Scuola, libri di testo gratis e obbligo fino ai 18 anni

da Il Messaggero

Investimenti, fisco, welfare, scuola e università. Sono ad ampio raggio le proposte del Pd per rilanciare l’agenda di governo: i dettagli saranno messi a punto nel seminario che parte oggi nell’Abbazia di San Pastore a Contigliano (Rieti). Non proprio un programma, ma materiali ben articolati che poi arriveranno al premier Conte come base per la verifica. «Abbiamo costruito la legge di Bilancio in condizioni di emergenza, ma ora bisogna passare ad una fase 2 centrata su sviluppo sostenibile, lavoro e giustizia sociale» ragiona il viceministro dell’Economia Antonio Misiani.

LA PROGRESSIVITÀ

Intanto ci sono da attuare le misure della manovra, a partire dal cuneo fiscale. Sul piatto ci sono 3 miliardi quest’anno e almeno 5 dal 2021. «Ci concentreremo sui lavoratori dipendenti che non ha usufruito del bonus 80 euro, contribuenti che sono soggetti ad una maggiore progressività Irpef per lo scatto dell’aliquota del 38% – spiega Misiani – l’idea è arrivare ai redditi fino a 35 mila euro o qualcosa di più. Per chi ha già il bonus, che verrebbe trasformato in detrazione d’imposta, ci potrebbe comunque essere un certo vantaggio». Restano fuori gli incapienti, coloro che non arrivando a guadagnare 8.150 euro l’anno non hanno benefici. Per questa fascia il Pd pensa in prospettiva a correggere il meccanismo del reddito di cittadinanza. «Così come è concepito oggi, rischia di scoraggiare il lavoro. Bisogna studiare come passare per i lavoratori poveri ad un’erogazione sul modello dell’Earned income tax credit americano». Sono tutte misure che riguardano il lavoro dipendente: il passo successivo è la riforma dell’Irpef per la generalità dei contribuenti. Misiani precisa che «l’obiettivo è alleggerire il carico fiscale in particolare su ceti medi e famiglie». Dopo il fisco gli investimenti. La relativa spesa è crollata negli anni dell’emergenza finanziaria. Ma non è solo un problema di somme in bilancio: anche quando i soldi ci sono, usarli è tutt’altro che facile. «È vero – riconosce il viceministro dell’Economia – per questo andrebbe creata in tempi rapidi una nuova task force al ministero dell’Economia, con la partecipazione dei dicasteri interessati e degli enti locali». Cosa dovrà fare? «Dei 58 miliardi stanziati, 36 riguardano proprio gli enti locali e sono quelli che possono dare la spinta più immediata a economia e occupazione. Allora serve un coordinamento per distribuire al più presto gli stanziamenti, monitorare l’iter dei progetti e togliere i soldi a chi non li spende per darli a chi è in grado di farlo». Dal punto di vista del Pd, il rilancio dell’azione di governo dovrà passare per temi qualificanti come welfare e scuola. Sul primo ambito, va intanto delineata un’uscita da Quota 100. Per Misiani, la soluzione passa per un meccanismo flessibile ancorato al calcolo contributivo. «Non dobbiamo tornare alla legge Fornero ma dare alle persone la possibilità di lasciare il lavoro anche prima dei 67 anni, facendo i propri conti su convenienza e scelte di vita». Ma welfare non vuol dire solo pensioni. «C’è un tema gigantesco: la non autosufficienza, che investe tre milioni di persone, in gran parte anziane, e le loro famiglie, che non possono essere lasciate da sole. Bisogna aumentare l’indennità di accompagnamento, rafforzare e coordinare la rete di servizi sul territorio e qualificare l’offerta di lavoro delle badanti». Sulla scuola, dopo la gratuità degli asili nido, l’idea è «azzerare il costo dei libri di testo fino alle superiori». E sull’università l’attuale soglia di 13.000 euro (in termini di Isee), entro la quale la retta è gratis, dovrebbe gradualmente crescere. «In prospettiva fino a 30 mila euro» argomenta il viceministro, che rilancia poi un altro progetto ambizioso, estendere a 18 anni l’obbligo scolastico.

LE COPERTURE

Molti di questi interventi naturalmente costano, e non poco. Per finanziarli il Pd guarda ai proventi della lotta all’evasione («le stime sono molto prudenti, il potenziale di recupero è enorme» per Misiani), ad una revisione mirata della tassazione indiretta, dei sussidi dannosi per l’ambiente e di alcune agevolazioni fiscali e, soprattutto, al rilancio della spending review. «Quando siamo arrivati a Via Venti Settembre – ricorda il viceministro – ci siamo accorti che tutti i progetti erano stati abbandonati. Ora nascerà una nuova commissione che dovrà già dare qualche indicazione con il Def di aprile e poi proposte concrete per la prossima legge di Bilancio».
Luca Cifoni