Informatica dalle elementari ma le maestre non sono pronte

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da Il Messaggero

Si scrive coding, si legge programmazione informatica e diventa materia di studio entrando a scuola dalla porta principale. Il governo infatti prevede di portare la programmazione tra i banchi dei bambini fin dalle scuole elementari ma, prima, bisognerà pensare a formare le maestre. L’idea è quella di preparare gli studenti anche più giovani a costruire siti web o a sviluppare applicazioni, come se si trattasse di equazioni o problemi di geometria. Un progetto che parte dal ministero dell’innovazione: «Stiamo parlando molto con il ministero dell’istruzione ha dichiarato la ministra Paola Pisano – per inserire la programmazione informatica nelle scuole come materia vera e propria. Un’iniziativa che si potrebbe attuare: ci aspettiamo che nella nostra visione a cinque anni ci sia questa materia sui banchi di scuola sin dalla prima elementare».

LE CARENZE

L’introduzione dovrà essere graduale e dovrebbe partire dal 2022. La scuola, a questo appuntamento, deve farsi trovare pronta. E non sarà semplice. In molti casi mancano infatti all’appello sia gli strumenti informatici nelle scuole sia i docenti con le giuste competenze per portare l’informatica in cattedra. Un recente sondaggio del sito specialistico skuola.net, su un campione di settemila studenti tra le scuole medie e superiori, rivela che il 43% dei ragazzi non usa l’aula computer a scuola e inoltre, per quanto riguarda l’uso di strumenti informatici portati da casa, ben 6 studenti su 10 non hanno la rete wi-fi messa a disposizione dalla scuola. Circa il 60% dichiara di non aver avuto lezioni di informatica e conoscenze digitali, come ad esempio la programmazione, nell’ultimo anno e quindi, inevitabilmente, 8 intervistati su 10 ammettono di non aver mai creato un sito a scuola. E non è solo un problema della scuola visto che secondo il Desi, l’indice digitale europeo per il 2018, l’Italia – per il quarto anno consecutivo – si piazza al 25esimo posto su 28 Paesi membri dell’Ue per le competenze e l’utilizzo del digitale.
«Il coding deve essere considerata come la quarta abilità di base per le nuove generazioni di studenti ha spiegato la deputata di Forza Italia Valentina Aprea, capogruppo della Commissione Cultura – insieme al leggere, allo scrivere e al far di conto. Non c’è più molto tempo, soprattutto se bisognerà formare tutti i docenti della scuola italiana a queste nuove competenze. Attualmente il digital divide dei docenti italiani rappresenta una tra le criticità più vistose della scuola italiana».

I FONDI

La ministra Lucia Azzolina si è già dichiarata pronta ad investire nella didattica innovativa, per coinvolgere al meglio gli alunni fin dalle elementari. E l’età sembra essere quella giusta, così assicura infatti Barbara Riccardi, finalista italiana al Global Teacher Prize e docente di scuola primaria che ha iniziato anni fa a praticare il coding tra i suoi piccoli studenti: «Noi siamo cresciuti con la penna, i nostri ragazzi invece useranno il computer per ogni tipo di lavoro che faranno. Fin dalla scuola primaria va introdotto il linguaggio informatico con l’utilizzo del pc. È possibile usare robottini e programmi didattici dalla scuola dell’infanzia alle elementari». Per far partire la programmazione e lo studio dell’informatica nelle scuole verranno investiti 8,2 milioni di euro per il lavoro dei cosiddetti animatori digitali negli istituti: si tratta dei docenti scelti che devono promuovere attività informatiche tra gli studenti e la formazione tra gli insegnanti.
Lorena Loiacono