Le ragazze dei licei guidano il boom di presenze estere

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da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Sono in prevalenza ragazze, provengono dai licei, e come meta di approdo scelgono soprattutto Usa, Canada, e paesi europei.

Sono stati oltre 10mila, secondo l’ultimo Osservatorio sull’Internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca della Fondazione Intercultura, gli studenti delle scuole superiori che hanno trascorso all’estero un periodo di studio, compreso tra i tre mesi e l’anno, nel 2018/2019.

Il dato (la rilevazione è stato condotta su un campione di 400 dirigenti scolastici) ha suscitato scalpore perché ha registrato un deciso aumento rispetto agli anni scorsi (+38% sul 2016; addirittura +191% sul 2009, anno di attivazione dell’Osservatorio).

L’esperienza all’estero sta crescendo anche tra i ragazzi di istituti tecnici e professionali; e un buon riscontro c’è stato pure nelle regioni del Sud (43%, +12% dal 2016), dove la mobilità studentesca individuale sinora era stata meno diffusa.

Le esperienze di studio fuori dall’Italia non fanno “perdere” l’anno scolastico, al rientro; e soprattutto, sono equiparate ai fini dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (l’ex alternanza scuola lavoro): per riconoscerle contano le competenze acquisite e il parere del consiglio di classe.

Per gli studenti che frequentano all’estero l’intero anno scolastico, la normativa riconosce la possibilità di accedere alla classe successiva senza ripetere l’anno. Il ministero dell’Istruzione ha chiarito (nota 843/2013) che le esperienze di studio all’estero sono «parte integrante dei percorsi di formazione e di istruzione» e che sono «valide per la riammissione nell’istituto di provenienza».

La mobilità studentesca si conferma in aumento anche in entrata: in Italia entrano sempre più studenti stranieri, dai 2.800 di due anni fa ai 4.500 di adesso.

Se, dunque, da una parte si afferma una consapevolezza sempre più decisa da parte di studenti e famiglie verso la necessità di vivere un’esperienza internazionale (ma solo il 46% dei docenti la apprezza pienamente, -3 punti rispetto al 2016), nel complesso le scuole superiore in Italia continuano nel proprio percorso di progressiva apertura verso l’estero. L’indice di internazionalizzazione guadagna infatti 2 punti in più rispetto al 2016 (da 42 a 44), ma soprattutto 7 punti in più rispetto ai 37 al 2009.

Ogni anno con Intercultura sono selezionati e preparati oltre 2.200 studenti delle scuole superiori per trascorrere un periodo all’estero.

Nell’anno scolastico in corso circa 2.250 ragazzi tra i 15 e i 18 anni di età, sono (o sono stati) all’estero con un programma di Intercultura per un intero anno scolastico, un semestre, un trimestre un bimestre o quattro settimane estive.

Rispetto alle destinazioni più classiche come gli Usa e il Canada (destinazione del 21,8% dei ragazzi per un totale di 490 studenti) o come l’Australia e la Nuova Zelanda (4,8% per un totale di 109 studenti), il 24,7% degli adolescenti ha scelto di partire per l’America latina, il 13,4% per l’Asia, l’1,9% per l’Africa (42 i ragazzi dall’anno scolastico al bimestre: richiestissimi il Sudafrica e il Ghana, ma anche i programmi in Tunisia e in Egitto riaperti l’anno scorso dopo la loro chiusura durante la Primavera Araba). Infine il 33,4% ha scelto diversi paesi dell’Europa.

Tra le destinazioni più “gettonate” si confermano quelle dell’America latina: 555 gli studenti che hanno scelto Argentina, Brasile, Costa Rica, Messico, Cile, Honduras, Rep.Dominicana, Paraguay, Panamá, Colombia, Bolivia, Perù ed Uruguay.

Dall’altro capo del mondo, rasentano quota 100 i ragazzi che stanno trascorrendo un anno scolastico in Cina, mentre gli altri studenti vincitori per un programma in Asia (299 in totale) sono suddivisi tra Thailandia, Giappone, India, Filippine, Hong Kong, Indonesia, Malesia.

Chi invece ha preferito l’Europa (752 ragazzi) non ha scelto solamente i Paesi più classici e culturalmente simili a noi come la Francia, la Germania, l’Irlanda, la Spagna, il Portogallo, il Belgio, il Regno Unito, l’Austria, la Svizzera, ma anche quelli scandinavi (Finlandia, Norvegia, Islanda, Svezia, Danimarca) e quelli dell’Est Europa (Russia, Lettonia, Rep.Ceca, Serbia, Croazia, Bosnia, Slovacchia, Turchia Ungheria, etc.)

Ogni anno Intercultura mette a disposizione oltre 1.500 borse di studio a totale o parziale copertura dell’intera quota di partecipazione. Circa la metà delle borse di studio proviene dall’apposito fondo di Intercultura e consente la partecipazione ai programmi da parte degli studenti più meritevoli e bisognosi di sostegno economico (si va dalle borse totali che coprono il 100% della quota di partecipazione, a quelle parziali che coprono una percentuale variabile tra il 20% e l’80% della stessa). Le altre centinaia, tra borse di studio totali e contributi sponsorizzati, sono messe a disposizione grazie alla collaborazione tra la Fondazione Intercultura e diverse aziende, banche, fondazioni ed enti locali.

Per partecipare ai programmi all’estero di Intercultura occorre iscriversi al bando di concorso aperto ogni anno dal 1 settembre al 10 novembre (iscrizioni online sul sito www.intercultura.it). Anche quest’anno sono state più di 7mila le iscrizioni pervenute.