Dopo le lezioni anche i voti arrivano online

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Di giorno in giorno il quadro intorno alla didattica a distanza si fa più chiaro. Grazie a nuove indicazioni che il ministero, partendo dalla ricognizione delle esperienze avviate sul campo, invia alle scuole con cadenza quasi quotidiana. L’ultima riguarda la valutazione degli alunni: così come andava fatta in presenza, va fatta anche da lontano.Oltre alle lezioni, dunque, anche i voti viaggeranno via web. Nelle forme scelte dagli insegnanti, sulla base delle indicazioni del Collegio docenti. Ma le raccomandazione di viale Trastevere non finiscono qui: basta limitarsi a inviare compiti a casa, servono spiegazioni in video. Senza gravare troppo però – si raccomanda la circolare – su ragazzi e famiglie.

Il diritto (e il dovere) alla valutazione
La parte più innovativa della nota ministeriale arriva alla fine. Quando sottolinea che «se è vero che deve realizzarsi didattica a distanza» – si legge nel testo – è altrettanto «necessario che si proceda ad attività di valutazione costante». Valutazione che va fatta con tempestività, trasparenza e buon senso didattico.
Fermo restando che tocca al singolo insegnante individuare le forme, le metodologie e gli strumenti per valutare il ragazzo, secondo i criteri approvati dal Collegio docenti, l’importante è che lui riceva un feedback del lavoro svolto da remoto. Ne va del «dovere alla valutazione» in capo a ogni prof e del «diritto alla valutazione» che spetta a ogni alunno. Purché al voto si accompagni anche l’indicazione – anch’essa personalizzata – ad approfondire o recuperare le eventuali lacune.

No alla semplice assegnazione di compiti a casa
Prima della valutazione la circolare in realtà si sofferma sulle modalità in cui svolgere l’e-learning. Nel ringraziare l’intera comunità scolastica per lo sforzo di queste settimane e nel ricordare al dirigente scolastico che deve essere lui a «promuovere la costante interazione tra i docenti» il dicastero guidato da Lucia Azzolina fornisce delle possibili strade da seguire a seconda del livello di istruzione in cui ci si trova. Anche se vale per tutti la raccomandazione ad abbandonare «il mero invio di materiali o la mera assegnazione di compiti», che non siano preceduti da una spiegazione o seguiti da un chiarimento dello stesso prof.

Lezioni diverse a seconda del grado di scuola
Alla scuola dell’infanzia, va stimolato il contatto diretto con i bambini anche attraverso semplici messaggi vocali o video. Alle elementari bisogna trovare il giusto equilibrio tra insegnamento a distanza e momenti di pausa, per evitare di far passare agli alunni troppo tempo davanti allo schermo. Valorizzando la loro autonomia senza gravare però di troppi pesi sui genitori, magari impegnati a loro volta nello smart working. Alle medie e alle superiori, invece, il suggerimento è quello di alternare momenti live nelle classi virtuali con lezioni registrate. Con annesso invito agli insegnanti a raccordarsi per evitare un peso eccessivo di compiti sui ragazzi.

I bisogni educativi speciali da salvaguardare
Qualche attenzione in più, come è giusto che sia, va riservata agli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali. Centrale è la figura dell’insegnante di sostegno che deve mantenere l’interazione con l’alunno e tra quest’ultimo e i docenti curriculari. E preparare se serve del materiale personalizzato da inviargli. Perché se è vero che nessuno deve essere lasciato indietro in questa condizione di “scuola sospesa” per alcuni ragazzi lo è ancora di più.