Fioramonti: la sugar tax non si tocca

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da Tuttoscuola

I tre miliardi per l’istruzione e l’università chiesti da Lorenzo Fioramonti addirittura prima del suo insediamento a Viale Trastevere non sono arrivati, ma il ministro non cambia idea sulle misure che a suo avviso dovrebbero portare nuove risorse alle carenti casse del Miur, rivendicando il copyright della proposta.

Così nel pieno della polemica, che divide anche l’attuale maggioranza (Italia Viva è contraria), ribadisce su Facebook che “Le tasse sullo zucchero e sulla plastica non si toccano. Sono misure di civiltà, introdotte in tutte le economie avanzate, che aiutano a ridurre i consumi dannosi, orientare le scelte dei consumatori, innovare la produzione industriale e diminuire le tasse sul lavoro. Cioè contribuiscono a migliorare la qualità della vita, di tutti”. Perciò chiede che “tutti i proventi di questa misura vengano dedicati alla formazione ed alla ricerca. Sarebbe un primo, importante passo nella giusta direzione”.

Fioramonti, che anche nella sua attività accademica, come docente di economia, ha approfondito il tema della sostenibilità ambientale delle politiche pubbliche, sviluppa il suo ragionamento su un piano non solo strettamente economico (in linea con l’insegnamento di Amarthya Sen) ma anche etico e sociale.

Questa sua impostazione incontra obiezioni non solo sul piano politico, come quelle di Renzi (la tassa colpirebbe soprattutto i ceti medio-bassi), ma anche su quello scientifico. Secondo l’Istituto Bruno Leoni, importante centro studi di ispirazione liberale, “l’evidenza disponibile in letteratura ci dice che, spesso, la domanda di vizi è rigida. Quindi, delle due l’una: o le tasse sono molto alte, e in questo caso l’effetto è quello di spingere i consumatori verso beni di qualità e prezzo inferiore (così per esempio nel settore alimentare) o, se disponibili, verso prodotti illegali (il tabacco e il gasolio di contrabbando, il gioco nero); oppure l’asticella fiscale viene posta a un livello moderato, e allora gli effetti sulla domanda sono piccoli o addirittura indiscernibili”.

In entrambi i casi l’obiettivo dichiarato della tassazione, quello ‘etico’ di moralizzare i consumi attraverso scelte di politica economica, raramente viene realizzato. Ma Fioramonti non demorde.