-lavoro particolare, integrata con il service learning (imparare facendo un servizio): gli studenti dell’indirizzo turismo svolgono quotidianamente attività di accoglienza al “Pertini Tourist info point”, l’ufficio informazioni e accoglienza turistica che si trova alla stazione e che è stato riaperto dopo anni di inattivtà proprio grazie alla collaborazione tra scuola e Comune. Al liceo scientifico, musicale e sportivo Attilio Bertolucci di Parma esiste invece un “Ict (Information and communications technology) lab” all’interno del quale i ragazzi hanno dato vita a un webmagazine che viene pubblicato regolarmente e che ha rubriche di politica, cronaca, arte e musica.

All’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone (Viterbo) in classe vige un “uso flessibile del tempo” che ha permesso ai ragazzi di cimentarsi in esperienze di volontariato attivo e cittadinanza solidale come la collaborazione con l’Est Film Festival. All’istituto Europa di Pomigliano d’Arco (Napoli) le classi, piccole e poco accoglienti, sono state trasformate dagli studenti in “aule in mostra”, dedicate ognuna a un tema particolare. In più la scuola (che in pochi anni è riuscita a far calare il tasso di abbandono dal 30% al 3%) possiede una stazione radio gestita dai ragazzi che trasmette ogni mattina e che dà il buongiorno agli studenti al posto della campanella