Maturità, troppi 100 e lode ci sarà una stretta sui voti

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da Il Messaggero

 Cambiano i criteri di valutazioni alla maturità, perché tra i voti i conti non tornano: è cresciuto infatti in maniera impressionante il numero dei diplomati con 100 e lode ed è diminuito il bonus per premiarli. Non solo, le lodi vanno soprattutto al Sud e allora la scuola si prepara a nuove valutazioni per l’esame di Stato: il dubbio è che ci siano troppe disparità nei giudizi.
Il bonus per le eccellenze è stato istituito nel 2007 dall’allora ministro all’istruzione Giuseppe Fioroni che, in quella occasione, premiò i 100 e lode con mille euro da spendere in libri, testi universitari e abbonamenti a riviste scientifiche. Dei mille euro oggi ne restano appena 255: i ragazzi più meritevoli della maturità del 2019 avranno, infatti, solo 255 euro per la loro lode. Un quarto rispetto al bonus di 12 anni fa.

I NUMERI

Un calo legato al forte aumento delle lodi: nel 2007 furono circa 2.700, nel 2019 ce ne sono state ben 7365. Un boom tutto da analizzare. Soprattutto a livello geografico: la percentuale nazionale è dell’1,6% ma il maggior numero di lodi si registra infatti con il 3,4% in Puglia, a cui seguono Calabria, Umbria, Marche e Campania. La quota più bassa delle lodi è stata raggiunta invece nelle regioni del Nord con lo 0,7% della Lombardia, a seguire Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Trentino Alto Adige. La scuola italiana sembra divisa a metà, con gli studenti del Sud nettamente più bravi rispetto ai coetanei del Nord.
Il dubbio è che si tratti probabilmente di due modi diversi di valutare gli studenti, anche perché questa differenza viene ribaltata con gli esiti delle prove Invalsi e Ocse, dove le valutazioni più alte arrivano al Nord. Su questo aspetto si è concentrata una risoluzione, votata in VII commissione al Senato, in cui si chiede al governo di rendere i criteri di assegnazione dei punteggi delle commissioni esaminatrici più oggettivi ed uniformi possibili, su tutto il territorio nazionale. I tecnici del ministero dell’istruzione sono al lavoro per mettere a punto delle griglie di valutazione più dettagliate rispetto a quelle fornite lo scorso anno, quando vennero usate per la prima volta proprio per uniformare le valutazioni, lasciando comunque un ampio margine di discrezionalità negli indicatori. Le prossime griglie saranno probabilmente più specifiche.
Si chiede anche di chiarire le modalità di svolgimento del colloquio che non avrà più le buste a sorpresa, così come si dovranno esaminare le materie laboratoriali degli istituti tecnici e professionali e portare al livello B2 tutte le lingue del liceo linguistico, non solo la prima lingua straniera.

LE COMMISSIONI

«È necessario fornire alle commissioni esaminatrici il maggior numero di informazioni per svolgere al meglio gli esami di Stato – spiega la senatrice Bianca Laura Granato del M5S – lo scorso anno ci furono delle difficoltà per avviare le prove, fresche di riforma, dal colloquio con le buste alle griglie di valutazione senza criteri per i descrittori. Le richieste avanzate nella risoluzione derivano da un attento dialogo con docenti e dirigenti scolastici, li abbiamo ascoltati anche in merito alle simulazioni svolte nelle scuole dall’aprile del 2019. I docenti si sono sentiti liberi di esporre le loro critiche e noi siamo partiti da lì. Semplificare la normativa significa anche mettere i commissari al riparo da eventuali ricorsi da parte delle famiglie, dopo l’esame».
Nella risoluzione è presente anche la prospettiva di una commissione di esame completamente esterna, senza docenti interni, ma avrebbe costi più alti per il maggior numero di trasferte.
Lorena Loiacono