Sviluppo sostenibile

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Un’esperienza scolastica di costruzione sociale “dello sviluppo sostenibile”[2]

di Carlo De Nitti[1]


Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi.

            ERNST HEMINGWAY[3]

Il Mediterraneo realizza il proprio equilibrio vitale a partire dalla triade ulivo – vite – grano.

FERNAND BRAUDEL[4]

Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la sopravvivenza di un’autentica vita umana sulla terra.

HANS JONAS[5]

Siamo in un’epoca […] che non è l’epoca della soluzione […] è l’epoca di san Giovanni Battista, cioè di colui che cerca di annunciare e di preparare il messaggio.
Noi non abbiamo il messaggio. Quel che possiamo fare è porre i problemi e formulare le contraddizioni, è proporre la morale provvisoria.

EDGAR MORIN[6]

Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta […]    Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino […] molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri […]
Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale.

PAPA FRANCESCO[7]


  • RINGRAZIAMENTI

Non mi è possibile iniziare questo intervento senza ringraziare gli organizzatori di questo Convegno, che hanno voluto che intervenissi, in qualità di dirigente scolastico di un I.I.S.S. che ha fatto dello sviluppo sostenibile uno dei punti forti della sua mission nella comunità territoriale al cui servizio si pone.

L’I.I.S.S. “Elena di Savoia – Piero Calamandrei” di Bari – che chi scrive ha l’onore di dirigere da cinque anni scolastici – non si sarebbe avviato lungo la via della sostenibilità senza il convinto e fattivo contributo dei docenti che, in modi, forme, sensibilità e tempi diversi hanno pensato, progettato, cooperato, monitorato e valutato in questa direzione. Senza il loro diuturno impegno l’I.I.S.S. non sarebbe qui a testimoniare la propria storia attraverso queste righe: a loro tutti il più vivo e sentito ringraziamento della comunità scolastica tutta e mio personale.

Altresì l’offerta formativa dell’I.I.S.S., invero descritta in altro testo recente[8] cui si rimanda per chi voglia approfondirla, non può essere pensata e realizzata se non nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.

  1. LA SCIENZA E LA TECNOLOGIA PER L’UOMO

La frase di Hans Jonas in esergo – un imperativo categorico di palese discendenza kantiana[9] ripensato radicalmente nel nostro tempo – tratta dall’opera più importante del noto filosofo ebreo appare verosimilmente un’ottima definizione di sostenibilità.

Chi scrive ritiene che essa abbia il suo antecedente nel concetto di scienza inteso come problema filosofico dell’uomo che intende finalizzarla al bene–essere dell’umanità (tutta) medesima. Non è questa la sede per discorrere di intenzionalità filosofica della scienza né di critica di tutti i positivismi con qualsiasi semantica si presentino e di tutti i loro esiti[10], ma il tema dell’intenzionalità della scienza e della tecnica è, a parere di chi scrive, l’antecedente logico e filosofico dello sviluppo sostenibile in tutte le sue forme[11].

  • COSA  SI INTENDE PER “SCUOLA SOSTENIBILE”?

A normativa vigente, nel XXI secolo, in un curriculum scolastico la sostenibilità non può non avere una posizione centrale; una scuola “sostenibile” è quella che mira al principio delle tre cure: cura del proprio sé, dell’altro da sé, dell’ambiente naturale.

Essa si deve preoccupare per l’energia e l’acqua che consuma, i rifiuti che produce, il cibo che si consuma al suo interno, il traffico che genera verso la scuola nonchè per tutte le opportunità che possono interessare la comunità territoriale.

Un’istituzione scolastica che voglia porsi nel cammino dello sviluppo sostenibile deve, adempiendo in modo pregnante ai sensi della vigente normativa sulla materia, declinare il proprio curriculum di istituto e la propria progettualità consegnata al P.T.O.F. verso le tematiche del campo ambientale, per esempio, con attenzione continua alla riduzioni delle emissioni di biossido di carbonio.

