Irak, 1997

Irak, 1997

di Maurizio Tiriticco

In questi giorni l’Irak è tornato di attualità! La Mesopotamia, il Paese tra i due fiumi – il Tigri e l’Eufrate – nel 2000 a. C espresse una grande civiltà, e noi qui nella nostra penisola eravamo ancora in età neolitica. L’Irak, un grande Paese! Noterelle di un viaggio lontano. Sono stato in Irak – eravamo una decina di amici – dal 13 al 27 agosto del lontano 1997. Era al potere Saddam Hussein ed il Paese – come accade a volte con le dittature – era assolutamente ordinato e pacifico, almeno in apparenza. Non lo raggiungemmo in aereo, per via dell’embargo a cui era costretto, ma in pullman, dalla lontana Giordania, lungo l’autostrada Amman-Bagdad, di ben 950 chilometri. Le tensioni all’interno del Paese indubbiamente c’erano, ma non furono mai avvertite da noi. Per cui, ci siamo potuti muovere liberamente ovunque. Ovviamente, guidati da due irakeni, guide turistiche “per forza”, o meglio ex piloti, ovviamente “a spasso”! Perché i voli aerei erano vietati. Guide che parlavano un ottimo inglese. Ed ancora viaggiammo all’interno del Paese ovviamente lungo un percorso scelto d’autorità.

Prima tappa, Ctesifonte – o meglio le sue rovine – l’antica capitale del Regno dei Parti. Ovviamene c’erano resti di enormi palazzi, colonne e grandi arcate. Sulla via – come del resto su tutte le strade irakene, alcuni villaggi, posti di ristoro e l’immancabile ciai, il the rituale, a volte accompagnato con frutta secca. Sulla strada il centro di Adamiya (Al Kadmia), con una splendida moschea – con più cupole, quelle a cipolla – ed alti minareti, da dove il muezzin nelle ore canoniche lancia la sua preghiera, ovviamente con il sostegno di potenti altoparlanti. Giungemmo infine a Bagdad, ospitati in un hotel centralissimo, il “Babylon”, molto occidentale, dotato di tutti i comfort, ma… ricordo, nella camera una lampadina fulminata… impossibile sostituirla… tutta colpa dell’embargo! Che colpiva anche il commercio più minuto. Ovviamente… ritratti di Saddam ovunque! Dalla mia camera un panorama mozzafiato: il fiume Tigrie la Torre di Saddam.

Copio dal web: “Baghdad fu fondata sulle rive dell’Eufrate tra il 762 e il 767 per volere del califfo Al-Mansur. L’insediamento fu probabilmente realizzato sul sito di un preesistente villaggio persiano. La città sorse nei pressi della più antica  Seleucia”. Il nome della città ha origine incerta: secondo alcuni deriverebbe dal “Dio ha dato”. Un muro circolare sorgeva attorno alla residenza del califfo; così Baghdad divenne conosciuta anche come Città circolare”. Successivamente Baghdad divenne il centro commerciale e culturale dell’epoca d’oro dell’Islam. Al suo acme, superò il milione di abitanti. E’opportuno ricrdare che molte delle storie narrate nelle “Mille e una notte”  sono ambientate nella Baghdad di quel periodo, governata dal Califfo Hārūn al-Rashīd. Fu una città cosmopolita. Vi vivevano musulmani, cristiani, ebrei e zoroastriani provenienti da tutto il Vicino e Medio Oriente nonché dall’Asia Centrale.

Il giorno dopo il nostro arrivo dopo ebbe inizio l’esplorazione di quello splendido paese! Visita alla moschea Kadimain, a pochi chilometri dal centro di Bagdad! Quindi in viaggio verso nord. Prima sosta: lo Zigurrat di Akarkuf. Gli zigurrat sono edifici sacri a base quadrata a forma piramidale, che si elevano molto in altezza e si concludono con una torre ed un sacello. In tempi lontani simboleggiavano l’unione tra la terra e il cielo. Nel viaggio verso nord ci si imbatteva spesso in villaggi poverissimi. E i ragazzini ci correvano dietro. Per loro avevamo acquistato in Italia quaderni, penne e matite, di cui erano bisognosi nonché entusiasti. Non solo! Prendevano con grande cura le bottiglie vuote di plastica di acqua minerale, che portavamo sempre con noi! L’acqua dei loro acquedotti non era affatto raccomandabile. La povertà nei villaggi si toccava con mano.

In serata rientro a Bagdad e il giorno dopo visita al monumento del milite ignoto. Un’enorme conchiglia di cemento armato copre un enorme edificio di un unico piano. E all’interno le tombe degli eroi. Non si dimentichi che la sanguinosissima guerra tra Irak e Iran era stata combattuta tra i due Paesi dal settembre 1980 fino all’agosto del 1988! Diciotto terribili anni di sangue! Ed al mattino, sveglia, colazione sempre abbondante, perché i pranzi ovviamente non erano previsti! Salvo qualche spuntino laddove era possibile. Era molto più importante vedere e i tempi, effettivamente, erano sempre molto stretti Ogni tanto ci di fermava per una sosta, spesso all’ombra di qualche palma e Shaib uno dei due piloti ci dava tutte le informazioni del caso sulle cose viste nonché sulla dolorosa storia del suo Paese! Non diceva nulla su Saddam, ovviamente, ma era ovvio che cosa pensasse della sua dittatura! A volte ci si intratteneva con gli abitanti. Molti giovani si arrangiano molto bene con l’inglese, ovviamente molto meglio di me.

