Concorso dirigenti scolastici, rinviata l’udienza del Consiglio di Stato

da La Tecnica della Scuola

L’emergenza coronavirus ferma anche la Giustizia e niente verdetto del Consiglio di Stato per il concorso dirigenti scolastici.

Approvato il 7 marzo scorso il decreto-legge n.11/2020 recante “misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da covid-19 e contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria”.

Per il settore giudiziario, come chiarito nel comunicato del Ministero della Giustizia dell’8 marzo, il decreto prevede un «periodo cuscinetto», che va da lunedì 9 marzo a domenica 22 marzo 2020, durante il quale – salve specifiche eccezioni – le udienze dei procedimenti civili, penali e amministrativi pendenti presso tutti gli uffici giudiziari d’Italia sono rinviate d’ufficio a data successiva al 22 marzo 2020 e dunque non saranno tenute.

In applicazione delle predette disposizioni d’urgenza, i vertici dei vari uffici giudiziari, Tribunale, Corte d’Appello, Corte di Cassazione, Tar, Consiglio di Stato, Corte dei Conti e Commissione Tributaria, hanno diramato specifiche disposizioni che prevedono il rinvio di tutte le udienze, fatte salve quelle relative alle materie espressamente indicate nel decreto legge 11/2020.

Così come verranno rinviate tutte le udienze innanzi alla magistratura del lavoro (fatti salvi i procedimenti d’urgenza) che interessano il personale scolastico, stessa sorte è prevista per tutti i procedimenti pendenti innanzi ai Tribunali amministrativi regionali ed al Consiglio di Stato.

In particolare, come da comunicato del Presidente della VI sezione del Consiglio di Stato, sarà rinviata anche la tanto attesa udienza pubblica che avrebbe dovuto tenersi il 12 marzo in merito al concorso dirigenti scolastici; udienza che, inevitabilmente, dovrà essere ricalendarizzata in data successiva.

Dovranno attendere quindi sia i vincitori del concorso che i ricorrenti, per capire quali potranno essere le sorti del concorso per dirigente scolastico, annullato dal Tar Lazio lo scorso 2 luglio.