Il Cnel prepara le sue proposte di legge su orientamento, formazione e parità d’accesso

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da ItaliaOggi

Rafforzamento dell’orientamento, garanzia della parità di accesso a partire dai più piccoli e formazione permanente, soprattutto alla luce delle continue e rapide evoluzioni del mercato del lavoro». Gianna Fracassi, vicepresidente del Cnel, elenca le tre priorità per rilanciare il sistema dell’istruzione e della formazione durante la presentazione, giovedì, del documento sulla scuola elaborato proprio dal Cnel. «Per contribuire allo sviluppo del Paese», spiega, «occorre mettere al centro dell’agenda politica i temi dell’istruzione e della formazione»: «un’esigenza sentita da tutti, sia dalle associazioni datoriali che sindacali». Per questo motivo il Cnel sta valutando la possibilità di predisporre apposite proposte di legge. Il punto centrale da cui partire è l’orientamento; infatti, manca in Italia un efficace sistema per l’orientamento sia al lavoro che allo studio. L’obiettivo è fare dell’orientamento una politica strategica, incardinata nella programmazione scolastica. Per realizzarlo è rilevante per il Cnel la messa a sistema dell’apertura delle scuole oltre i tempi classici della didattica. Altro strumento è l’alternanza, superando il deficit di risorse necessarie. Inoltre, occorrerebbe realizzare in ogni regione le previste reti territoriali dei servizi per l’apprendimento permanente, composte dai tutti i soggetti, pubblici e privati, che si occupano, a livello territoriale, di istruzione, formazione e lavoro. Occorrerebbe, poi, introdurre strumenti preventivi della dispersione scolastica: un’anagrafe degli studenti, ma anche il fascicolo elettronico del cittadino e del lavoratore. Ma, soprattutto, per il Cnel serve un’offerta scolastica e formativa omogenea, con un relativo potenziamento degli organici, e di qualità in grado di affrontare i divari territoriali e sociali. Cruciale per la promozione della parità di accesso a un sistema educativo realmente inclusivo e di qualità è l’investimento sul sistema 0-6. Mentre la scuola dell’infanzia va generalizzata, così da delineare un percorso unitario da 0 a 18 anni.

Emanuela Micucci