Parimenti, non può non perseguire, nelle quotidiane pratiche didattiche, una politica di riduzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti, con la responsabilità per tutti – adulti e bambin*/adolescenti/ giovani – di ridurre i consumi energetici e di acqua ed un’educazione alimentare nelle classi e nelle mense scolastiche (laddove presenti), promovendo i prodotti locali e una nutrizione rispettosa delle regole della corretta alimentazione, anche nel rispetto delle differenze individuali e delle diversità etniche e religiose.

E’ certamente, nelle possibilità delle iniziative delle istituzioni scolastiche autonome: promuovere iniziative – come “piedibus”, “ciclobus” et similia – per risparmiare energia, ridurre il traffico, l’inquinamento e promuovere la salute; curare parchi, giardini e cortili scolastici, per stimolare l’osservazione e la cura dei medesimi, anche quale fonte di benessere fisico e mentale delle ragazze e dei ragazzi.

Tutto questo non può che essere sostenuto da un costante processo di autoformazione ed apprendimento – anche organizzativo – permanente anche sulle tematiche ambientali anche in collaborazione reticolare con altre scuole a livello locale, nazionale ed internazionale: esso deve avere come vision l’attenzione vigile alle questioni globali, come la povertà, il cambiamento climatico e la nostra interdipendenza con le altre società e le altre economie in un’epoca come la presente caratterizzata dalla globalizzazione.

La sostenibilità si sviluppa più efficacemente nel mondo degli adulti se si inizia con le istituzioni scolastiche, e deve essere parte integrante di un curriculum scolastico con l’obiettivo di migliorare la qualità della scuola tutta e della società.

Lavorare nella scuola su temi della sostenibilità consente di pianificare giornalmente strategie di azioni, fornendo ai bambini, ragazzi e giovani le competenze ed i supporti, teoretici e metodologici, di cui hanno bisogno per meglio conoscere e controllare l’ambiente scolastico, il territorio e il mondo stesso. Quando un’istituzione scolastica inserisce nel suo P.T.O.F. la sostenibilità, non solo incomincia a interessarsi ed a curare l’ambiente, ma subentra anche l’entusiasmo per un nuovo apprendimento che è più reale, più vicino anche con la comunità del territorio che quel P.T.O.F. ha contribuito a redigere e condiviso con gli operatori della scuola.

  • L’ECONOMIA CIVILE

Questo I.I.S.S. si è avviato sul sentiero dello sviluppo sostenibile già nell’a.s. 2015/16, collaborando fattivamente con il Centro Studi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore “Giuseppe Lazzati” di Taranto[12], e con l’Unione Cattolica Imprenditori e Dirigenti (U.C.I.D.) dopo aver sottoscritto un protocollo d’intesa.

Intensi sono stati i rapporti – anche personali – intessuti e molto proficue le iniziative realizzate, nel quadro di un pensiero economico tutt’affatto che usuale e scontato quale quello incentrato sull’economia civile, che si configura come “un paradigma, cioè un particolare sguardo sulla realtà”[13], una weltanschauung.

In questa prospettiva, è stato organizzato presso la sede Calamandrei un Seminario per i docenti nel novembre 2015 ed un gruppo di essi – unitamente a chi scrive – si è recato in quel di Taranto nel dicembre per un incontro con il prof. Stefano Zamagni[14], presso la locale Camera di Commercio all’interno del Seminario di aggiornamento formativo per docenti e dirigenti scolastici su: “L’insegnamento dell’Economia Civile nelle scuole superiori” in collaborazione tra il Centro di Cultura ‘Giuseppe Lazzati’ dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Taranto e con l’Accademia Mediterranea di Economia Civile (A.M.E.C.).

La collaborazione è proseguita presso la sede “Calamandrei” dell’I.I.S.S. il 22 aprile 2016 con una sessione del gioco didattico “CIVILOPOLI: Scuola e impresa in gioco per un’economia civile”, al fine di “dare competenza ai sensibili e sensibilità ai competenti”.

