SCIOPERO SCUOLA 6 MARZO

UNICOBAS: COMUNICATO STAMPA NAZIONALE 24.2.2020

SCIOPERO SCUOLA 6 MARZO: DA CONFEDERALI ED AUTONOMI NON UNA PAROLA SUL CONTRATTO E SULL’IMMINENTE REGIONALIZZAZIONE. SOLO GIRAVOLTE E IMPUNITÀ SUGLI SCIOPERI. POI C’È IL CORONA VIRUS. A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI: L’UNICOBAS ANTICIPA LO SCIOPERO SCUOLA DAL 17 AL 6 MARZO, MA SU OBIETTIVI GENERALI DI SVOLTA: 6 MARZO MANIFESTAZIONE SOTTO MONTECITORIO h.9.00/14.00

1) I sindacati Confederali ed Autonomi hanno partorito il topolino. Nel comunicato col quale Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno cambiato data allo sciopero passando dal 17 al 6 Marzo, le richieste sono improntate al minimalismo più ridicolo. Lamentano solo la rottura del tavolo relativo al concorso (che non risolve i problemi strutturali del precariato) ed a nuovi, onerosi, percorsi di “abilitazione” per “spennare” gli aspiranti docenti; la mancata sanatoria di 2000 Dsga facenti funzione (cosa giusta ma non sufficiente); il mancato accordo sulla mobilità, territoriale e professionale (perché i pronta-firma, anziché pretendere l’abolizione della cattiva scuola renziana e della chiamata diretta, preferiscono “amministrare” in proprio le vergogne – mancanza di titolarità, etc. – che quella legge ha creato). Sembrerebbe uno “sciopero” fatto apposta per essere revocato domani 24 Febbraio dopo il previsto incontro col ministro, “appoggiandosi” anche al problema epidemiologico ed all’invito – non cogente – che prontamente la Commissione di Garanzia indirizza a tutti chiedendo la sospensione degli scioperi fino a tutto Marzo. Ma gli scioperi non solo veicoli di contagio (semmai il contrario) e l’Unicobas non revoca nulla.

2) Sintesi di quanto successo. Confederali ed autonomi sono diventati i padroni degli scioperi. Prima sbandierano lo sciopero del 17 Marzo (con un’indizione limitata ai soli precari e Dsga). Quando anche l’Unicobas lo proclama il 17 per tutta la categoria, in contraddizione con la regola della “rarefazione oggettiva” richiamata tante volte per impedire o differire scioperi del sindacalismo di base, estendono a tutta la categoria ed anticipano lo sciopero al 6 Marzo, senza che la Commissione di Garanzia eccepisca nulla nonostante non esista il previsto intervallo di 7 giorni con lo sciopero generale convocato (convocato anche dalla CIB Unicobas per il settore privato) per il 9 Marzo sulla questione di genere.

3) Pur stigmatizzando tali comportamenti, l’Unicobas assume come valore l’unità della categoria e l’urgenza di fronte al rischio che presto tutte le scuole italiane vengano chiuse per il corona virus. Allora: sciopero sì, ma per cosa? Bisogna dare l’opportunità alla Scuola di capitalizzare lo sciopero su una piattaforma decisiva, quella che l’Unicobas ha comunicato al Ministero: 

*Abolizione delle controriforme Moratti e Gelmini, nonché della chiamata diretta e della L. 107/15

*Soluzione strategica del problema del precariato. Doppio canale di reclutamento: 50% dei posti a concorso ordinario e 50% a concorso per titoli, per tutti i già abilitati con almeno un anno di servizio (180 gg.) anche cumulativi. I già abilitati (o idonei) non devono essere tenuti a sostenere altri concorsi per esami

*Soluzione della vertenza Ata ex EELL: riconoscimento pieno del servizio pregresso con adeguamento stipendi e pensioni; retribuzione del danno

*Piena sostituibilità per malattia per il personale Ata e congedo come per i docenti nelle scuole sottoposte a chiusura anti-contagio. Riconoscimento del ruolo di coadiuzione educativa

*No alla controriforma degli Organi Collegiali. Difesa dei Decreti Delegati

*Libertà d’aggiornamento. No all’aggiornamento istituzionale obbligatorio gestito dai sindacati pronta-firma e dalle loro associazioni. Il precedente fondamentale fu quando Cgil et similia imposero (1995) un contratto a punti legando gli scatti d’anzianità (gradoni) alla presenza a corsi d’aggiornamento Irrsae (occupati da Confederali & C.) e/o gestiti dalle loro appendici “formative” (le stesse sigle che volevano gestire l’aggiornamento quando, nella seconda metà degli anni ’80 nacque il Movimento della scuola). 

*No all’eliminazione della carta del docente. I “sindacatoni” sono interessati ai soldi della carta, che ora vanno in computer e libri… Quindi, o riescono ad introdurre l’obbligo del “loro…aggiornamento” o scippano la carta annacquandola nel “contratto” (col placet della Azzolina). L’aggiornamento deve essere di competenza del Collegio (senza imposizioni orarie standard), che a sua volta deve lasciare anche la giusta libertà al singolo docente. Tutte le ore d’aggiornamento devono essere retribuite a parte (com’era a suo tempo)

*Sì all’obbligo dai 3 anni ed alla generalizzazione della scuola dell’Infanzia, più estensione dell’obbligo sino alla fine della scuola Superiore di secondo grado. No alla defiscalizzazione delle rette per le scuole private

*Indizione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, scaduto (le ultime elezioni si tennero il 28 Aprile 2015, ed i componenti restano in carica 5 anni)

*Uscita dal D.Lgs 29/93: contratto con 250 euro d’aumento medio pro-capite

*Istituzione della classe di concorso per il sostegno

*Abolizione della trattenuta per malattia

*Abbassamento dell’età pensionabile

*Difesa della Scuola come Istituzione (no scuola-azienda/spettacolo/carnevale)

*No alla sparizione della Formazione Professionale di Roma

Su questa piattaforma, di ben altra qualità, l’Unicobas terrà una manifestazione nazionale a Roma il 6 Marzo: concentramento in Piazza di Monte Citorio, dalle h. 9.00 alle h. 14.00.

Stefano d’Errico (Segretario Nazionale)