Educazione ambientale a scuola. E torna il tema di storia alla maturità

da la Repubblica

Ilaria Venturi

Dopo l’introduzione dell’educazione civica come materia obbligatoria (senza ore o docenti aggiuntivi) fatta dal predecessore, ora arriva tra i banchi anche l’educazione ambientale. Non che non si faccia già nelle scuole, anzi. Ma il ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha annunciato che non sarà più materia facoltativa.  “L’anno prossimo l’Italia sarà il primo Paese al mondo dove lo studio dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile sarà obbligatorio” ha detto durante l’audizione in commissione congiunta cultura di Camera e Senato.

Fioramonti ha spiegato le linee programmatiche del suo ministero, con il punto più critico, quello della mancanza di risorse sul quale era già partito all’attacco: pochi fondi per la scuola nella Legge di Bilancio. Dalla reintroduzione del tema specifico di storia alla Maturità all’educazione ambientale allle mense sino ai nuovi concorsi, ecco i punti dell’audizione.

Educazione ambientale e storia

Il ministro ha spiegato che da settembre prossimo “tutte le scuole dedicheranno 33 ore all’anno, circa un’ora a settimana, alle questioni relative ai cambiamenti climatici”. Fioramonti ha detto che “molte materie tradizionali, come geografia, matematica e fisica, saranno studiate in una nuova prospettiva legata allo sviluppo sostenibile” e che “l’intero ministero sta cambiando affinchè la sostenibilità e il clima siano al centro del modello educativo”. Come accaduto per l’educazione civica, non sarà una materia con professori dedicati e ore in più. Mentre sulla storia il ritorno tra le tracce di Maturità è stato confermato. Dopo il manifesto promosso da Andrea Giardina, Liliana Segre e Andrea Camilleri e il dibattito lanciato da Repubblica, Fioramonti ha ribadito che sarà reintrodotto il tema specifico, cancellato dall’ex ministro Bussetti a seguito della revisione da parte della Commissione Serianni dell’esame di Stato. “Ho fatto in modo che la traccia di storia venisse evidenziata tra quelle obbligatorie alla prossima prova di maturità, come è stato richiesto da tanti storici e come da tempo veniva richiesto anche da parte della società civile”.

Il concorso per 24mila precari

Il bando per il concorso straordinario per l’immissione in ruolo sarà indetto entro il 2019, riafferma Fioramonti. “Potranno parteciparvi docenti con tre anni di servizio sia per le scuole statali che le paritarie”. E’ uno degli effetti del decreto salva-precari bis che il presidente Mattarella ha firmato di recente dopo aver modificato la norma che escludeva dal concorso  i docenti che insegnano nelle scuole paritarie. Il concorso (prevedibilmente sarà alla fine dell’autunno) porterà in ruolo entro settembre 2020 almeno 24 mila precari e all’abilitazione coloro che risulteranno “idonei”. I docenti delle scuole paritarie potranno partecipare alla selezione esclusivamente per conseguire l’abilitazione. Non è al momento prevista una procedura di reclutamento di ulteriori docenti di religione cattolica”, ha precisato il ministro.

Sul sostegno – un problema immenso visto la mancanza di docenti specializzati – Fioramonti ha annunciato la volontà di aumentare le cattedre di ruolo. “A questo riguardo la prima soluzione che vogliamo mettere in campo, avviandola con una interlocuzione con il Mef, è la stabilizzazione di una quota considerevole dei posti di sostegno da realizzare attraverso un allargamento dei posti in organico di diritto e riducendo in ugual misura quelli in organico di fatto”. Fioramonti ha aggiunto: “Stiamo anche predisponendo una misura che consenta una prima formazione sui temi dell’inclusione già durante l’anno in corso rivolta a tutti i docenti: su questo abbiamo giù stanziato milioni di euro perchè la scuola inclusiva non è soltanto quella che ha docenti di sostegno opportunamente formati ma è una scuola che in tutte le sue ramificazioni e competenze concepisce la disabilità come un elemento integrato all’interno della struttura della comunità scolastica”.

I finanziamenti, al Miur personale ridotto

Oggi in un’audizione alla Camera il ministro ha sottolineato il problema economico. “C’è una questione di sottofinanziamento del Miur: le risorse sono state “ridotte drammaticamente, sia in termini economici che umani. Il personale ammonta a tremila persone a fronte di seimila necessarie. Sono in via di conclusione due concorsi: entro dicembre saranno assunti cinque nuovi dirigenti amministrativi e in totale 30 nuove unità. Si prevede poi un concorso per 59 dirigenti tecnici e la possibilità di assumerne a tempo determinato. Sarà definito un ulteriore piano straordinario assunzionale. E’ prevista una nuova struttura di livello dirigenziale per curare l’innovazione dei processi informativi del Miur, anche per togliere troppi carichi di lavoro”.

Le mense

Un tema toccato in audizione è anche quello delle mense scolastiche. “Per quanto riguarda il servizio mensa, è di competenza dei Comuni ma serve uno sforzo che consenta di superare le differenze territoriali: stiamo per firmare un protocollo con Anci per l’attuazione di forme di prevenzione di ogni tipo di discriminazione con particolare attenzione al servizio mensa: servono altre risorse per garantire uguaglianza di questi servizi su tutto il territorio nazionale”.