Erasmus+, stop alla mobilità in entrata e in uscita dall’Italia

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

L’emergenza Coronavirus blocca Erasmus+. In una nuova nota inviata alle Agenzie nazionali che gestiscono il programma di scambio la Commissione europea prende atto dalle misure restrittive emanate dal nostro Paese e avverte: non sono consentite nuove mobilità Erasmus in uscita o in entrata in Italia.

La causa di forza maggiore
Tutti i diretti interessati potranno invocare la «clausola di forza maggiore» per modificare i loro piani. Andando oltre le istruzioni già diffuse la nuova circolare illustra come farlo.Ricordando che rientra in questa definizione «qualsiasi situazione o evento imprevedibile ed eccezionale, indipendente dalla volontà delle parti, che impedisca di adempiere a uno o più obblighi nell’ambito della Convenzione, non attribuibile a colpa o negligenza di una di esse, di un subappaltatore, di un ente affiliato o di terzi destinatari di un sostegno finanziario e che risulti inevitabile nonostante la diligenza degli interessati».
A tal proposito l’Ue precisa ancora che non rientrano in questa fattispecie «vertenze di lavoro, scioperi o difficoltà finanziarie, il mancato ricevimento di un servizio, difetti delle attrezzature o dei materiali, ritardi nella loro messa a disposizione, a meno che non siano conseguenza diretta di un pertinente caso di forza maggiore».

La platea interessata
Negli ultimi cinque anni – per restare agli scambi di studenti universitari (che sono solo una parte però del programma Erasmus+) – sono partiti dall’Italia 180.252 studenti. Circa 47mila dei quali nell’ultimo anno accademico . Numeri che fanno del nostro Paese la quarta meta per numero di partenti dopo Francia, Germania e Spagna. Se a questo aggiungiamo che la Penisola è quarta anche per i flussi in ingresso il quadro delle possibili conseguenze legate al diffondersi del Coronavirus appare ancora più nitido.

Le istruzioni per gli atenei
Bastano questi numeri a spiegare perché il tema è così sentito. L’esecutivo di Bruxelles invita le università e le altre istituzioni ad attenersi alle disposizioni nazionali contenute negli ultimi Dpcm del governo italiano adottati per il contenimento del contagio da Covid-19, che non consenteno «viaggi all’estero o in Italia se non per comprovate esigenze di lavoro, situazioni di necessità o motivi di salute».
Finché queste misure saranno in vigore – riassume la Commissione – «non sono consentite nuove mobilità Erasmus in uscita o in entrata nel nostro Paese».

I consigli per gli italiani all’estero
Agli studenti e agli staff italiani attualmente oltreconfine l’Unione europea consiglia di contattare le organizzazioni/enti di invio per informazioni e supporto, nonché l’Agenzia nazionale ai seguenti indirizzi mail: per progetti intra-UE, mobilitahe@indire.it e per progetti extra-Ue, icm@indire.it . Oltre alle informazioni che di volta in volta vengono inserite nella pagina con i consigli per tutti i nostri connazionali all’estero: http://svi.viaggiaresicuri.it/approfondimenti-insights/saluteinviaggio .

Le istruzioni per gli stranieri in Italia
Gli studenti e lo staff stranieri attualmente in Italia nell’ambito del programma Erasmus+ che intendono rientrare nel proprio Paese di origine possono farlo come previsto dai Dpcm dell’esecutivo italiano Fermo restando che l’assistenza che può essere fornita da ambasciate e consolati nel paese di permanenza.

Gli annullamenti e le sospensione
Nel ricordare che la clausola di forza maggiore può essere invocata per annullare, rinviare o posticipare l’esperienza all’estero, la Commissione sottolinea che gli scambi relativi al 2019 potranno essere posticipate alla Call 2020, purché: vi sia accordo con l’Istituto partner ospitante tali mobilità; vi sia un atto/decreto interno a firma del rappresentante legale di Istituto che formalizzi tali disposizioni

Interruzione del programma in corso
Un’indicazione in più arriva per chi attualmente è già In Erasmus: se non vuole proseguire può rientrare senza che ciò costituisca interruzione della mobilità; dunque la sovvenzione sarà mantenuta. Interruzione che viene calcolata solo ai fini del periodo massimo di 12 mesi per ciascun ciclo di studio. In caso di annullamento il progetto può essere posticipato assegnando allo stesso partecipante il contributo comunitario relativo alla nuova mobilità (fermo restando per gli studenti il periodo massimo di 12 mesi).

La procedura da seguire
Un ultimo chiarimento riguarda l’iter da seguire per vedersi riconosciuta la «forza maggiore». I moduli da presentare saranno due: uno per la richiesta all’Agenzia nazionale dell’autorizzazione delle cause di forza maggiore e l’altro dei costi già sostenuti che non è stato possibile recuperare tramite le compagnie di viaggio, agenzie di viaggio, assicurazioni e/o altri soggetti delle mobilità o interrotte.

Una decisione in tempi stretti
La richiesta di autorizzazione della causa di forza maggiore dovrà essere inoltrata tramite Pec entro il 20 aprile 2020, per i progetti relativi alla Call del 2018; entro il 29 maggio 2020, per quelli del 2019. Sperando, per allora, di esserci lasciati l’emergenza alle spalle.