Si esce da Bagdad dalla porta orientale, che si apre su una cinta muraria sulla quale in appositi condotti scorreva l’acqua. E il viaggio continua! Ecco un meraviglioso minareto! Si erge al di sopra della moschea santuario di Jeke Omar al Sawrawardi. All’interno un enorme cortile-giardino. Palme, aiuolo, tanti fiori! Più in là e più in pianura il cimitero del santuario. Centinaia di tombe: parallelepipedi in pietra fitti fitti, l’uno vicinissimo all’altro! Ovviamente, eravamo sempre in viaggio. Più che interessante la visita al sito archeologico di Tell Harmal, , un tempo una fiorente scuola di matematici e di logici. Sono state rinvenute molte tavolette di argilla su cui erano riportate storie della creazione, del diluvio, di Gilgamesh

Il sito è stato scavato dall’archeologo iracheno Taha Baqir del Dipartimento di Antichità e Patrimonio dal 1945 al 1963. Sono state scoperte circa 2000 tavolette contenenti storie sulla creazione del mondo, del diluvio universale. Dell’epopea di Gilgamesh. So che nel 1997/98 il sito è stato studiato da un team dell’Università di Bagdad e dell’Istituto archeologico tedesco guidato da Peter Miglus e Laith Hussein.

E poi l’escursione alla Moschea di Samarra! Un colpo d’occhio formidabile! Una cinta muraria poderosa, scandita ogni una trentina metri, da altrettanti poderosi torrioni. E poi all’interno il minareto “Al Malwiya”, un cono di mattoni che si erge a spirale anch’esso oltre i 30 metri di altezza. Di qui un altro panorama mozzafiato e, sullo sfondo, la moschea dalla cupola d’oro! Ed ancora! I resti del cosiddetto “palazzo dell’amata”… dal Califfo Al-Mu’tadhid. Un complesso monumentale ricchissimo, anche con una grande piscina, ovviamente vuota. La cupola doro… distrutta nel febbraio 2006! Dalla stampa di allora: “Uomini armati hanno fatto esplodere due cariche esplosive contro il mausoleo di Samarra, a 125 km da Bagdad, provocando il crollo di una parte della cupola. Secondo quanto precisato da fonti della polizia, intorno alle 7 locali, un gruppo di uomini armati ha assaltato il mausoleo dell’imam Ali al Hadi e, dopo aver neutralizzato i poliziotti di guardia, ha piazzato due ordigni e li ha fatti esplodere. Secondo gli abitanti locali una parte della cupola, ricoperta d’oro, è crollata in seguito ad esplosioni verificatesi a tre minuti d’intervallo. Gli attentatori sono riusciti a fuggire”.

Ed ancora: Mossul! A 400 chilometri circa da Bagdad! Che qualche anno dopo – estate 2017 – sarà nota al mondo intero per lo strazio che hanno subito i suoi abitanti, tenuti in ostaggio da miliziani dell’Isis. Ma questa è un’altra storia, terribile! L’Isis, o Stato Islamico, è un progetto di egemonia jihadista salafita che punta a ridisegnare il Medio Oriente, riconducendolo alla cosiddetta originaria purezza dell’Islam. E’ stato guidato per anni da Abu Bakr Al Baghdadi, fino alla sua recente scomparsa.

Mossul, l’antica Ninive, importante centro degli Assiri, fu fondata da Assur nel 2640 a,C. Sotto la moschea moderna resistono al tempo i resti del palazzo di Assurbanipal (681-669). Alle porte della città antica figurano alte sculture di cavalli alati, ovviamente oggi giochi per i bambini. Nostra sosta all’hotel Ninive e splendida vista sul Tigri. Sono visibili anche le rovine di Nimrud: è il nome, attribuito nell’ottavo secolo dagli Arabi, all’antica città assira di Kalhu, a sud di Ninive, sul fiume Tigri. E poi ancora: l’antico monastero cattolico dei martiri Mar Behnam e Marth Sarah: siamo nei pressi del villaggio Khidr Ilyas vicino alla città di Beth Khdeda. Ed ancora: i resti del palazzo di Sennacherib (705-681): ruderi con iscrizioni e rilievi. E poi un bellissimo ponte moderno sul Tigri. Ed ancora, i resti del castello del governatore: con un torrione di mattoni pericolosamente pendente.

