Ingegneria resta la prima scelta, matricole in crescita dell’11,1%

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da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

In un Paese penultimo in Europa per il numero di laureati e al tempo stesso terzo per i tassi di disoccupazione giovanile l’aumento degli iscritti all’università è di per sé una buona notizia. Che diventa addirittura doppia se si considera che l’area di studi più gettonata si conferma quella ingegneristica, generalmente la più spendibile sul mercato del lavoro. A confermarlo è il rapporto sugli immatricolati 2018-19 realizzato dal Centro Studi del Consiglio nazionale degli ingegneri. Da cui emerge un incremento delle immatricolazioni nei corsi di ingegneria (+11,1%) in tutti i settori. Anche dove (civile e ambientale) negli anni scorsi si era registrato un calo.

Iscritti in aumento

Nell’anno accademico 2018-19, quasi il 63% dei 298.737 diplomati del 2018 ha scelto di proseguire gli studi all’università; l’anno prima erano stati il 57,2 per cento. A farla da padrone sono stati i corsi di Ingegneria con 45.000 immatricolati, pari al 15% del totale (che diventa il 18% se ai corsi di ingegneria veri e propri si aggiungono quelli che danno comunque il diritto a iscriversi all’Albo di ingegnere o ingegnere junior, come Scienze dell’architettura e Scienze e tecnologie informatiche).

A differenza degli anni scorsi la crescita delle matricole di Ingegneria ha coinvolto tutti gli ambiti. Aumentano infatti dell’8,4% gli immatricolati ai corsi della classe Ingegneria civile ed ambientale e addirittura del 23,8% quelli di Scienze dell’edilizia. Contemporaneamente tornano a crescere, dopo la flessione rilevata nell’ultima indagine, anche quelli di Ingegneria industriale (+11,5) che, con oltre 22.500 nuovi iscritti, si conferma la principale scelta. Ma appare degna di nota anche Ingegneria informatica (15.565 studenti, +12% rispetto all’anno precedente).

Passando alle note dolenti, l’unica classe di laurea “tipica” ingegneristica che nell’anno accademico 2018/19 evidenzia un risultato negativo è quella a ciclo unico in Architettura ed ingegneria edile-architettura. Ma è una crisi che viene da lontano considerando che in 10 anni il numero dei suoi immatricolati si è più che dimezzato, passando dai 3.830 del 2010/2011 ai 1.836 del 2018/19.

Se l’osservazione si estende anche alle classi “ibride”, l’unica altra performance negativa si rileva per Scienze dell’architettura (-10,5% di immatricolazioni rispetto al 2017/18).

Altra buona notizia per l’Italia che vede i corsi Stem ancora appannaggio degli uomini è l’aumento delle donne aspiranti ingegneri: sono ormai più di una su quattro. Con una netta prevalenza per l’ambito civile e ambientale, mentre resta basso il tasso di partecipazione femminile ai corsi del settore industriale (23%) e dell’informazione (22,1%).

Gli atenei più gettonati

Poche novità infine per quanto riguarda la distribuzione per ateneo: i due Politecnici di Milano e Torino si confermano i principali centri italiani di formazione in ingegneria accogliendo, da soli, oltre il 22% di tutti gli immatricolati in Ingegneria. Seguono la Federico II di Napoli (7%), l’Università di Padova (6,3%) e La Sapienza di Roma (5,7%). Laddove spiccano, in negativo, l’ateneo di Firenze, quelli più piccoli di Foggia, Chieti-Pescara e Tuscia oltre ai telematici Niccolò Cusano, Guglielmo Marconi e Pegaso che vedono ridurre in misura consistente il numero di immatricolazioni.