Anp: Ocse dimostra che va cambiato modello didattico

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«Trovo apprezzabile il lavoro svolto, per il quale dobbiamo ringraziare dirigenti scolastici e docenti; ha partecipato alla rilevazione oltre il 90% delle scuole interessate e i dati raccolti dovrebbero consentire di determinare processi ed esiti del sistema formativo. Sarebbe opportuno che le scelte del decisore politico fossero sempre legate a dati e analisi concreti come quelli offerti dall’indagine Ocse-Pisa». Lo afferma il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli.

«In tema di politica scolastica si osserva come occorra sgomberare il campo da elementi culturali, stereotipi, giudizi che condizionano scelte di insegnamento ed esiti del sistema educativo», sottolinea Giannelli, secondo il quale i dati evidenziano come, ad esempio, le ragazze «pur essendo presenti in misura maggiore tra i top performer, durante il cammino scolastico siano implicitamente indotte a dirigere il proprio destino universitario e quindi lavorativo, in direzioni condizionate dagli stereotipi sociali e di genere».

In matematica i risultati raggiunti sono in linea con quelli dei coetanei mentre in scienze gli studenti italiani ottengono un risultato medio significativamente inferiore. Conclude Giannelli: «Non servono nuove riforme ma il rinnovamento della prassi didattica che passa necessariamente attraverso la programmazione e l’attuazione di un piano di aggiornamento per supportare i docenti in questa difficile sfida. L’Anp, da tempo, auspica il superamento dell’attuale modello didattico trasmissivo, basato sull’apprendimento nozionistico, per adottare un approccio fondato su formulazione di ipotesi, deduzione di conseguenze e confronto con la realtà».