Maturità, stop ai festeggiamenti dei “100 giorni” Didattica a distanza anche per i supplenti

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Ieri cadevano i 100 giorni all’esame di maturità, ma quest’anno i circa 500mila maturandi non li potranno festeggiare. Lo stop è legato all’attuale situazione di emergenza sanitaria, ed è previsto in una circolare del ministero dell’Interno, emanata in accordo con il dicastero guidato da Lucia Azzolina.

No all’affollamento di persone
Niente, quindi, più raccolte soldi in giro per le strade, cene e viaggi più o meno organizzati per “fare gruppo” e scacciare un po’ di paura in vista dell’esame di Stato che nei fatti segna la fine della scuola e il salto verso il futuro “da grandi” (lavoro o università). Questi festeggiamenti legati ai 100 giorni dalle prove, spiega il Viminale, ricadono “fra quelle manifestazioni ed eventi che sono vietati per contribuire al contenimento della diffusione del coronavirus”. Visto che si tratta, infatti, prosegue la nota, “di occasioni che comportano l’affollamento di persone”.

Più lavoro agile (anche per i supplenti)
In mattinata anche il ministero dell’Istruzione ha integrato le proprie indicazioni alle scuole. In generale, si incoraggia il ricorso al lavoro agile. I docenti potranno essere presenti a scuola “solo se strettamente correlato alle eventuali esigenze connesse all’attività didattica a distanza”. Stessa cautela per i ricevimenti: Il ricevimento, nei casi indifferibili, sarà autorizzato dal dirigente preposto alla struttura. Sono invece sospese tutte le riunioni degli organi collegiali in presenza fino al 3 aprile 2020.
Per quanto riguarda la didattica a distanza, il ministero inoltre consiglia comunque di evitare, soprattutto nella scuola primaria, la mera trasmissione di compiti ed esercitazioni quando non accompagnata da una qualche forma di azione didattica o anche semplicemente di contatto a distanza La normativa vigente lascia la dimensione della valutazione ai docenti.
Salvaguardati infine i contratti dei supplenti brevi: anche loro possono partecipare alla didattica a distanza in sostituzione dei docenti assenti per garantire il diritto allo studio dei ragazzi.