Coronavirus: Ministro Speranza “consiglia” alle famiglie di tenere a casa i bambini

da La Tecnica della Scuola

Nel timore di mettere in atto provvedimenti che potrebbero essere considerati “politicamente scorretti” se non addirittura discriminatori, il Ministero della Salute, in accordo con il Miur, ha aggiornato la circolare della scorsa settimana in materia di “Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina”.
“La circolare – chiarisce un comunicato del Ministero della Salute – riguarda i bambini che frequentano i servizi educativi dell’infanzia e gli studenti, fino alla scuola secondaria di secondo grado, di ogni nazionalità, che nei 14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall’epidemia”.
Il Ministero aggiunge anche che la misura di precauzione prevista è quella di una sorveglianza attiva, quotidiana, del “Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento” attivato dal dirigente scolastico su segnalazione della famiglia.
“Tale monitoraggio – si spiega – consiste nella puntuale verifica della febbre e dei sintomi tipici1 del nuovo coronavirus 2019-nCoV”.
Il comunicato prosegue: “Fermo restando il diritto inalienabile di bambini e ragazzi, di qualsiasi nazionalità, di frequentare liberamente e regolarmente la scuola in assenza di evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario, in uno spirito di massima precauzione, il Dipartimento favorisce una ‘permanenza volontaria fiduciaria’ a casa sino al completamento del periodo di 14 giorni dalla partenza dalla Cina”.
Conclude il Ministero di Roberto Speranza: “Il Ministero della Istruzione con il quale l’aggiornamento della circolare è concordato, con un suo autonomo provvedimento darà indicazione ai dirigenti scolastici affinché tali assenze siano considerate giustificate”.

La circolare ha già raccolto il plauso dei governatori delle regioni “leghiste” che avevano previsto l’obbligo di certificazione medica per il rientro a scuola ma ha anche provocato le proteste di Italia Viva secondo cui non è ragionevole scaricare sulle famiglie una decisione dalla quale dipende la sicurezza di tanti altri alunni.