Più tecnologia, sentimenti in crisi?

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Più tecnologia, sentimenti in crisi?

di Adriana Rumbolo

Oggi ho guardato un video di TEDxLake Como e poi ho pensato al titolo del loro prossimo incontro”Il futuro non accade per caso” di cui mi hanno informata.

Una volta ho scritto che “il lavoro” non è stato per me lineare.

Quando camminavo per le strade in campagna, l’osservazione della strada che cambiava di colore,  di forma che saliva e scendeva assolata o imbrinata.

Era la mia base non potevo ignorarla.

Ai  bordi  tante piante, in pochi metri decine di foglie di forme e colori   diversi, fili d’erba , di tanti verdi.. I calabroni verde metallizato,   coccinelle e farfalle ,   formiche con agitatissima comunicazione antennale e poi il fiume…  e gli alberi dai quali staccare un frutto per mangiarlo e la vicinanza di amici e amiche con cui condividere, commentare, litigare, fare pace, scoprire alcuni improvvisamente diversi con tante sensazioni che invadevano il corpo.

E così nel lavoro.

Mi si presentava qualcosa di nuovo e ripercorrevo una strada che non esauriva mai il mio stupore.

Mi accadeva di trovare in tutto, tanto.

Stavo per concludere i miei studi universitari e mi trovai per caso a fare un seminario sui tentativi di suicidio.

Seguivano il gruppo di 20 studenti  due giovani psichiatri.

Li guardavo come esseri superiori.

Per completare il seminario fu deciso di aggiungere un’esperienza sperimentale andando in tossicologia.

Quando i due psichiatri mi dissero”Vai tu” risposi che non era possibile perchè non avevo mai visto o parlato con una persona  che solo mezz’ora prima aveva tentato di uccidersi.

Qualche giorno dopo con un quaderno una penna un camice di mio marito con un orlo moto alto e due risvolti alle maniche entravo in una camera di 6 letti e mi avvicinavo. a una paziente molto giovane.

Fu facile comunicare, forse perchè non avevamo ruoli, solo rispetto.

E così per sei mesi e umanizzai i due psichiatri.

Era come quando camminavo nella strada ,tante esperienze forse con una base comune di emozioni primordiali e le conoscenze che via via la mia memoria selezionava e custodiva.

Figli, marmellate, macchine cariche  verso le vacanze e il caso mi porta in una scuola per stranieri.

Entro in una classe: 14 studenti di età e nzionalità diverse

Li guardo negli occhi uno per uno e poi le  tante esperienze e la mia disponibilità al sorriso compie il miracolo. I loro neuroni specchio si attivano e 14 sorrisi rispondono.

La tensione si allenta,le spalle si abbassano ,la lavagna è pulita: si comincia.

Nella pausa delle 11 vengono con me al bar e ognuno ordina da solo un caffè o un cappuccino e un pezzo e pagano alla cassa.

In quella scuola  feci recitare,organizzai sfilate perchè ne beneficiasse il loro vocabolario e avendo trovato un’ottima grammatica italiana”La  grammatica dal testo” cominciai a riscattare tante ingiustizie scolastiche in nome solo di ruoli.

Se la buona grammatica aveva riscattato ingiustizie scolastiche di tanti bambini  le neuroscienze avrebbero  abbattuto gravi giudizi e pregiudizi nel percorso di crescita dei  ragazzi, forse,  interrompendo la fatalità di dire troppo tardi “averlo saputo”.

Per dieci anni ho condotto , con umiltà, ma convinzione incontri con studenti  nella scuola pubblica sulle emozioni ,i sentimenti, la plasticità del cervello,la creatività e…

E’ stato molto bello.

Non abbiamo cercato risposte alle domande esistenziali ,ma loro hanno  dialogato tanto su e di tutto nel tentativo  di   ricomporre e  di  ricomporsi   in un omeostasi fra la natura e la cultura.  Nella cultura naturalmente c’è anche la  tecnologia e la globalizzazione.

Credo sia importante tenerla sempre d’occhio  l’omeostasi fra natura e socio-cultura.

E’ un’illusione che l’homo sapiens possa progredire. senza ricordarsi di   guardarsi  indietro per capire e ricordarsi  da   dove   viene,  “Il futuro non accade per caso”.