Il green new deal serve anche alle scuole

da Il Sole 24 Ore

di Piero Antonelli e Veronica Nicotra*

Ogni giorno in Italia 7 milioni e 700 mila bambini e ragazzi entrano, insieme ai docenti e al personale, nelle oltre 40 mila scuole che compongono il patrimonio di edilizia scolastica del Paese: più di 370mila classi che accolgono alunne ed alunni da 0 a 18 anni.

Sono i luoghi in cui si formano i cittadini e si acquisiscono le competenze che tracceranno le strade delle nuove generazioni.

Questo straordinario patrimonio è assegnato in gestione ai Comuni, alle Province e alle Città metropolitane, che tra mille difficoltà, hanno il compito di assicurare scuole efficienti, moderne, accoglienti e, prima ancora, sicure. Questioni che dovrebbero essere considerate una priorità assoluta, e su cui invece i sindaci alla guida di Città e Province, si trovano davanti due grandi ostacoli: risorse del tutto insufficienti per coprire il reale fabbisogno di investimenti necessari a garantire la cura dell’edilizia scolastica, e procedure talmente complesse da fare perdere fino a tre anni dalla concessone dei fondi all’apertura dei cantieri.

Così nei cassetti degli enti locali restano migliaia di progetti che se finanziati si tradurrebbero in immediati interventi in altrettante scuole: è il caso del recente Bando Bei per l’edilizia scolastica, che ha visto finanziati solo 868 progetti di Comuni, Province e Città metropolitane per investimenti in sicurezza per un totale di 1,3 miliardi, a fronte dei 6.760 progetti che sono stati ritenuti ammissibili per un totale di 10,3 miliardi.

Vuol dire che abbiamo pronti 5.892 progetti che avrebbero bisogno di un finanziamento di 9 miliardi per partire, e che garantirebbero la sicurezza di asili, scuole elementari, medie e scuole superiori.

Non solo: a causa di procedure lunghissime che rimandano a innumerevoli passaggi tra Stato, Regioni, le già poche risorse restano ferme per anni. Pensate che in questo momento si stanno aprendo cantieri che si riferiscono a finanziamenti approvati nel 2017, e che ci sono oltre 2,6 miliardi per investimenti in antisismica, antincendio, fondi per la progettazione, costruzione di nuove scuole innovative, incagliati nei passaggi tra i tanti Ministeri interessati all’iter e le Regioni.

Passano alcuni anni per mettere qualche firma in un decreto ed aspettare la defaticante programmazione di tutte le regioni e poi si chiede a chi realizza l’opera di farlo in qualche mese.

Non ci sono le proporzioni necessarie.

Per questo occorre intervenire con una grande opera di semplificazione, anche modificando il Codice Appalti, prevedendo una procedura d’urgenza per l’assegnazione delle risorse che garantisca a Comuni, Province e Città metropolitane non solo di poter ottenere in tempi rapidi i finanziamenti previsti, ma di potere mettere in campo celermente questi interventi. Di pari passo, occorre che il Governo Conte consideri la scuola l’investimento prioritario su cui concentrare la propria azione, a partire dalla Legge di Bilancio 2020.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha annunciato nella Nota di aggiornamento al Def la costituzione di due nuovi fondi destinati agli investimenti per il New Green Deal.

Se vogliamo davvero rispondere ai ragazzi e alle ragazze che scendo in piazza per difendere il loro futuro, occorre che una parte di queste risorse sia destinato esclusivamente a un piano di investimenti dedicato alla modernizzazione degli edifici delle scuole.

*Veronica Nicotra è segretario generale dell’Anci, Piero Antonelli è direttore generale dell’Upi