Lezioni virtuali per i bambini autistici

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Tutte le sere Angela, insegnante di 39 anni in una scuolaprimaria a sud di Milano, manda via whatsapp ai suoi piccoli alunni, tra cui alcuni con disturbi di apprendimento, un video in cui legge una pagina di un libro. «Lo faccio per rassicurarli, ascoltare la mia voce li rende più tranquilli in questa situazione di stress».

Da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus, ha dovuto far ricorso a tutte le conoscenze apprese nei suoi anni di studi di psicologia. Ma soprattutto alla sua creatività e alla sua sensibilità di donna, oltre che di professionista. Con tutte le scuole chiuse per evitare il diffondersi del contagio da Covid-19, i suoi studenti – alcuni hanno disturbi dell’apprendimento, come dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, nonché disturbi cognitivi, come l’autismo – da diversi giorni sono a casa con genitori e nonni. E, proprio perché dotati di una maggiore sensibilità, hanno bisogno di specifiche strategie didattiche e di tutta la sua immaginazione.

«Il lavoro è più che raddoppiato – racconta al telefono – da quando è iniziato tutto, sono più le attività extra che quelle ordinarie». La giornata di Angela inizia molto presto: la mattina prepara le lezioni da caricare sulla piattaforma virtuale messa a disposizione degli alunni dalla scuola. A seguirla, dalle loro camerette, ci sono 21 bambini, alcuni di loro in diretta, altri in differita. «Possono guardare i video anche nel corso della giornata», spiega. Lo sforzo maggiore, però, consiste nel farli sentire a loro agio, nonostante le ansie, normali, dei genitori in questi giorni.

«Ho creato una chat esclusiva con ciascuna famiglia – racconta in modo che i miei alunni possano comunicare con me tutte l volte che vogliono ed esprimere così liberamente le loro emozioni. Mi mandano note audio, video e fotografie». Alcuni di questi messaggi la fanno sorridere. «Ho ricevuto una bellissima foto di due caprioli da un bambino che ora è in montagna. Mi ha detto: “Questo è quello che vedo dalla mia finestra”».

La situazione di questi giorni, spiega, non è facile. «Ho visto mamme e papà davvero provati, hanno bisogno di aiuto, occuparsi dei loro figli per ventiquattro ore al giorno può essere davvero dura». Per questo, ha provato a suggerire loro alcuni esempi di attività da svolgere insieme. «Il crucinumero e il sudoku, per esempio, per studiare giocando». L’importante, sottolinea ancora, è che i piccoli tengano la mente – e le mani – impegnati con qualcosa di creativo e di utile. «Ho dato loro dei “compiti di realtà”: dal preparare le ricette con i familiari come la focaccia o la pizza, all’occuparsi di una piantina, per esempio utilizzando i semini della mela. Anche se hanno solo 8 anni, in questo modo imparano il concetto di responsabilità perché l piante vanno esposte alla luce, innaffiate. Fra l’altro, il fatto di essere costretti ad aspettare è molto educativo».