Y. Reza, Bella figura

Yasmina Reza o dei tempi della rovina

di Antonio Stanca

Nel 2015 è stata scritta, nel 2017 è stata stampata in lingua francese, nello stesso anno è stata rappresentata, in lingua tedesca, alla Schaubühne di Berlino, nel 2019 è stata pubblicata in Italia da Adelphi con la traduzione di Donatella Punturo: s’intitola Bella figura ed è una commedia di Yasmina Reza, drammaturga e scrittrice francese.

E’ nata a Parigi nel 1959 da genitori di lontana origine ebrea, ha iniziato a lavorare in teatro come attrice, al 1983 risale la sua prima opera teatrale, Conversazioni dopo la sepoltura, al 1989 la seconda, Il passaggio dell’inverno. Premiati saranno questi lavori ma il successo vero e proprio, la notorietà in ambito internazionale verrà alla Reza da Arte, scritta nel 1994 erappresentata in molte lingue. Anche adattamenti televisivi hanno avuto le sue opere teatrali.

Nel 1997 ha cominciato con la narrativa. Primo romanzo è stato HammerKlavier, seguito da altri generalmente impegnati, come il suo teatro, a cogliere i problemi dei tempi moderni, a mostrare lo smarrimento, la confusione alla quale ha portato la perdita dei valori, dei principi della tradizione, la crisi di quella moralità, di quella spiritualità che erano state alla base della storia,dell’umanità.

Anche in Bella figura, breve commedia che riprende l’antica tradizione francese del “teatro dei boulevard”, del teatro di strada, della farsa comica e insieme grottesca, la Reza si sofferma a far capire quanti problemi si nascondono dietro le apparenze, dietro l’umorismo, la comicità dei cinque personaggi messi in scena, quante angosce, quanti drammi celano le loro intenzioni di fare “bella figura”, di apparire bene nonostante tutto.

  Boris e la bella Andrea sono gli amanti usciti una sera per cenare in un noto ristorante parigino, Éric e Françoise sono il figlio e la nuora di Yvonne e insieme a questa si sono recati in quel ristorante per festeggiare il compleanno della vecchia. S’incontreranno con gli amanti e con un certo disappunto per tutti dal momento che Françoise è amica di Patricia, la moglie di Boris. Su invito di Eric si fermeranno, tuttavia, a stare, a parlare insieme, a festeggiare insieme quella ricorrenza. Non sarà, però, una festa poiché dalle loro parole, dai loro discorsi, anche se soltanto accennati, non detti, sottintesi, dalle loro domande, dalle loro allusioni, dai loro sguardisi capirà la condizione, la situazione di ognuno, si scopriranno i problemi che lo assillano, il tormento che procurano alla sua anima, il disturbo alla sua salute. Nessuno è contento della propria vita, tutti vivono tra disagi anche se di diverso genere, ognuno ha avuto una propria ambizione, ha seguito una propria via ma nessuno è riuscito nei suoi intenti. Ora non c’è pensiero, discorso nel quale si possano incontrare, non c’è regola che possa valere. Sembra che abbiano esaurito ogni possibilità, che siano arrivati alla fine, che altro non serva, non valga.

   E’ questo il senso di rovina, tema tanto caro alla Rezadrammaturga e scrittrice, quello che la muove a rappresentare, a narrare la minaccia che incombe sulla moderna umanità al punto che è diventato impossibile salvarsi. Nessuno ci riuscirà. Nella commedia Andrea conquisterà tutti quella sera, piacerà anche ai tre che le erano completamente estranei, ma rimarrà a tormentarsi con Boris, non accetterà di essere accompagnata a casa da lui, la farà finita con lui e si proporrà di farlo con tutto quanto si era aspettata dalla vita. Sconfitta, sola, incompresa è rimasta. Di altro genere, economico, sono i problemi di Boris ma sono pur sempre problemi e purela sua, che oltre alla materia coinvolge anche lo spirito, è una fine. Per la vecchia Yvonne, per Françoise ed Éricsembrava diverso il destino ma venuti a contatto con Andrea e Boris si sono accorti di quanto pesa su di loro, di come anche la loro condizione sia grave. Per nessuno c’è scampo e i cinque sono trasformati dalla Reza nei simboli di quell’umanità moderna condannata, qualunque sia il suo aspetto, a soffrire perché privata di quanto voleva, ridotta ad elemento, a parte inanimata di quel complesso e inesorabile meccanismo che è diventata la vita d’oggi.