4. DIPARTIMENTO DI ECONOMIA CIVILE E SOSTENIBILITA’[15]

Il Dipartimento di Sostenibilità ed economia civile – nato nel 2017 come Dipartimento di economia civile e  nel 2019 integrato con il termine ‘sostenibilità’  per rimarcare il nuovo orizzonte verso cui tendere per una scuola “green” – è costituito, a titolo volontario ed oblativo, da docenti di diverse discipline che avvertono la necessità di fare della scuola un luogo sperimentale in cui formare studenti preparati e cittadini consapevoli, per affrontare le grandi sfide di una società in repentina evoluzione. La scuola deve essere un punto di riferimento per la comunità territoriale di riferimento, promotrice della cultura in tutte le sue declinazioni: questo è possibile solo se si pone l’ambizione di essere “di qualità”, aperta ad esperienze e collaborazioni con la società civile.

Le linee guida che il Dipartimento si è dato si possono sintetizzare in tre punti: 1) legalità (con approfondimento su tematiche alimentari nel biennio e percorsi sui diritti nel triennio); 2) cittadinanza attiva; 3) sostenibilità.

Il Dipartimento di Sostenibilità ed economia civile ha trovato nel concetto di “sviluppo sostenibile” la chiave innovativa ed il cuore di una nuovo “fare scuola” in linea con l’Agenda 2030.

Numerose sono le attività promosse dal Dipartimento negli anni antecedenti: già nell’a. s. 2017-2018 l’I.I.S.S. ha aderito alla manifestazione “Giornata del Dono – Insieme per Donare”, promossa dal Centro di servizio al volontariato San Nicola, che ha coinvolto tutte le scuole del Polivalente per sensibilizzare gli studenti sulle attività del mondo del volontariato e del terzo settore.

La scuola inoltre partecipa tuttora alle attività promosse da Sapere Coop, proposte educative e laboratoriali sul tema dell’educazione al consumo consapevole con metodologie cooperative e di apprendimento tra pari.

Per l’approfondimento delle tematiche relative alla legalità è stato organizzato un ciclo di incontri con la dott.ssa e scrittrice Valeria Patruno con il progetto “I MIEI DIRITTI (umani) SONO I TUOI”, un incontro con la Guardia di Finanza di Bari sulla legalità economica e la partecipazione alla manifestazione promossa da Libera, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie, il 21 marzo 2018, a Foggia.

L’I.I.S.S. ha aderito alla giornata “Nontiscordardimè  – operazioni scuole pulite”, la storica campagna di volontariato di Legambiente dedicata alla cura degli ambienti scolastici per migliorare gli ambienti di apprendimento e di vita, dedicata alla pulizia dei giardini che circondano entrambe le scuole; l’attività è stata documentata dai ragazzi che hanno realizzato un video per partecipare al concorso “La scuola in un click” di Legambiente, attestandosi tra i primi tre vincitori a livello nazionale. Tale adesione si integra in un progetto dipartimentale “Per una scuola Polivalente” che mira a riqualificare il parco della sede di Japigia. La sede Calamandrei ha proposto il progetto “ALUNNI IN (PARTECIP)AZIONE” per il recupero e la valorizzazione di un bene comune individuato dagli alunni nel contesto urbano di riferimento.

La collaborazione con Legambiente si è ripetuta anche nell’a.s. 2018-2019 con l’adesione alla visita del Trenino Verde per approfondire le buone pratiche di una mobilità sostenibile e di un’economia circolare, con relativa partecipazione ad un flash mob sulla lotta allo smog per una migliore qualità della vita in città, e l’adesione al progetto “Volontari per Natura”, che, ancora una volta, si è incentrato sul monitoraggio dei rifiuti e della biodiversità della flora presente nel giardino del Polivalente e che si è conclusa con l’esperienza “Spiagge e fondali puliti” presso Cala San Giorgio per un’attività di monitoraggio e pulizia.

Il progetto “Per un parco Polivalente” ha spronato il dipartimento a partecipare al bando del Comune di Bari sulla formazione di Reti Civiche Urbane per arricchire l’offerta culturale dei diversi quartieri: la proposta della scuola è stata la creazione di un orto didattico nel giardino di entrambe le scuole. Tale partecipazione ha consentito inoltre al nostro istituto di entrare in contatto con i diversi soggetti presenti sul territorio e di avviare collaborazioni e progetti. In tal senso lavora anche il progetto ‘Dai “bisogni” alla realizzazione dei “sogni”’, un percorso di educazione alla partecipazione civilein  collaborazione con il Comitato spontaneo “Progetto Loseto”.

