Didattica a distanza: non dimentichiamo gli alunni disabili

da La Tecnica della Scuola

Nell’attivare lezioni a distanza le scuole non devono in alcun modo dimenticare gli alunni disabili: lo sottolinea il Comitato torinese per l’Integrazione Scolastica.
L’associazione mette in evidenza “l’importanza delle indicazioni del decreto del Presidente del Consiglio del 4 marzo scorso, riferite all’impegno dei dirigenti scolastici ad attivare per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli alunni con disabilità”.
Sostiene il Comitato: “È importante che i dirigenti scolastici si attivino, anche coinvolgendo i Gruppi di Lavoro per l’Inclusione, per favorire le specifiche esigenze di questi allievi per i quali spesso non è possibile la fruizione della didattica on line senza l’ausilio di personale che faciliti la comunicazione”.
E’ fondamentale – ricorda l’associazione – tener conto che “già le disposizioni precedenti riferite all’educazione domiciliare (rafforzate dal decreto legislativo 96/2019) prevedevano per gli allievi con disabilità impossibilitati a frequentare la scuola la possibilità di usufruire di percorsi di istruzione presso il proprio domicilio”.
Il tema è di grande rilievo perché evidenzia la necessità di realizzare una vera e propria rete di soggetti istituzionali e non in modo da poter garantire i processi di inclusione.
“Il progetto educativo degli alunni disabili – spiega il Comitato – coinvolge insegnanti di sostegno, insegnanti curriculari, educatori assegnati dagli Enti locali per l’assistenza educativa specialistica per l’autonomia e la comunicazione e per questo motivo riteniamo che i dirigenti scolastici possano far riferimento a tutte queste figure per rispondere alle esigenze prioritarie degli allievi con disabilità, con particolare attenzione alle situazioni di gravità”.

Chiarito che si tratta di attività che, al momento, non rivestono carattere di obbligatorietà, si pone ovviamente il problema di come promuovere la partecipazione della scuola e soprattutto dei docenti.
Senza entrare nei dettagli di una questione che ha risvolti molto complessi anche di natura contrattuale, il Comitato per l’integrazione segnala che il maggior impegno dei docenti coinvolti in progetti di questo genere potrebbe essere sostenuto e incentivato con gli strumenti già a disposizione.
Il Comitato si propone anche di raccogliere esperienze e iniziative realizzate dalle scuole secondo questa logica in modo da darne conto nel prossimo numero di Handicap & Scuola, la rivista edita dal Comitato stesso.