Brexit: Regno Unito si sgancia dal programma Erasmus +

da Tuttoscuola

Il Parlamento britannico ha votato, il Regno Unito si sgancia dal programma Erasmus+ anche dopo il 2020, quando finirà l’attuale ciclo già finanziato e soprattutto quando Londra uscirà dall’Ue. Battelli: “Ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni”. Aprea: “Esprimo forte disappunto”.

Scrive, sui suoi canali social, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera, Sergio Battelli: “Ebbene sì la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto addio anche all’Erasmus, quella piattaforma che include anche il programma europeo di scambio degli studenti tanto apprezzato. La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata. Ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l’Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l’Erasmus”.

“Ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione, credo quindi che l’Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni. Solo lo scambio e l’integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti”.

“Quando si parla di nuove generazioni – dichiara Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro – , ed in particolare dei futuri cittadini europei e del mondo occidentale, credo che anche una posizione forte come quella della Brexit debba fare un passo indietro. D’altra parte, proprio quello che stiamo vivendo in questi giorni rispetto a venti di guerra tra aree del mondo che hanno smesso di dialogare e hanno imbracciato le armi, avrebbe dovuto consigliare al Parlamento inglese di continuare a sostenere il progetto Erasmus di scambi culturali tra giovani, perché è solo conoscendosi e vivendo esperienze comuni che si può costruire una vera cittadinanza europea e globale”.

“In più, sono certa che anche ai giovani inglesi avrebbe fatto bene continuare a fare esperienze nei Paesi del continente europeo, perché questa è una generazione che più che in passato comunica a livello planetario e si troverà a svolgere lavori oggi neppure conosciuti e molto spesso in contesti europei ed internazionali. Insomma – conclude Aprea -, la Gran Bretagna dovrebbe cominciare a valutare con maggiore attenzione l’apporto che ancora oggi l’Europa può dare”.