Per i temi relativi alla legalità e alla salute sono stati organizzati incontri per il progetto “No alcol no crash”, gestito dalla cooperativa sociale C.A.P.S., sulla stretta correlazione tra uso di sostanze psicoattive e incidentalità stradale nonché sulla sensibilizzazione e prevenzione primaria delle dipendenze patologiche, ed infine un incontro con  la Polizia di Stato,  “Io e Te alla Pari”,  intorno l’uso consapevole dei social network e contro la violenza di genere,  il bullismo ed il cyberbullismo.

Il Dipartimento si è arricchito di nuovi stimoli grazie alla relazione con l’Istituto “Tommaseo” di Milano per attuare insieme il progetto Sustainable Development School. Tale incontro ha messo capo ad una felice sintesi con l’organizzazione di un evento presso l’I.I.S.S. “La scuola dello sviluppo sostenibile” nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile. In tale occasione, l’Università degli studi di Bari Aldo Moro, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, la Sustainable Development School della cooperativa sociale Camelot di Milano, l’A.N.E.C. e l’I.I.S.S. hanno condiviso origini e sviluppi di una scelta didattica sperimentale da attuarsi nei prossimi anni con gli studenti.

Anche quest’anno scolastico si è aperto all’insegna di un lavoro condiviso, teso alla realizzazione di un modello si scuola orientata allo Sviluppo sostenibile, come nuovo paradigma che contribuisce a rafforzare l’identità dell’I.I.S.S. in tutti i suoi indirizzi: si lavora soprattutto per incentivare percorsi di formazione dei docenti e per reperire nuovi fondi e nuove risorse attraverso la partecipazione a bandi pubblici che aprano la scuola ad una dimensione di più ampio respiro.

La partecipazione alle Reti Civiche Urbane ha prodotto i suoi primi frutti attivando presso uno Sportello motivazionale e un Laboratorio informatico di riqualificazione urbana a disposizione dei ragazzi del nostro Istituto grazie all’A.P.S. Thesaurus, nell’attesa dei fondi che consentiranno la realizzazione dell’orto didattico.

La partecipazione al bando del M.I.U.R. sul “potenziamento delle competenze digitali e di cittadinanza attraverso metodologie didattiche e innovative” incentrate su percorsi sullo sviluppo sostenibile, da attuarsi in ciascun indirizzo della scuola, e al bando regionale per “Contributi straordinari per il pieno utilizzo degli spazi scolastici” per la riqualificazione del giardino aprono nuove e stimolanti prospettive al futuro lavoro della scuola.

Il Dipartimento si è posto inoltre l’ambizioso obiettivo di organizzare l’evento “We Bari”, in collaborazione con Camelot, Sustainable Development School, F.E.E.M. e il Comune di Bari, che prevede un ciclo di incontri di formazione per i docenti sull’educazione al bene comune attraverso la condivisione dei valori dello sviluppo sostenibile.

La scelta dell’educazione alla sostenibilità è un processo di formazione e ricerca che coinvolgerà più istituzioni locali e nazionali, ma è anche un progetto culturale che pone gli studenti e il territorio al centro di una rivoluzione formativa ed educativa che intende incidere sugli stili di vita e la mentalità di tutti i soggetti coinvolti a partire dal mondo della scuola. Pensare ad un futuro improntato allo sviluppo sostenibile significa cominciare a credere che il mondo si può cambiare facendo azioni concrete a partire dal proprio piccolo: il Dipartimento, dunque si impegnerà attivamente per costruire un modello formativo innovativo per attuare una trasformazione sociale, economica e ambientale orientata alla sostenibilità in tutte le sue declinazioni.

