Il 58% degli studenti vorrebbe un insegnamento più pratico

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Studenti, genitori e docenti sono soddisfatti del livello di insegnamento delle scuole secondarie in Italia, ma rimane troppo teorico e non abbastanza improntato all’inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi e non abbastanza attento alle esigenze delle aziende. A rilevarlo è l’indagine di Nestlé “Giovani e lavoro” presentata all‘incontro “La scuola prepara al lavoro. Vero o falso? Ecco cosa ne pensano gli italiani”, promosso in occasione dell’edizione 2019 della VET Week, la Settimana europea della formazione professionale.

Il sondaggio
Secondo i dati raccolti da Toluna su un campione di 800 giovani tra i 17 e 18 anni, 200 genitori e 100 professori di scuole superiori servirebbero lezioni più pratiche (lo dice il 58% degli studenti intervistati) e laboratori e simulazioni lavorative anche in aula (per il 50% degli studenti e il 45% dei docenti). A questa esigenza sembra poter rispondere l’Alternanza
Scuola-lavoro, che ha coinvolto il 62% degli studenti confermandosi la principale attività di preparazione all’ingresso nel mondo del lavoro. Altri strumenti di orientamento sono gli incontri in aula con professionisti (29%), le visite in azienda (25%) e gli stage curriculari (24%). Durante il percorso di alternanza il 68% dei ragazzi è stato davvero affiancato dal personale, scoprendo le diverse figure e mansioni di un’azienda, anche se il 26% ha confessato di aver eseguito lavori poco formativi, oltre che gratificanti, come
l’inserimento dati e accoglienza e receptionist (13%).

Gli investimenti in formazione
Per Giacomo Piantoni, direttore risorse umane di Nestlé della divisione italiana del gruppo, investire nella formazione dei giovani è molto importante: «I giovani rappresentano il futuro del paese e per questo investiamo sul programma Nestlé Needs Youth dal 2013, che ha l’obiettivo di contrastare la disoccupazione giovanile». Grazie a stage, tirocini e attività di formazione e orientamento dal 2014 ha assunto più di 1.600 under 30 e coinvolto 6.000 studenti in programma di alternanza Scuola-lavoro. «Con i ragazzi svolgiamo tirocini di qualità, con tutor che li seguono sempre, svolgono lavori di gruppo e imparano oltre agli aspetti tecnici anche le cosiddette ‘soft skills’ quindi collaborare in gruppo, creare, sviluppare una capacitá critica», ha concluso Piantoni.