Precari, concorso immediato per 24 mila

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Un concorso straordinario per 24 mila posti, da bandire contestualmente a quello ordinario, destinato ai precari triennalisti della scuola statale. È questa una delle pattuizioni contenute nell’intesa sottoscritta martedì scorso a viale Trastevere tra il ministro dell’istruzione, Lorenzo Fioramonti, e i rappresentanti dei sindacati firmatari del contratto di lavoro, Flc- Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda-Unams. Il concorso sarà istituito con un decreto legge di prossima emanazione e che ItaliaOggi ha letto. E comprenderà anche un concorso riservato agli assistenti amministrativi che aspirino a diventare direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga).

Nel decreto, inoltre, è introdotta una disposizione che consentirà ai vincitori dei concorsi del 2016 e del 2018 di chiedere di essere inclusi in subordine alla graduatoria di merito di un’altra provincia. L’intesa prevede anche che venga varato un disegno di legge per disciplinare percorsi strutturali di formazione e abilitazione del personale docente. È prevista, inoltre, l’attivazione di tavoli tecnici presso il ministero dell’istruzione, per concertare con i sindacati misure in materia di semplificazione amministrativa per le scuole e per il personale docente e Ata. E presso l’ufficio di gabinetto del ministro saranno attivati tavoli per definire la situazione derivante dalle sentenze che riguardano i diplomati magistrali, il rinnovo del contratto e la semplificazione amministrativa. Dunque, anche il governo Conte 2 sceglie il metodo della concertazione per definire i provvedimenti legislativi e non che riguardano le materie scolastiche. Una scelta che valorizza il confronto democratico e previene l’insorgenza di contenzioso. Contenzioso che, negli ultimi anni, ha caratterizzato fortemente quasi tutte le innovazioni legislative in materia di scuola. Ecco qualche dettaglio in più.

Resta ferma l’intenzione del governo di procedere al reclutamento assicurando sia l’accesso all’insegnamento dal concorso ordinario che tramite una selezione riservata. Nessuna novità di rilievo sul concorso ordinario, che resta regolata dal decreto legislativo 59. Il concorso straordinario, che sarà indetto nella scuola secondaria, sia per le classi di concorso che per il sostegno, presenta invece forti elementi di novità rispetto al passato. Sarà riservato agli aspiranti docenti che siano in grado di vantare 3 anni di insegnamento nella scuola secondaria statale di cui almeno una nella disciplina per la quale si concorre. L’intesa non fa riferimento al servizio prestato nelle scuole paritarie che non sarà ritenuto valido per accedere alla selezione. La selezione consisterà in una prova scritta, computer basic, che si intenderà superata se il candidato conseguirà il punteggio minimo di 7 decimi. I candidati che supereranno la prova scritta saranno ammessi direttamente all’anno di prova. Durante tale periodo coloro che non possiedo i 24 crediti formativi universitari (Cfu) o accademici (Cfa) previsti dal decreto legislativo 59/2017, a seconda della classe di concorso di riferimento, dovranno acquisirli. Ma non dovranno pagare le relative tasse di ammissione e di frequenza perché i costi saranno posti a carico dello stato. Il periodo di prova si concluderà con una prova orale selettiva che sarà superata dai candidati che conseguiranno il punteggio di almeno 7 decimi.

La prova consisterà nello svolgimento di una lezione davanti al comitato di valutazione, della quale farà parte anche un membro esterno scelto tra i dirigenti tecnici, i dirigenti scolastici e i docenti della medesima classe di concorso. Il mancato superamento della prova orale non comporterà il licenziamento, perché all’interessato sarà comunque data la possibilità di ripetere l’anno di prova una volta sola. Fatta salva la prova orale che dovrà essere ripetuta al termine della reiterazione del periodo di prova con le medesime modalità e con il vincolo del punteggio di 7 decimi ai fini del superamento. Se anche la ripetizione dovesse dare esito negativo, il docente in prova sarà licenziato. Per accedere all’anno di prova, i candidati dovranno risultare vincitori. E cioè collocati in posizione utile rispetto ai posti messi a concorso.

