Autismo e ricorsi

da Superabile

Autismo e ricorsi, in Tribunale per il sostegno scolastico e l’assistenza

L’esperienza di Autismo Abruzzo e la storia di Salvatore Cimmino (Autismo Campania), per tre volte in tribunale: “Ma posso permetterlo solo grazie al nostro avvocato volontario: altrimenti avrei speso 7 mila, forse 8 mila euro: e chi può permetterselo?”

30 gennaio 2020 ROMA – “Per assicurarci i percorsi riabilitativi previsti dalla legge per i nostri figli con autismo, dobbiamo spesso avviare una procedura legale, sebbene la nostra regione abbia formalmente recepito la normativa nazionale”: così Dario Verzulli, padre di due ragazze, di cui una con autismo e presidente di Autismo Abruzzo onlus. La sua associazione è tra quelle, sul territorio regionale e non solo, costantemente attive al fianco delle famiglie nelle frequenti battaglie per il rispetto dei propri diritti.

Tra le ragioni principali dei ricorsi che vedono in prima linea le famiglie delle persone autistiche, c’è “la limitazione dei budget che la regione assegna agli organismi convenzionati per l’erogazione di servizi riabilitativi. Questo aspetto – spiega Verzulli – determina il ‘blocco’ delle liste di attesa. In pratica, una volta superati gli step burocratici e amministrativi, ci si imbatte con il problema delle risorse: la struttura (pubblica o privata convenzionata) che dovrebbe erogare le attività è chiaramente condizionata, nel suo operare, dalle risorse assegnate dalla Regione annualmente. La lista di attesa testimonia quanto il numero di richieste supero quello degli interventi preventivati da Regione, Asl e operatori convenzionati”. Di qui il ricorso, perché “l’accesso alle procedure legali permette alla famiglia di ottenere le risorse necessarie per i trattamenti direttamente dalla Asl, superando quindi i limiti amministrativi e le liste di attesa”.

Non tutti però hanno la forza e la possibilità di fare ricorsi: “La nostra associazione aiuta le famiglie a farsi giustizia: per la produzione di un ricorso chiediamo solo il costo dei bolli obbligatori, pari a 127€. Il nostro avvocato, volontario convinto, svolge quest’attività a titolo gratuito e anche le spese di viaggio spesso sono sostenute dalla nostra onlus. Con un legale non convenzionato, invece, un ricorso prevede un costo standard che va dai 2 mila ai 3 mila euro, ma una volta ottenuta l’ordinanza del giudice, altre attività e costi si aggiungono stimati: circa mille euro, tra notifiche, raccomandate, incontri con le Asl ecc. Per questo, continuiamo a sostenere le famiglie nelle loro battaglie e, al tempo stesso, portiamo avanti la nostra costante azione di ‘pungolo’ nei confronti delle istituzioni, convinti che solo impegnandoci tutti per la tutela del diritto delle persone con autismo si possa presto arrivare ad un sistema sanitario territoriale adeguato ai bisogni degli utenti”.

Passando dall’Abruzzo alla Campania, incontriamo Salvatore Cimmino, “esperto” di ricorsi e disabilità, in quanto papà di Samuele, un bambino autistico di sette anni e da un anno presidente di Autismo Campania onlus. “In questi anni ho sentito tante lamentele da parte dei genitori di bambini autistici, che vivono vessazioni e ingiustizie. I ricorsi in tribunale riguardano innanzitutto l’ambito scolastico: le ore di sostegno quasi mai corrispondono all’esigenza effettiva. Un bambino autistico è quasi sempre certificato con connotazione di gravità e accompagnamento, quindi richiederebbe un rapporto 1 a 1, che quasi mai però gli viene accordato. Si ricorre quindi al tribunale amministrativo, per integrare le ore. E gli esiti sono sempre favorevoli, con condanna del Miur”.

Un altro ambito in cui frequenti sono i ricorsi delle famiglie dei bambini e ragazzi con autismo è quello sanitario: “Due sono i motivi per cui si ricorre al tribunale: uno, come nel mio caso, riguarda l’integrazione delle ore mancanti per il progetto sottoscritto dalla Asl. Altre famiglie invece ricorrono perché i figli non sono proprio presi in carico dai servizi, che sono saturi. Io ho fatto ricorso al Tribunale del Lavoro perché Samuele ha 13 ore di terapia prescritte dalla Asl, però il centro, vincolato dai tetti massimi che la legge impone, ne eroga solo sette. In virtù di questo, per far sì che il progetto fosse interamente erogato, siamo ricorsi in tribunale. Noi siamo fortunati, perché conosciamo l’avvocato volontario di Autismo Abruzzo, che si è messo a disposizione a titolo gratuito: diversamente, gli onorari sono tra i 2 e i 3 mila euro. Abbiamo avuto una prima udienza a luglio e ottenuto l’accoglimento da parte del giudice, che ha condannato la Asl imponendole di garantire le risorse economiche per il progetto. Ma la Asl, anziché ottemperare, ha contestato la metodologia Aba e fatto ricorso a sua volta. Ad agosto abbiamo avuto l’udienza, davanti al tribunale collegiale. E lì abbiamo preteso e ottenuto il reintegro delle ore mancanti e la continuità terapeutica. Ma la Asl, anche in questo secondo caso, ha fatto finta di niente. Ora per fortuna anche la nostra associazione ha un suo avvocato volontario, padre di una ragazza autistica: grazie a lui abbiamo potuto depositare al Tar un ulteriore ricorso. Ma se avessi dovuto pagare tutto, se ne sarebbero andati tra i 7 mila e gli 8 mila euro: una spesa immane, di cui avrebbe risentito l’andamento della cassa familiare. Per questo, anche se gli esiti dei ricorsi sono quasi tutti positivi e a favore delle famiglie, non tutte se la sentono di affrontare una simile impresa. La disponibilità di associazioni e avvocati volontari è quindi fondamentale e può fare davvero la differenza, in queste battaglie per il rispetto dei diritti”.