Maturità leggera, commissari tutti interni Ogni scuola sceglierà la seconda prova

da La Stampa

Flavia Amabile
Roma

Non si tornerà a scuola il 3 aprile. Nella migliore delle ipotesi si rientrerà un mese dopo, lunedì 4 maggio. Era questo lo scenario più probabile su cui erano concentrati al Miur nella giornata di ieri prima del nuovo bollettino con l’aggiornamento dell’andamento della malattia.
Nello scenario 4 maggio ci sarebbe il tempo per fare concludere in modo valido l’anno scolastico a tutti gli studenti anche se con una valutazione che terrebbe conto dell’eccezionalità della situazione. Non ci sarebbe il tempo invece di mettere in grado il mezzo milione di studenti dell’ultimo anno delle superiori di sostenere l’esame di maturità . Al Miur stanno quindi preparando una maturità leggera, una versione che tenga conto delle inevitabili lacune nella preparazione. I problemi non riguardano la prima prova: il tema potrebbe non subire particolari modifiche nella modalità di svolgimento. Le difficoltà riguardano la seconda prova scritta, quella specifica per ogni tipo di indirizzo di studio. Dallo scorso anno viene eseguita attraverso una traccia multidisciplinare che riguarda argomenti del programma svolto. Ma le tracce vengono scelte a gennaio dal Miur e molte classi si troverebbero davanti a domande a cui non sarebbero in grado di rispondere perché riferite a punti del programma che non è stato possibile trattare. Si sta pensando a una prova non più nazionale ma predisposta dalle singole scuole, diversa per ogni istituto in modo che ognuno possa interrogare gli studenti in base all’effettiva preparazione. La seconda novità riguarderebbe i commissari, tutti interni. la terza novità riguarderebbe il presidente di commissione che sarebbe unico per ogni istituto per rendere rapide le procedure.
Se poi dovessero invece avverarsi le previsioni peggiori e quindi un ritorno a scuola a fine maggio o addirittura a settembre, il quadro potrebbe cambiare. L’ipotesi estrema prevede una maturità a distanza ma in questo momento viene considerata una possibilità da tenere come ultima riserva. Si aspetta l’evoluzione dell’epidemia per capire come andrà a finire l’anno scolastico, ha ripetuto la ministra Lucia Azzolina in un’intervista a Radio Anch’io. «Sugli scenari li stiamo pensando tutti ma saranno le autorità sanitarie a dirci quando i nostri studenti potranno ritornare a scuola in sicurezza». Sulla maturità aggiunge che il ministero sta ragionando su «varie soluzioni, si sta preparando a tutte le eventualità» e ha assicurato che non sarà un «esame di Stato semplificato» ma «in linea con quello che stanno apprendendo».
Si farà quello che si può e i dirigenti scolastici non si nascondono le difficoltà. Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Presidi di Roma e del Lazio:«Siamo preoccupati innanzitutto per la valutazione: rischiano di essere fortemente penalizzati quelli che avrebbero diritto al 100 e lode perché saltano i requisiti per ottenerlo. Inoltre la didattica a distanza non elimina il voto di condotta e quindi gli studenti sono tenuti a un comportamento corretto come se fossero in classe. C’è poi il capitolo della tecnologia che ci inquieta perché crea molte disparità nel livello degli apprendimenti, il contrario di quello che la scuola pubblica si pone come obiettivo».