Sì all’abilitazione per i precari delle paritarie, ma non basta

da ItaliaOggi

Carlo Forte

I docenti precari che hanno maturato 3 anni di servizio tra il 2011/2012 e 2018/2019, parzialmente o interamente, nelle scuole paritarie potranno partecipare al concorso straordinario riservato ai triennalisti, ma solo ai fini del conseguimento dell’abilitazione. E gli assistenti amministrativi che hanno svolto la funzione di direttore dei servizi generali e amministrativi per almeno 3 anni potranno partecipare a un concorso riservato per accedere alla qualifica. A patto, però, che possiedano la laurea prevista per partecipare al concorso ordinario (giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio). Sono queste le novità più importanti previste da decreto legge 126, emanato dal governo il 29 ottobre scorso e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il giorno successivo. Il provvedimento è stato assegnato alla camera (Ac 2222) sempre il 30 ottobre e dovrà essere convertito in legge entro i prossimi 60 giorni. Dai prossimi giorni l’avvio della discussione e poi la fase emendativa. I sindacati, parzialmente soddisfatti del dl, sono pronti alla mobilitazione.

Il decreto legge recepisce i rilievi mossi dal Quirinale sul testo della vigilia, in riferimento alla esclusione della validità dei servizi prestati nelle paritarie ai fini della partecipazione al concorso straordinario. Ma lo fa solo ai fini del conseguimento dell’abilitazione. I triennalisti non statali, infatti, potranno partecipare alla selezione straordinaria non ai fini dell’immissione in ruolo, ma solo per conseguire l’abilitazione, sostenendo le stesse prove, ma con effetti limitati.

Nella relazione illustrativa allegata al provvedimento, infatti, viene chiarito che la ratio del concorso straordinario è quella di prevenire gli effetti delle azioni legali che conseguono alla maturazione dei 3 anni di servizio da parte dei docenti precari in assenza di immissione in ruolo. Tali azioni, a causa del consolidato orientamento della Corte di cassazione, sfociano inevitabilmente in risarcimenti a carico dell’erario. Ed è proprio per evitare che ciò avvenga che il governo ha elaborato la soluzione del concorso straordinario. Di qui l’inevitabile esclusione dal reclutamento agevolato dei docenti precari triennalisti che abbiano maturato il requisito nelle scuole paritarie. E cioè facendo riferimento a datori di lavoro diversi dallo stato.

Le assunzioni previste dal decreto legge sono 24mila. Ma non assumeranno rilievo sul 50% delle disponibilità per le immissioni in ruolo destinate alle assunzioni da concorso ordinario. Le immissioni in ruolo dei vincitori del concorso straordinario, infatti, saranno effettuate utilizzando il 50% delle disponibilità che viene annualmente destinato alle immissioni in ruolo tramite lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento. Pertanto, le assunzioni da concorso straordinario avverranno solo nelle province le cui graduatorie di riferimento risulteranno esaurite.

Nessuna novità, rispetto alla vigilia, su titoli di accesso, modalità e procedure: laurea, 24 Cfu, prova scritta al computer ed esame finale al termine dell’anno di prova. Chi non ha i 24 Cfu potrà conseguirli durante l’anno di prova.

Quanto al 50% destinato alle immissioni in ruolo da concorso, il decreto legge prevede che le assunzioni a tempo indeterminato dovranno avvenire tramite lo scorrimento delle graduatorie del concorso del 2016, (che saranno prorogate per un altro anno) e del 2018. All’atto dell’esaurimento delle graduatorie dei concorsi precedenti saranno utilizzate quelle dei nuovi concorsi ordinari. Ma prima di bandire ulteriori concorsi ordinari, per coprire il maggior numero di posti vacanti e disponibili con assunzioni a tempo indeterminato, il decreto legge prevede la possibilità di individuare gli aventi titolo, in via residuale, scorrendo anche le graduatorie di concorso delle altre regioni dove risultino ancora aspiranti docenti. Questa procedura avverrà a domanda degli interessati secondo modalità e procedure che saranno definite con un successivo decreto ministeriale.

Il decreto legge prevede anche un concorso interno riservato agli assistenti amministrativi che abbiano svolto la funzione di direttore dei servizi generali e amministrativi. La selezione si inquadra nella disciplina delle progressioni tra aree del personale di ruolo della pubblica amministrazione prevista dall’articolo 22, comma 15, del decreto legislativo 75/2017. Pertanto, in controtendenza con le pattuizioni della vigilia, al concorso interno potrà essere ammesso solo il personale che possiede comunque la laurea necessaria per accedere al concorso ordinario. Questa misura ha ingenerato forti critiche da parte dei sindacati, che rivendicano invece il rispetto delle pattuizioni della vigilia, secondo le quali l’accesso avrebbe dovuto essere consentito anche ai diplomati. In ogni caso, le immissioni in ruolo dalla graduatoria del concorso interno avverranno solo dopo che si saranno esaurite le graduatorie del concorso ordinario già bandito e in fase di conclusione. E anche tale misura è conforme a quanto previsto nella disciplina generale, che limita a un massimo del 20% le assunzioni dai concorsi interni.

I sindacati sono pronti alla mobilitazione: in piazza l’11 di novembre per protestare contro il mancato rispetto degli accordi.