F. Brunini, Due sirene in un bicchiere

Brunini, come scrivere da scrittori

di Antonio Stanca

  Federica Brunini è nata a Busto Arsizio nel 1971, si è laureata in Lettere Moderne, si è diplomata presso la Civica Scuola di Arte Drammatica di Milano e già prima, nel 1994, quando aveva ancora ventitré anni, aveva cominciato a muoversi negli ambienti cinematografici. Aveva frequentato registi importanti, aveva scritto sceneggiature ed anche attrice era stata. Aveva poi iniziato a collaborare con giornali e riviste e si era avventurata in molti viaggi, dei quali aveva scritto e durante i quali si era esercitata nella fotografia, altra sua inclinazione. Alla narrativa sarebbe giunta nel 2013 con il romanzo La matematica delle bionde. Ne sarebbero seguiti altri finché nel 2018 non sarebbe comparso Due sirene in un bicchiere, edito da Feltrinelli ne “I Narratori” e dalla stessa casa editrice ristampato quest’anno nell’“Universale Economica”.

   E’ un’opera molto riuscita, si potrebbe dire che vi trovano espressione tutte le esperienze della Brunini, dal cinema alle altre della fotografia e dei viaggi. Il libro è una serie infinita d’immagini, una composizione che non finisce mai di compiersi dal momento che sempre altri elementi intervengono a completare, arricchire, sostituire quanto già c’era.

   Su una piccola isola del Mediterraneo si svolge la vicenda narrata, tra i tanti posti di quell’isola si muovono i suoi protagonisti, ognuno con il suo segreto, con il suo dolore, con la sua speranza di liberarsene.

   Il B&B delle Sirene Stanche è una locanda non molto grande che Dana e Tamara gestiscono da anni sull’isola e dove accolgono, dietro presentazione di domanda, persone che vorrebbero trascorrervi una breve vacanza al fine di liberarsi, curarsi di quanto assilla il loro animo, dei problemi della loro mente derivati da particolari circostanze vissute e patite. La buona cucina, gli esercizi del corpo, le voci dello spirito, la meditazione, la riflessione, la presa di coscienza, la fiducia nel destino, la pratica del mare, il rapporto con la natura e quant’altro verrà effettuato su consiglio soprattutto di Dana e da lei guidato, si è sempre rivelato utile, è sempre riuscito a correggere, risolvere i problemi di coloro che erano venuti nella locanda.

   Stavolta per guarire dai loro mali erano venute Vera da Londra, le gemelle Lisa e Lara da Milano, Olivia da Barcellona e, unico maschio, Jonas da Dubai. Tutti avevano sofferto o soffrivano un dramma, tutti volevano risolverlo. Nel caso di Vera, però, dietro il suo nome si celava quello della collega e rivale giornalista Eva che era venuta per scoprire quanto successo dieci anni prima nelle acque dell’isola senza che se ne fossero mai capite le cause e conosciute le conseguenze. Erano sparite la famosa popstar Mandala Singer e la piccola figlia Mia e il loro caso era rimasto privo di spiegazioni, non se ne era più parlato. Vera/Eva vuole sapere la verità e farne un argomento esclusivo per il suo giornale, vuole suscitare clamore. Sarà il motivo che percorrerà tutto il romanzo della Brunini, che attraverserà quanto in esso succede, si fa, si dice tra quelle persone che intendono riacquistare la sicurezza, la serenità che hanno perso. Prima, però, che alla verità sulla Singer giunga Vera/Eva vi giungerà Jonas. L’australiano scoprirà che Mandala Singer è ancora viva, che si cela nelle vesti di Tamara e che a morire tanti anni addietro in una disgrazia sul mare era stata solo la piccola Mia. Erano uscite insieme per una gita in barca e, sorprese da una tempesta, la loro era diventata una tragedia. 

   Il caso del loro mistero si è risolto ed anche i casi delle altre persone si sono risolti dopo i dieci giorni di permanenza al B&B delle Sirene Stanche. L’uno e gli altri sono stati molto abilmente combinati dalla scrittrice. Ha saputo la Brunini procedere con chiarezza, con scioltezza tra tante, diverse situazioni, tra tante, diverse esigenze, tra tante, diverse soluzioni. Tra queste ha saputo creare un’atmosfera sempre sospesa, coinvolgente anche se ogni caso ha avuto il suo percorso, ognuno ha seguito il proprio cammino, ha cercato la propria strada. Uniti e divisi si è stati. L’isola poi, i suoi paesaggi, le sue luci, i suoi colori, i suoi suoni, le sue acque, i suoi boschi hanno fatto da sfondo a quanto succedeva nella mente e nel corpo, nei pensieri e nelle azioni di ogni protagonista dell’opera.

   Molto vasta, molto varia la vita che la Brunini ha rappresentato nel romanzo, non ha mai smesso di farvi rientrare aspetti nuovi, diversi: così si scrive da scrittori!