DA MINISTRO DELL’ISTRUZIONE A MINISTRO DELL’IPOCRISIA

RETE STUDENTI E UDU – FIORAMONTI: DA MINISTRO DELL’ISTRUZIONE A MINISTRO DELL’IPOCRISIA

Lorenzo Fioramonti lascia il MIUR dopo soli 4 mesi, dicendo che al governo sarebbe servito più coraggio, in manovra, per investire su istruzione, università, ricerca.
Così si conclude il percorso di Fioramonti nella squadra di governo, durante il quale l’ormai ex ministro ha prima promesso 3 miliardi, altrimenti dimissioni, poi ha ritrattato, smettendo di parlare di dimissioni ma chiedendo di lasciarlo lavorare, per poi invece dimettersi lasciare definitivamente nella notte di ieri.
Dichiara Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari: “Siamo d’accordo con lui: sarebbero serviti più coraggio e più lungimiranza.Ma forse Fioramonti dimentica che lui di questo governo ha sempre fatto parte, che fino a ieri ne è stato Ministro, in una posizione con l’agibilità politica di cambiare le cose. “
Continua Federico Allegretti, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi: “Non dimentichiamo anche che, fino a pochi mesi fa, proprio Fioramonti è stato Vice Ministro del governo giallo-verde, che non ha investito un centesimo sull’istruzione e aveva addirittura nominato Capo Dipartimento MIUR Giuseppe Valditara, relatore legge Gelmini, che distrusse l’istruzione pubblica già nel 2010. Volendo essere davvero coerenti, Fioramonti si sarebbe dovuto già dimettere da un bel po’.”
La triste conferma che emerge da queste dimissioni è che l’istruzione rimane ai margini delle agende di tutti i governi, di qualsiasi colore essi siano, e non bastano dichiarazioni roboanti a cambiare le cose. Ci auguriamo che le almeno dimissioni del Ministro siano utili a rimettere al centro del dibattito pubblico scuola, università e ricerca. 
Concludono Allegretti e Gulluni: “Da anni, da molto prima che l’ormai ex ministro lo dicesse, denunciamo il sottofinanziamento cronico e strutturale dell’istruzione pubblica, e continueremo a batterci affinché essa abbia un ruolo centrale nello sviluppo di questo paese.Servono fatti, non solo parole.