  • L’AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, com’è ampiamente noto, è un programma d’azione, sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, che mira alla prosperità del pianeta e dei suoi abitanti. Essa indica i diciassette 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, da raggiungere da parte della comunità internazionale in un quindicennio, entro l’anno 2030:

Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs)

Goal 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo;

Goal 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile;

Goal 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;

Goal 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti;

Goal 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;

Goal 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie;

Goal 7: Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni;

Goal 8: Incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti;

Goal 9: Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile;

Goal 10: Ridurre le disuguaglianze all’interno e fra le Nazioni;

Goal 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili;

Goal 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo;

Goal 13: Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le sue conseguenze;

Goal 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile;

Goal 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica;

Goal 16: Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficaci, responsabili e inclusivi a tutti i livelli;

Goal 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Si tratta di traguardi fondamentali, “Obiettivi comuni” che riguardano tutti i Paesi ed i loro cittadini, ogni persona: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino, necessario per portare il pianeta tutto verso la strada della sostenibilità. In primis, ma non avulso dal contesto degli altri sedici “goals” il quattro, concernente “un’educazione di qualità equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”.

Non vi è chi non veda in quei diciassette goals una rivoluzione del pensiero dominante, l’idea di un nuovo modello di sviluppo umano, una rivoluzione a 360 gradi: tutto questo non può non coinvolgere fin dalle fondamenta le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado: la vision, la mission, la progettualità e la gestione organizzativa. E’ una vera e propria “chiamata alle armi” … “la campana”[16] suona per tutti noi, operatori della conoscenza, l’esercizio dei “coscritti” di questa rivoluzione.

La rivoluzione oltre che educativa non può non essere didattica e, quindi, investire la didattica quotidiana militante[17]. La scuola delle competenze non può che essere anche scuola dello sviluppo sostenibile: rectius o è dello sviluppo sostenibile o non è delle competenze, in particolare, di cittadinanza attiva e responsabile.

  • COLLABORAZIONI: SLOW FOOD

La collaborazione con Slow Food prende abbrivo nell’anno scolastico 2017/18 mediante l’elaborazione e l’attuazione dell’Unità Didattica di Apprendimento “La festa di Pasqua tra Tradizione e Sostenibilità. Mangiare meglio, mangiare meno, mangiare tutti. Cibo buono, pulito e giusto”. Un lavoro che ha voluto accendere i riflettori sul tema dello Sviluppo Sostenibile e sulla

necessità improcrastinabile della presa di coscienza della situazione critica in cui versa il pianeta Terra e dell’assunzione di responsabilità per contrastarla attraverso il cambiamento degli stili di vita consumistici, tipici dell’occidente opulento e delle abitudini alimentari, additando ai discenti nei menù della tradizione pasquale – dove i principi della dieta mediterranea e del cibo buono pulito e giusto si coniugano naturalmente – un valido esempio[18].

La collaborazione si è intensificata durante l’anno scolastico 2019/20 attraverso la realizzazione dei Master of Food a cui hanno partecipato gli studenti ed i docenti dell’I.I.S.S.: il primo nell’ottobre del 2019 sul mondo dei formaggi ed un secondo che si terrà nel marzo 2020 sulle carni.

Slow food ha avuto, quindi, un ruolo decisivo nella presa di coscienza di tutti – studenti e docenti – nella direzione dello sviluppo sostenibile dell’azione didattica: tale consapevolezza è stata esemplificata da chi scrive, negli eserghi mediante la citazione dello storico francese Fernand Braudel.

  • COLLABORAZIONI: ASSOCIAZIONE BIOLOGI NUTRIZIONISTI ITALIANI

Un discorso peculiare, nell’ambito della costruzione di una scuola dello sviluppo sostenibile, merita la relazione non casuale e, si spera, neppure effimera con l’Associazione Nazionale di Biologi Nutrizionisti Italiani (A.B.N.I.) che l’I.I.S.S. che ho l’onore di dirigere ha iniziato ad intrattenere da quest’anno scolastico 2019/20.

Un’alimentazione sana si basa su principi ben noti, ma è sempre più chiaro come uno dei punti più critici da trasmettere è l’importanza della scelta e della preparazione del cibo. Queste operazioni routinarie e apparentemente banali costituiscono il momento cruciale in cui una persona dovrebbe mettere in pratica i principi per un’alimentazione sana e sostenibile, ma l’esperienza insegna che non sempre è così.

