Nuovo valzer a viale Trastevere

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Cambiano i ministri e mutano anche i direttori generali. Il passaggio dal governo Conte 1 all’esecutivo Conte 2, con il passaggio del testimone tra l’ex ministro dell’istruzione Marco Bussetti (Lega) e il nuovo titolare del dicastero di viale Trastevere, Lorenzo Fioramonti (M5S), sta avendo effetti anche sulle nomine dei direttori generali degli uffici scolastici regionali e centrali effettuate dall’ex ministro. Non hanno neppure preso servizio la direttrice generale dell’ufficio scolastico regionale per la Liguria, Luciana Volta, e il titolare dell’ufficio scolastico per il Lazio Jacopo Greco. Entrambi nominati da Bussetti in zona Cesarini prima di cedere il testimone a Fioramonti, e finite nel tritacarne della mancata registrazione da parte della Corte di conti che aveva dubbi su alcuni incarichi del pacchetto complessivo. E poi ci sono altri uffici regionali che ancora attendono di essere coperti da un titolare, come per esempio, la Sicilia. Anche tale ufficio, peraltro, era stato fatto oggetto di una nomina da parte dell’ex ministro Bussetti, ma un contenzioso interno ha determinato il ritiro della nomina inizialmente adottata nei confronti di Raffaele Zarbo. E poi c’è l’ufficio scolastico regionale per la Lombardia, la cui poltrona di direttore generale si renderà disponibile tra circa un mese, perché l’attuale titolare, Delia Campanelli, dovrebbe andare in pensione. La dislocazione dei direttori generali potrebbe, infine, subire delle ulteriori modifiche per effetto di eventuali spostamenti a domanda da parte dei diretti interessati. Tra cui quella del direttore generale dell’ufficio scolastico per il Piemonte, che, secondo quanto risulta a Italia Oggi, potrebbe essere interessato a una direzione più romana.

Nel frattempo il ministro Fioramonti ha varato la bozza del nuovo regolamento recante l’organizzazione del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che farà da preludio alle nuove nomine. Dpcm che sarà ratificato a breve dal consiglio dei ministri e che entrerà subito in vigore senza la previa acquisizione del Consiglio di stato e fermo restando il previo parare della Corte dei conti. Il ministro, infatti, intende avvalersi delle disposizioni contenute nel decreto-legge 104/2019, che fa riferimento a questa facoltà tramite il rinvio alle corrispondenti disposizioni contenute nel decreto-legge 86/2018. Ciò determinerà un’accelerazione dei tempi di esecuzione che, di solito, variano da alcuni mesi ad un anno.

La nuova organizzazione prevede la consueta articolazione piramidale del dicastero con all’apice il ministro al quale faranno riferimento tre capi dipartimento. I tre dipartimenti saranno articolati in: a) dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione; b) dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca; c) dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali. All’interno dei singoli dipartimenti saranno individuate le relative direzioni generali.

Il dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione avrà quattro direzioni generali: una per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione; un’altra per il personale scolastico; una per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico e, infine, una direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale.

Il dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca si articolerà in tre direzioni generali: la direzione generale per la formazione universitaria, l’inclusione e il diritto allo studio; la direzione generale per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica; e, infine, la direzione generale per il coordinamento e la valorizzazione della ricerca e dei suoi risultati.

Il Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali potrà disporre di tre direzioni. La prima avrà competenza in materia di risorse umane, finanziarie e contratti; la seconda si occuperà dei sistemi informativi e della statistica e la terza sarà finalizzata alla progettazione organizzativa, l’innovazione dei processi dell’amministrazione e la comunicazione.

Fin qui il livello centrale. A livello periferico l’amministrazione sarà suddivisa in uffici scolastici di livello dirigenziale generale o, in relazione alla popolazione studentesca della relativa regione, di livello non generale. Gli uffici scolastici eserciteranno la loro competenza su tutto il territorio regionale di riferimento.

Il numero complessivo degli uffici scolastici regionali sarà fissato 18 unità, di cui 15 di livello dirigenziale generale.

I rimanenti tre uffici, Basilicata, Molise e Umbria, a causa delle piccole dimensioni del territorio e della popolazione esigua, saranno retti da un dirigente di II fascia. Ad ogni ufficio scolastico sarà preposto un numero variabile di dirigenti di seconda fascia ai quali sarà assegnata la competenza territoriale a livello provinciale, fatti salvi ulteriori posti dirigenziali in altri uffici collocati sempre a livello periferico.