La procedura del concorso riservato è discplinata da quello che ad oggi è l’articolo 6 del dl, che prevede: a) lo svolgimento di una prova scritta, da svolgersi con sistema informatizzato, composta da quesiti a risposta multipla; b) la formazione di una graduatoria di vincitori, sulla base del punteggio riportato nella prova di cui alla lettera a) e della valutazione dei titoli di cui al comma 8, lettera d), nel limite dei posti di cui al comma 1, primo periodo; c) la compilazione di un elenco dei soggetti che, pur conseguendo il punteggio minimo previsto dal comma 8, lettera b), non rientrano nella graduatoria dei vincitori. Ai predetti soggetti è consentito conseguire l’abilitazione all’insegnamento alle condizioni di cui alla lettera f); d ) l’immissione in ruolo dei soggetti di cui alla lettera b), nel limite dei posti annualmente autorizzati, conseguentemente ammessi al periodo di formazione iniziale e prova di cui al comma 8, lettera l); e) l’abilitazione all’esercizio della professione docente per la relativa classe di concorso, dei vincitori del concorso immessi in ruolo, all’atto della conferma in ruolo. I vincitori di concorso possono altresì conseguire l’abilitazione, alle condizioni di cui alla lettera f), punti 2. e 3.; f) l’abilitazione all’esercizio della professione docente per coloro che risultano iscritti negli elenchi di cui alla lettera c) purché: 1. abbiano in essere un contratto di docenza a tempo determinato di durata annuale o fino al termine delle attività didattiche presso una istituzione scolastica o educativa statale; 2. conseguano i crediti formativi universitari o accademici di cui all’articolo 5, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, ove non ne siano già in possesso; 3.superino la prova di cui al comma 8, lettera m)».

Abilitazione per gli idonei: in ogni caso, ai candidati che supereranno la prova scritta, ma non risulteranno utilmente collocati in graduatoria, sarà data la possibilità di conseguire l’abilitazione all’insegnamento superando una prova orale selettiva. Inizialmente era stato previsto che tale prova dovesse essere strutturata come quella del concorso ordinario. Ma nel corso della trattativa questa parte è stata cassata e la relativa definizione è stata lasciata in sospeso. In ogni caso, per conseguire l’abilitazione bisognerà essere in possesso o conseguire i 24 crediti formativi previsti dal decreto 59. La possibilità di accedere alla prova orale sarà consentita solo ai docenti precari in costanza di rapporto di lavoro con contratto a tempo determinato almeno con termine almeno fino al 30 giugno. A differenza dei docenti vincitori, per gli idonei ammessi alla prova orale non è prevista la previa frequenza a corsi di formazione o un numero minimo di giorni di lezione. Sempre che questi requisiti non vengano previsti successivamente in sede legislativa o regolamentare.

Il decreto legge contiene un’ulteriore misura, volta a consentire ai vincitori e gli idonei dei concorsi banditi nel 2016 e nel 2018 di essere inclusi a domanda anche nella graduatoria di merito di un’ulteriore regione o provincia. L’inserimento consentirà loro di concorrere alle immissioni in ruolo dell’ulteriore graduatoria «sui posti che rimarranno vacanti e disponibili a settembre 2020», dopo lo scorrimento delle graduatorie del territorio in questione.

Il decreto legge prevede anche un concorso riservato per l’accesso ai posti di direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga), da destinare al personale amministrativo non in possesso di laurea. La selezione sarà riservata in particolare agli assistenti amministrativi che abbiano svolto la funzione di Dsga per almeno 3 anni nei precedenti 8. In ogni caso, le assunzioni dalla graduatoria del concorso riservato avverranno solo in subordine rispetto alla graduatoria di merito del concorso ordinario in svolgimento fino alla copertura di tutti i posti disponibili.

Il ministero dell’istruzione si è impegnato anche a presentare al consiglio dei ministri un disegno di legge collegato alla manovra finanziaria, da stilare a seguito di un confronto approfondito con le organizzazioni sindacali, che disciplini percorsi strutturali di formazione e abilitazione del personale docente. Tale previsione è esplicitata anche nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza presentata alle camere il 27 settembre scorso. Il governo Conte 2, quindi, ritiene che questa materia non possa essere regolata tramite percorsi abilitanti speciali una tantum, ma tramite una regolazione definitiva della materia che duri nel tempo e che non abbia carattere di straordinarietà.

Tavoli tecnici. L’accordo prevede, inoltre, che il ministero dell’istruzione, tramite i dipartimenti e le direzioni generali competenti, attiverà tavoli tecnici congiunti con le organizzazioni sindacali, finalizzati alla legge di bilancio. Il confronto verterà sulla semplificazione amministrativa per le istituzioni scolastiche ed educative e sulla disciplina riguardante il personale docente e Ata. Presso l’ufficio di gabinetto del ministro dell’istruzione saranno, invece, attivati tavoli «in merito alle sentenze che riguardano i docenti diplomati magistrali e al rinnovo contrattuale» si legge nell’intesa «definendo un cronoprogramma serrato a partire dai prossimi giorni».