Per questo, con lo scopo di fornire una formazione professionale sempre più efficace e completa ai nostri discenti questo I.I.S.S. ha deciso di aprirsi a lezioni di CUCINA NUTRIZIONALE che non si limita a descrivere gli alimenti in base al loro apporto calorico e/o al loro contenuto in macro e micronutrienti, ma si propone di approfondire specificatamente la loro azione fisiologica e profilattica.

All’interno di queste lezioni, anche i discenti dell’I.P.S.S.E.O.A. potranno apprendere in nuce competenze professionali utilissime per il prosieguo dei loro studi e della loro futura attività lavorativa:
• applicare la teoria e le innovazioni della ricerca scientifica, alla pratica professionale giornaliera;
• applicare nella propria pratica professionale la conoscenza della tradizione alimentare mediterraneae delle proprietà degli alimenti;

• suggerire e realizzare le migliori combinazioni di alimenti, le modalità di cottura più salutari, l’uso delle spezie adeguate, ecc. in un contesto professionale;

• apprendere delle ricette, frutto di passione e ricerca, ideate al fine di poter fungere da veri e propri coadiuvanti nella cura con il cibo;

• vedere all’opera chef esperti e poter interagire con loro durante la preparazione delle ricette[19].

Tutto ciò – sia consentito a chi scrive di dirlo con una punta di orgoglio – è peculiarità specifica di questo, quasi neonato[20], istituto alberghiero che non vuole essere nella sua mission la copia più o meno riuscita degli altri I.P.S.S.E.O.A. già presenti storicamente sul territorio cittadino o, più recentemente, in quello suburbano.

  • VERSO IL DOMANI: PROSPETTIVE

La reticolarità che unisce l’istituzione scolastica con la comunità territoriale al cui servizio essa si pone è la via regia per la costruzione dello sviluppo sostenibile attraverso i/le bambini/e ed i/le ragazzi/e che la frequentano. E’ la scuola che non può non interfacciarsi[21] sempre meglio con i soggetti qualificati che lo sviluppo sostenibile promuovono e sostengono nei più diversi campi.

Lunga è ancora, a parere di chi scrive, la strada da percorrere nel segno dello sviluppo sostenibile e di una vita sociale diffusa nel segno della sostenibilità: sicuramente non si ferma qui l’impegno educativo della comunità scolastica che ho l’onore di dirigere, in cui operano docenti intimamente convinti che quella dello sviluppo sostenibile è l’unica via per assicurare un futuro ai nostri figli, ai nostri discenti, alle generazioni future.