E poi ancora l’antica città di Hatra. Di fatto era una città carovaniera opportunamente fortificata. Fiorente soprattutto nel secondo secolo d. C., capitale del mondo arabo, fu distrutta e abbandonata nel terzo secolo. Nei pressi un minareto particolarissimo! A forma di banana! Ed ancora: il tempio di Shamash, protetto da possenti muraglioni. Vi si adorava il Dio Sole. Per non dire poi della fortezza rettangolare di Al-Ukhaidir, eretta nel 775 d.C. in ordine ad uno stile difensivo unico. Di fatto è un enorme costruzione a circa 50 km a sud di Karbala.

E il nostro viaggio continua! Cammina cammina, o meglio corri corri, trasportati tutti su jeepponi più robusti che mai, giungiamo al Monastero dei Martiri Mar Behnam e Marth Sarah. Un monastero cattolico siriaco vicino alla città di Beth Khdeda. Nota a margine – La tomba di Mar Benham è stata gravemente danneggiata il 19 marzo 2015 dai miliziani dello Stato islamico. Ed i murales esterni sono stati profanati in tutti gli edifici del monastero. I lavori di riparazione per ripristinare il monastero e la tomba di Mar Behnam alle condizioni pre-ISIS sono stati completati all’inizio di dicembre 2018.

Dopo una lunga traversata in una zona desertica giungiamo finalmente ad Assur, o meglio a quel che ne resta. Mura semidistrutte ed al centro una sorta di piramide altrettanto semidistrutta. O meglio uno zigurrat: anche questo con piattaforme sovrapposte una sull’altra fino a formare una sorta di piramide. Si tratta di strutture religiose, più precisamente delle piattaforme di pietre e mattoni, sovrapposte, diffuse lungo tutta la Mesopotamia, nonché sull’altopiano iranico.

E poi, via verso Kerbala, a sud ovest di Bagdad, la città sacra agli Sciiti. Il 10 ottobre del 680 fu trucidato con tutta la famiglia e il suo séguito il nipote del profeta Maometto, al-Ḥusayn ibn ʿAlī, secondogenito del quarto califfo ʿAlī ibn Abī Ṭālib e della figlia di Maometto, Fāṭima al-Zahrā. Visitiamo una stupenda moschea. Raffinatissimi mosaici multicolori, lampadari multipli altrettanto stupendi. Non manca il minareto, da dove il muezzin per ben cinque volte, di giorno e di notte, lancia le sue invocazioni e gli inviti alla preghiera. Oggi in tutti i minareti sono installati opportuni altoparlanti! Dimenticarsi di pregare è impossibile!

Ma il nostro viaggio continua, sempre verso sud! Fino alla confluenza del Tigri e dell’Eufrate. E poi Bassora, lo Shet el Arab. Ed il mare! E sul lungomare i monumenti ai tanti caduti nella guerra lunga e sanguinosa con l’Iran. E ciascuna statua di soldato indica in direzione dell’Iran! E là che si trova “l’odiato nemico”! Bassora è una bella piccola città. Graziose costruzioni, molte in legno con caratteristiche balconate.

Quindi il ritorno a nord verso Bagdad. Incontriamo le mura e le rovine dell’antica città di Ur, vicino alla città di Nassiriya, tristemente nota per gli attentati contro i nostri soldati, presenti in Irak per garantire la pace! Ma vittime di azioni di guerra!

Risalendo verso il nord, incontriamo altri meravigliosi “monumenti”! An-Nayaf, la città santa! Una grande stupenda moschea a cui si accede dopo un ampio cortile: eretta nel 790 dal califfo Harun-Ar-Rashid. Nella moschea si trova la tomba di Alì, cugino e figlio adottivo di Maometto.

Ma non poteva mancare Babilonia! O meglio “Bab-lli-qui”, cioè la “porta degli dei”. Costruita, distrutta e ricostruita più volte dal 185° a:C. al 322 d.C.! Quella che noi turisti colti, ma allegri, non abbiamo potuto non chiamare Babyilonyland! ’Porte e mura tutte ricostruite! Un vero e proprio parco dei divertimenti, però senza i “calcinculo”! Vi si accede dalla porta di Ishtar, migliorata ed abbellita da Nabucodonosor nel sesto secolo a.C. Lungo le mura si sviluppa la Via delle Processioni, lunga 900 metri. Con rilievi di animali, buoi, gazzelle, animali mitici. Nonché il toro sacro al dio della tempesta, Adad. Ed il drago a testa di serpente, sacro al dio Marduk. Per non dire poi del leone di Babilonia, scultura in pietra, e del teatro di Bablonia.

Poi, sempre proseguendo verso nord, il tempio di Emakh. Ed il palazzo dei califfi Abassidi. Ma, alla fine del viaggio, basta con le ricerche colte! Bisogna portare i ricordini agli amici! Cosa c’è di meglio del Suk di Bagdad? Mah! Di Paesi mediorientale ed africani ne ho visti tanti, ma mi sembra che i suk siano tutti uguali! Le grida, le corse, i turisti curiosi, le sciocchezze che costano poco o niente, ma… com’è noto, basta il pensiero!

Ma il ricordo di quello splendido viaggio di 18 anni fa e degli splendidi amici con cui ho convissuto, dividendo gioie e fatiche non si cancellerà! Mai!