Contro i pregiudizi Mattarella visita a sorpresa la scuola dei bimbi cinesi

da la Repubblica

«Chi è entrato in classe? », chiede la maestra. «Il preside! » risponde un bambino. Sergio Mattarella ride divertito. «Il vicepreside» azzarda un altro ragazzino. Poi un terzo alunno ha la risposta giusta: «Ma è il presidente della Repubblica italiana! ».

Ore 9,30 di ieri, una giornata che non dimenticheranno all’Istituto comprensivo statale Daniele Manin, all’Esquilino, uno dei quartieri più multietnici di Roma, che ospita da sempre una cospicua presenza di cittadini di origine cinese. «Una bellissima sorpresa», dicono le insegnanti andando incontro al Capo dello Stato, giunto in visita.

Mattarella ha deciso la sera prima di presentarsi spontaneamente, proprio mentre nel Paese dilaga la psicosi sul Coronavirus, col suo corollario di razzismi e sinofobia. Già domenica scorsa Mattarella aveva inviato una lettera al leader cinese Xi Jinping per ribadire la sua amicizia a Pechino, un gesto distensivo dopo la decisione del governo Conte di chiudere lo spazio aereo da e per la Cina.

Ieri ha voluto compiere un ulteriore passo. Presentarsi a scuola e stringere personalmente la mano ai bambini. Un gesto significativo nei confronti della comunità cinese che vive a Roma, le cui attività economiche hanno subito un brusco arresto. Ma anche uno schiaffo ai pregiudizi. «Lo abbiamo saputo alle 8,30», ha ammesso la preside, Manuela Manferlotti.

Visita privata, in compagnia della figlia Laura. Incontra due classi delle elementari, due della scuola d’infanzia, due delle medie. «Stavamo facendo una lezione sul significato dell’amicizia e della pace, e sull’inclusione, il nostro pane quotidiano», lo informa una maestra delle elementari. «Amicizia e pace sono fondamentali», dice Mattarella, rivolto ai bambini.

L’istituto ha circa 800 alunni. Il 45 per cento è di origine straniera, in alcune classi si supera il 50%, i cinesi sono circa 120. Tutti parlano tra loro in italiano naturalmente e gli alunni delle medie accolgono il capo dello Stato cantando l’inno di Mameli.

Mattarella sembra a suo agio, sciolto per una volta dalle rigidità del protocollo. Osserva il cartello con la scritta sull’articolo 34 della Costituzione: “La scuola è aperta a tutti”. «Questo è molto bello», commenta. I ragazzi sventolano fazzoletti tricolori.

Alla materna la maestra spiega che i bambini stanno leggendo i Viaggi di Gulliver, perché il segreto è «imparare a stare bene insieme». «Grandissimi complimenti », approva il Presidente. Tutti accorrono per la foto di gruppo. «Qui la psicosi non è mai entrata», rivela la preside. «Il clima è sempre stato tranquillo. Siamo una scuola abituata all’inclusione, la sperimentiamo nella quotidianità, la scuola non chiude mai, perché il pomeriggio si tengono molte attività. Il suo gesto è importante. Ha voluto dare un messaggio di serenità di fronte a timori ingiustificati ».

Il plauso al gesto del Presidente della Repubblica è bipartisan. Da Nicola Zingaretti a Luigi Di Maio, da Maria Stella Gelmini a Virginia Raggi. Solo la destra leghista e di Fratelli d’Italia tace. «Ringraziamo il Presidente Sergio Mattarella per aver fatto visita alla scuola Manin, frequentata da moltissimi alunni della comunità cinese» è il post pubblicato sulla pagina Facebook dell’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia.

Poco dopo le 10 Mattarella e il suo seguito lasciano la scuola per tornare al Quirinale. «Auguri a tutti, buono studio», dice il presidente agli studenti prima di andare via. Sui social il video sulla visita girato dal Quirinale poco dopo sarà virale.