Al via #lascuolanonsiferma: una finestra aperta sull’e-learning

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Il ministero dell’Istruzione avvia una campagna social per raccontare che #LaScuolaNonSiFerma. Con questo hashtag, su Facebook e Telegram, verrà diffusa ogni giorno una “buona pratica” di didattica a distanza al tempo del coronavirus. Il perché lo spiega direttamente la ministra Lucia Azzolina: «Credo sia importante dare visibilità al grande impegno e al grande sforzo che, pur nelle difficoltà, la nostra comunità educante, grazie a tutto il personale della scuola, sta portando avanti in questi giorni difficili, assumendosi l’impegno di non lasciare soli i ragazzi e le famiglie. Dobbiamo essere fieri della nostra scuola».

I canali
Vetrina principale sarà la pagina Facebook. Sarà poi possibile interagire, attraverso l’hashtag #LaScuolaNonSiFerma, su Instagram, postando storie e foto che alimenteranno questo racconto, anche sul social più amato dai ragazzi. Al via, poi, un canale Telegram dove ci saranno, oltre ai racconti e alle esperienze, informazioni utili per la didattica a distanza.

La solidarietà tra scuole
Fra le storie che saranno raccontate, c’è quella delle ragazze e dei ragazzi di Vo’ Euganeo che fanno lezione di coding insieme ad altri trecento compagni collegati da altre regioni. C’è poi quella dell’Istituto Superiore “Giordani-Striano” di Napoli che si è adoperato subito per fornire agli allievi più bisognosi pc in comodato d’uso gratuito, permettendo così a tutti di non perdere nemmeno un giorno di lezione. E, ancora, ci sono i ragazzi dell’Istituto Tecnico “D’Aosta”, a L’Aquila, che fanno comunità grazie alla radio della scuola (Radio Scuola L’Aquila), parlando di musica, letteratura, tecnologia, ma anche di stati d’animo ed emozioni, perché «in un momento come questo – spiega la dirigente scolastica Maria Chiara Marola – vogliamo rassicurarli ed essere loro vicini, soprattutto a quelli più fragili. Far sentire agli studenti che insieme, anche grazie alla comunità scolastica, riusciremo a superare questo momento».

L’uso delle piattaforme
Fra le altre storie, quella dei ragazzi del comprensivo “Vespucci” di Vibo Valentia che si incontrano ogni giorno in una ‘stanza’ virtuale sulle piattaforme dedicate alla didattica a distanza, perché «la scuola è una famiglia – racconta la dirigente Maria Salvia -. E in questo momento lo è ancora di più». Ma anche quella dell’Istituto di Istruzione Superiore “Tosi” di Busto Arsizio, che, fin dai primi giorni di sospensione della didattica, ha attivato lezioni on line e ha anche simulato la prima prova degli Esami di Stato per le classi quinte.

Lo scambio di materiali
Ci sono gli studenti del Liceo “Tacito” di Roma che condividono materiale didattico, registrano piccoli filmati e file audio per la correzione in tempo reale grazie anche a Facebook e Whatsapp, e i docenti dell’Istituto Superiore “Majorana” di Torino che con «determinazione e una certa dose di inventiva», spiegano, hanno cominciato le loro lezioni a distanza per raggiungere «ogni studente iscritto», «la situazione è difficile – dice la dirigente Silvia Petricci -. Ma si resiste, si prosegue, si progetta il futuro».

I collegamenti via web
Ci sono gli studenti dell’Istituto “Fermi” di Sarno che hanno voluto contattare virtualmente i propri “colleghi” del Liceo “Maffeo Vegio” di Lodi e del Liceo “Giuseppe Novello” di Codogno, scambiandosi consigli, idee, suggerimenti, per far sentire la propria vicinanza e inviare un messaggio di unione, proprio quando le due cittadine del nord Italia sono state dichiarate zona rossa.

I gruppi Whatsapp
Ci sono, poi, i docenti del “Pirandello” di Taranto che, per superare le criticità legate al possesso del pc e alla poca confidenza con le piattaforme da parte degli alunni, si sono intanto organizzati con gruppi Whatsapp che si sono dimostrati validi e di facile accesso per tutti. Senza dimenticare gli studenti con disabilità. «La scuola non può fermarsi, ora più che mai – spiega la dirigente Antonia Caforio -. Deve far sentire la sua presenza e ricordare ai ragazzi che non bisogna mai mollare».