Un’offesa ai dirigenti scolastici

DIRIGENTISCUOLA-Di.S.Conf.

Un’offesa ai dirigenti scolastici da rancorosi rappresentanti del Popolo Sovrano.

Non metterebbe conto degnare di attenzione parlamentari della Repubblica che danno mostra di marmorea ignoranza, dovuta a una congenita idiosincrasia a documentarsi; e insieme di un persistente livore – privo di ritegno e gonfio di rancorose parole in libertà – nei confronti dei dirigenti scolastici. Ma non si può lasciar passare tutto.

Prima il tentativo di narcotizzare le prerogative di presunti satrapi adusi all’ “esercizio arbitrario” nell’attribuzione diretta degli incarichi ai docenti legati a un malato rapporto di “dipendenza personale”, con la stravagante reintroduzione dell’ottocentesco ricorso gerarchico improprio “avverso (tutti) gli atti di gestione del rapporto di lavoro e i provvedimenti disciplinari di (loro) competenza”: dalla formazione delle classi e susseguente assegnazione dei singoli docenti, alla definizione dell’orario delle lezioni e delle attività didattiche, al piano di lavoro e relativo conferimento degli incarichi al personale ATA. E via delirando.

E ora – sempre con qualche problema sul rispetto delle regole del discorso e lasciando perdere l’assurda pretesa di un minimo di eleganza stilistica  – l’invito “ai cari docenti a non farsi fregare” – da chi e come? – “per l’ennesima volta”, dopo che si è scoperto, “ebbene sì !!”, in legge di bilancio “un comma dell’articolo 28 che stanzia 30 milioni di euro per le retribuzioni accessorie e premiali ai dirigenti scolastici”, premesso che il loro stipendio “è aumentato di 580 euro in busta paga appena l’anno scorso (forse era un po’ troppo? Dato il livello stipendiale di tutti gli operatori della scuola ?)”.

Quale sia il nesso logico di questi sproloqui, DIRIGENTISCUOLA non riesce a comprenderlo, mentre è chiara la personalissima visione ideologica faziosa e antagonista degli autori, provenienti dalla frangia più conflittuale del  mondo della scuola, direttamente transitati dal cortile domestico agli scranni di palazzo Madama.

Inutile puntualizzare  che i trenta milioni di euro  –  largamente insufficienti perché ne occorrerebbero quaranticinque dopo l’immissione in organico di duemila neodirigenti scolastici – sono necessari per mantenere inalterati i livelli retributivi, contrattualmente e legittimamente stipulati in sede negoziale, per quanto attiene alla retribuzione di posizione variabile e di risultato. Roba ostica per coloro cui piace parlare in modo spiccio e rifuggono dai concetti complicati. O che sono in malafede.

Ma non è inutile ricordare a chi rivendica la sacra investitura del Popolo Sovrano l’obbligo di corrisponderla con disciplina e onore. Se mai ci si sia data la sproporzionata pena di un pur fugace sguardo sulla Costituzione.