ALLARMISMO NO, MA MISURE PRECAUZIONALI SI

CORONAVIRUS 2019-NCOV, ALLARMISMO NO, MA MISURE PRECAUZIONALI SI

Le notizie che pervengono dalla Cina, purtroppo, non sono confortanti. Per come affermato dalla virologa Ilaria Capua, ospite di Myrta Merlino a “L’aria che tira”, su La7, “Ogni malattia infettiva ha un periodo di incubazione, durante il quale il soggetto infetto non mostra sintomi. Il contagio certo che avviene anche senza sintomi. Una persona che comincia a starnutire è infetta”. Particolarmente significativo il suo appello alle aziende, “Le aziende che hanno la possibilità di far lavorare i propri dipendenti con il telelavoro, qualora ci fosse un contagio importante, per piacere comincino a pensarci. Questa infezione non andrà via in una settimana, questa infezione arriverà in Italia, farà il giro del mondo, combinerà dei guai nei Paesi più poveri e quindi organizziamoci“.

Tutto ciò lascia prelude ovviamente un possibile contagio massivo, per cui pur non volendo in alcun modo suscitare allarmismo, l’Associazione Nazionale Docenti, nei giorni scorsi ha inviato una nota a ministri dell’Istruzione e della Sanità.

La diffusione esponenziale del coronavirus 2019-nCoV, -scrive il prof. Francesco Greco, presidente dell’Associazione Nazionale Docenti- per come già evidenziato negli interventi di codesti ministeri, impone, pur con le dovute accortezze, azioni ispirate al principio della massima precauzione, in particolare in quei luoghi maggiormente esposti e vulnerabili quali le scuole.

Al riguardo, -continua Greco- riteniamo necessario chiedere ai capi di istituto, agli enti locali e agli Uffici di Igiene Pubblica l’adozione, tra altre, di alcune misure essenziali che rientrano nell’ordine di un rafforzamento dell’igiene pubblica. In particolare, che i capi di istituto dispongano una maggiore vigilanza riguardo l’accesso a scuola di alunni e studenti che presentino sintomi febbrili; che gli enti locali dispongano una disinfestazione generale e straordinaria delle scuole e dei luoghi di accesso degli studenti (palestre, laboratori, etc.). Naturalmente, altrettanto andrebbe fatto in strutture esterne ad alta presenza di persone.

Quanto richiesto, -conclude Greco- sicuramente non è in contrasto con “il diritto inalienabile di bambini e ragazzi, di qualsiasi nazionalità, di frequentare liberamente e regolarmente la scuola in assenza di evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario”, anzi mira proprio ad assicurare tale diritto a tutti, in condizioni di sicurezza per la salute pubblica.”