Ecco i concorsi per i primi 49mila prof: quiz da 80 quesiti per i precari

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da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Corsa contro il tempo per chiudere l’iter di approvazione e varare entro febbraio i due bandi (ordinario e per i precari con 3 anni di servizio): la ministra non ha dichiarato l’urgenza

La corsa contro il tempo è iniziata. Dal 4 febbraio il Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi) ha ricevuto i due decreti ministeriali sui due concorsi per 49mila posti da insegnante. Poiché la ministra Azzolina non ha attivato la procedura di urgenza, il suo parere può arrivare entro 40 giorni. Ma c’è un gentlemen’s agreement per vararli entro febbraio così da provare ad avere i primi docenti in cattedra già a settembre. Per la procedura straordinaria destinata ai precari con 3 anni di servizio è previsto solo un quiz da 80 quesiti e la valutazione dei titoli; per quella ordinaria invece due scritti e un orale preceduti da una prova preselettiva nelle regioni con più candidati.

La procedura semplificata per i precari di lungo corso

I concorsi saranno banditi insieme come promesso più volte dalla ministra Azzolina e come del resto previsto dal decreto scuola convertito a dicembre. Ma la procedura straordinaria da 24mila posti per il prossimo triennio tra medie e superiori, per sua natura, avrà tempi più rapidi. Si articolerà in un’unica prova al Pc con 80 quesiti. Come conferma uno dei due decreti inviati al Cspi per il parere di rito. Che circoscrive la platea dei destinatari ai prof con 3 anni di insegnamento alle spalle tra l’anno scolastico 2008/2009 e il 2018/2019 (mentre chi li matura solo nel 2019/2020 sarà ammesso con riserva).

Le materie dei quiz
La prova scritta sarà così articolata: 45 quesiti per le competenze disciplinari relative alla classe di concorso richiesta; 30 per le competenze didattico/metodologiche e 5 per la conoscenza dell’ inglese.
Per il sostegno invece ci saranno: 15 quesiti normativi; 30 di ambito psicopedagogico e didattico; 30 su conoscenza delle disabilità e degli altri bisogni educativi speciali; 5 di inglese.

Come verrà attribuito il punteggio
Ogni risposta esatta varrà 1 punto mentre quella sbagliata varrà zero. A disposizione ci saranno 80 punti e per superare il test bisognerà ottenerne almeno 56. Chi supererà questa soglia, senza tuttavia ottenere una cattedra, potrà partecipare alla procedura di abilitazione prevista anch’essa dal decreto scuola (ma che verrà affidata a un successivo decreto).
A determinare il punteggio finale in centesimi interverrà anche la valutazione dei titoli. A disposizione ci saranno altri 20 punti di cui uno per ogni anno di servizio. Una scelta troppo risicata a sentire i sindacati che hanno già avviato la mobilitazione.

Il concorso ordinario
Sul tavolo del Cspi c’è anche il decreto che disciplina l’altro concorso in stand-by da mesi: quello da 25mila per medie e superiori. A cui potranno partecipare sia i prof già abilitati sia i neolaureati in possesso dei 24 Cfu richiesti dalla legge per insegnare. Sempre su base regionale e sempre sulla base dei posti che risulteranno disponibili.

L’articolazione delle prove
Trattandosi di un concorso ordinario gli scritti saranno due: uno curriculare e uno sulle metodologie didattiche. Entrambi attribuiranno 40 punti e ne serviranno almeno 28 per passare. Dopodiché si passerà all’orale che servirà ad accertare la capacità didattica e assegnerà altri 40 punti.
A sua volta, come per il concorso straordinario, la valutazione dei titoli attribuirà altri 20 punti. Il tutto, nelle regioni con un alto numero di domande, potrebbe essere preceduta da una prova preselettiva a risposta multipla.

Il fattore tempo
Diversi per destinatari e per articolazione delle prove i due concorsi dovrebbero arrivare al traguardo in tempi diversi: quell’ordinario solo a partire dall’anno scolastico 2021/22; quello straordinario già dal 2020/21. Ma per riuscirci il fattore tempo è cruciale. Per questo ha generato più di una curiosità la scelta della ministra di non attivare la procedura d’urgenza per il parere del Cspi. Che potrà dunque arrivare entro i 40 giorni canonici anziché i 15 giorni sprint.
Una scelta dettata dalla volontà di non esacerbare ancora di più gli animi con i sindacati e a cui – stando a quanto risulta al Sole 24Ore – sarebbe comunque seguito il gentlemen’s agreement di arrivare al parere in un tempo tale da consentire a Lucia Azzolina di presentare i bandi entro fine febbraio. Come promesso più volte.