  • FONTI NORMATIVE
  • D.P.R. 275/1999;
  • L. 107/2015;
  • D. M. 61/2018;
  • Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015: 70/1. Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
  1. BIBLIOGRAFIA[22]
  1. BELLINO FRANCESCO, Etica della solidarietà e società complessa, Bari 1987, Levante;
  2. BELLINO FRANCESCO (a cura di), Trattato di bioetica, Bari 1992, Levante;
  3. BELLINO FRANCESCO, I fondamenti della bioetica. Aspetti antropologici, ontologici e morali, Roma  1993, Città nuova;
  4. BELLINO FRANCESCO – GUIDO COSIMO (a cura di), Bioetica ed educazione. Itinerari didattici, Lecce 1992, Milella;
  5. BERGOGLIO JORGE MARIO (Papa Francesco), Laudato sì, Roma 2015, Libreria Editrice Vaticana;
  6. BRAUDEL, FERNAND, Memorie del Mediterraneo. Preistoria e antichità, Milano 1998, Bompiani.
  7. BRUNI LUIGINO – ZAMAGNI STEFANO, Economia civile, Bologna 2015, Il Mulino;
  8. DE NATALE FERRUCCIO, La fenomenologia e i due irrazionalismi, Bari 1980, Dedalo;
  9. DE NATALE FERRUCCIO, Tra ethos e oikos. Studi su Husserl, Heidegger e Jonas, Bari 2001, Palomar;
  10. DE NATALE MARIA LUISA – DE NITTI CARLO (a cura di), Educare la persona “senza confini”. I linguaggi artistici nella scuola: un modello formativo, Bari 2019, Cacucci;
  11. DE NITTI CARLO, Bioetica ed etica della responsabilità, in BELLINO, FRANCESCO, a cura di, Op. cit., pp. 338 – 345;
  12. DE NITTI CARLO, La sfida della bioetica in una società complessa, “Chaos”, I, 1993, 1, pp. 53 – 58;
  13. HUSSERL EDMUND, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Introduzione alla filosofia fenomenologica, Milano 1975, Il Saggiatore;
  14. JONAS HANS, Il principio responsabilità. Per un’etica della civiltà tecnologica, Torino 1979, Einaudi;
  15. LOGOZZO MONICA – PREVITALI DAMIANO – STANCARONE MARIA TERESA, La rendicontazione sociale, Napoli 2019, Tecnodid;
  16. MONTEFUSCO TOMMASO, Le competenze. Progettare, valutare, certificare, Bari 2013, Edizioni dal Sud;
  17. MONTEFUSCO TOMMASO, Competenze chiave europee RAV. Quali sono, come si valutano, con quali rubriche. Con espansione online, Milano 2018, Pearson Academy;
  18. MONTEFUSCO TOMMASO, Competenze di cittadinanza e didattica inclusiva. L’Agenda 2030 e UDA sulla cittadinanza, Bari 2019, Edizioni dal Sud;
  19. MORIN EDGAR, Tesi sulla scienza e l’etica, in BELLINO FRANCESCO, Op. cit., pp. 13 – 18;
  20. PACI ENZO, Funzione delle scienze e significato dell’uomo, Milano 1963, Il Saggiatore;
  21. SANTOMAURO GAETANO, Per una pedagogia in situazione, Brescia 1967, La Scuola;
  22. SEMERARI GIUSEPPE, Responsabilità e comunità umana. Ricerche etiche, Manduria 1960, Lacaita;
  23. SEMERARI GIUSEPPE, Civiltà dei mezzi civiltà dei fini. Per un razionalismo filosofico – politico, Verona 1979, Bertani;
  24. SEMERARI GIUSEPPE (a cura di), La scienza come problema, Bari 1981, De Donato;
  25. SEMERARI GIUSEPPE, Insecuritas. Tecniche e paradigmi della salvezza, Milano 1982, Spirali;
  26. STANCARONE MARIA TERESA, Una guida per il PTOF. Dal piano triennale alla rendicontazione sociale: come orientarsi tra i documenti della scuola, Napoli 2019, Tecnodid.
  1. SITIGRAFIA

www.asvis.it

www.creadapugliaonlus.it

www.disavoiacalamandrei.edu.it

www.prospettivapersona.it

www.scuolesceltaverda.com


[1] CARLO DE NITTI (Bari, 1960), laureato in Filosofia (1983) e perfezionato in Bioetica (1988), opera nella scuola pugliese da circa trentacinque anni: da tredici è dirigente scolastico, da cinque lavora per l’I.I.S.S. “Elena di Savoia – Piero Calamandrei” di Bari.

[2] Questo testo è la rielaborazione dell’intervento tenuto da chi scrive il 10 dicembre 2019 nell’ambito del Convegno “La costruzione della sostenibilità”, organizzato presso l’Aula Magna del Centre International Hautes Etudes Agronomiques Méditerranés – Istituto Agronomico Mediterraneo dalla Condotta di Bari dell’Associazione Slow food per festeggiare i trenta anni del Manifesto di Slow Food, firmato il 10 dicembre 1989 a Parigi.

[3] ERNST HEMINGWAY, Per chi suona la campana, Milano 1996, Mondadori.

[4] FERNAND BRAUDEL, Memorie del Mediterraneo. Preistoria e antichità, Milano 1998, Bompiani.

[5] HANS JONAS, Il principio responsabilità. Per un’etica della civiltà tecnologica, Torino 1979, Einaudi.

[6] EDGAR MORIN. Tesi sulla scienza e l’etica, in AA.VV., Trattato di bioetica, Bari 1992, Levante.

[7] PAPA FRANCESCO, Laudato sì, § 11 (il neretto è mio. N.d.A.).

