Nipotini e nonni, genitori e insegnanti alla Grande Prova

Nipotini e nonni, genitori e insegnanti alla Grande Prova

di Gabriele Boselli

Non saranno i nipotini con il loro ritorno a scuola a contagiare i nonni. Per ora a casa, a giocare o, i più grandi, a studiare secondo le indicazioni degli insegnanti. Quello che li tiene e li terrà a casa non è un vento freddo ma di rapida folata. Durerà per mesi e forse anni, si acquieterà, tornerà. Muterà probabilmente la sua struttura molecolare e il nostro orizzonte di senso, il nostro modo di vivere.

Con grande assunzione di responsabilità di fronte al valore primario della permanenza in vita dei cittadini, il Governo, pur con un “Presidente per caso” come Giuseppe Conte che sta tuttavia mostrando intelligenza della situazione e coraggio, ha deciso con altre gravi misure la sospensione delle lezioni, provvisoriamente per due settimane ma probabilmente ben oltre. Praticamente sino alla fine dell’anno, che forse si concluderà forzatamente con diplomi e lauree “di guerra”. Perché quella che ci attende è una guerra, con enormi danni alle persone, all’economia e alle strutture dell’infuturazione come la scuola.

L’obbligata decisione è stata assunta nel contesto di altre severe e purtroppo incrementande misure finalizzate al contenimento di una pandemia quasi senza precedenti nella storia. Questa “cinese” appare paragonabile nell’età moderna solo alla “spagnola” del 1917/18/19. Un incubo, una cosa da film, come peraltro  i grandi incendi, le alluvioni e gli eventi climatici estremi di questi ultimi tempi che fanno quasi pensare a selezione quanti-qualitativa del pianeta nei confronti della specie che lo sta altrimenti portando a distruzione.

La scuola si atterrà come tutte le istituzioni dello Stato alle indicazioni del Governo ieri solennemente accreditate dal Presidente della Repubblica e nel contempo si prodigherà per esercitare la funzione docente nelle assolutamente inedite circostanze attuali: ripensamento profondo della propria missione, lezioni e gruppi di ascolto per via telematica, sostegno in tutte le forme  praticabili agli alunni con ipersingolarità, indicazioni a tutte le famiglie su come aiutare i ragazzi nello studio.

Spero che le previsioni pessimistiche siano smentite, che la struttura valoriale e politico-amministrativa della nostra società regga l’impatto e che la scuola – negli insegnanti e in tutte le sue componenti amministrative ed esecutive- reagisca proattivamente.

La scuola si regge su persone di cultura che amano studiare e che per vivere hanno scelto questo lavoro. Sanno prender responsabilmente parte alla storia e all’epoca, aperti al Novum e  all’altro nella varietà dei suoi volti. Sono soggetti operatori della “cura”.

Abbiamo avuto la felice sorte di poter spendere il nostro tempo di vita nell’essere parte del processo di generazione della cultura, contribuire all’evolversi della società, aprire spazi e offrire metodo al conoscere nonché di essere illuminati dalla curiosità, dall’intuizione, dall’impeto e dall’intelligenza delle nuove generazioni. Continueremo: la scuola ha saputo sinora dare risposte notevoli alle sfide del tempo; ha cercato soluzioni ai problemi che il mutamento delle tavole di valore nel tempo della globalizzazione antropica, sanitaria, economica e culturale ci poneva (e ci pone) davanti.

E poi potrebbe essere che per la prima volta i libri di testo non rimangano pressochè intonsi.