[8] Cfr. CARLO DE NITTI, Educare la persona attraverso i linguaggi artistici: la progettualità “senza confini” di un I.I.S.S. in AA. VV., Educare “senza confini” la persona. I linguaggi artistici nella scuola, a cura di MARIA LUISA DE NATALE e CARLO DE NITTI, Bari, “Quaderni del C.R.E.AD.A. n° 6”, pp. 13 – 24.

[9] Si veda, a tal proposito, IMMANUEL KANT, Critica della Ragion Pratica, Bari 19  , Laterza, p.

[10] Si veda, a tal riguardo, FERRUCCIO DE NATALE, La fenomenologia e i due irrazionalismi, Bari 1981, Dedalo.

[11] Si può, a tal proposito, vedere l’allegata bibliografia su questo tema che, a parere di chi scrive, è sempre cruciale.

[12] Il Centro Studi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore “Giuseppe Lazzati” di Taranto – presieduto dal prof. Domenico Amalfitano, che, in questa circostanza, mi è gradito cogliere l’occasione per ringraziare a nome della comunità scolastica tutta e mio personale –  ha accompagnato ab ovo passi questo I.I.S.S. sulla via dello sviluppo sostenibile, allorché ha mosso i suoi primi passi anche organizzativi verso la tematizzazione nel suo curricolo dell’economia civile.

[13] LUIGINO BRUNI – STEFANO ZAMAGNI, L’economia civile, Bologna 2015, Il Mulino, p. 130. “A noi piace vivere e pensare l’economia civile come un processo o movimento culturale, inclusivo ed eterogeneo, i cui protagonisti non sono adepti di una ‘chiesa’ ma persone appartenenti a periodi storici diversi, tradizioni e scuole di pensiero differenti, accademici, imprenditori e giovani, accomunati tutti dall’intendere l’economia come un impegno civile pluralista, attenta alla vita e non dogmatica, interdisciplinare e storica” (Ibidem).

[14] Alla lettura di un volume dei proff. Bruni e Zamagni  – cfr. bibliografia infra – chi scrive queste righe, “sesto fra cotanto senno” nella scuola che dirige, deve quel poco che sa di economia civile.

[15] Esso – coordinato da una valente docente di discipline letterarie – è trasversale a tutte le classi di concorso ed i docenti vi partecipano su base assolutamente volontaria ed a titolo oblativo, in aggiunta al Dipartimento disciplinare cui afferiscono in ragione delle loro discipline di insegnamento.

[16] Pressoché pleonastico citare il notissimo romanzo del 1940 di Ernst Hemingway, di cui in esergo si trova un passaggio saliente.

[17] Si veda, nella bibliografia allegata, i volumi di uno studioso attento e documentato come Tommaso Montefusco.

[18] E’ in chi scrive indelebile memoria, a proposito di questa attività, di un incontro con S. E. Rev.mo Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo Metropolita di Bari-Bitonto. In questa sede, all’autore di queste righe è gradito rivolgere a S. E. un deferente pensiero di sentito ringraziamento. Egli, con grande e paterna disponibilità, ha ritagliato uno spazio di tempo tra i numerosi ed onerosi impegni della sua agenda, per rispondere alle domande preparate e postegli dai discenti dell’I.I.S.S. che chi scrive ha l’onore di dirigere.

[19] Corre l’obbligo, in questa sede, a chi scrive di rivolgere un sentito ringraziamento agli appassionati docenti che hanno permesso questa collaborazione tanto efficace per gli studenti dell’istituto.

[20] Questo I.P.S.S.E.O.A. è nato il 01.09.2014 – terzo ed ultimo in ordine cronologico dopo lo storico “Armando Perotti” ed il più recente ”Ettore Majorana” – e nell’a.s. 2018/19 si sono diplomati i suoi primi ‘eroici’ iscritti.

[21] Già nel D.P.R. 275/99, nell’art. 3, allorquando nasce il Piano dell’Offerta Formativa, il Legislatore attribuisce al Dirigente scolastico di attivare “i necessari rapporti con gli Enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio” (c. 3).

[22] Lungi dall’essere esaustiva della tematica affrontata, questa bibliografia evoca più che altro, ictu oculi, la biografia intellettuale di chi scrive… che chiede venia.