Bisogna saper scegliere in tempo

Bisogna saper scegliere in tempo; non arrivarci per contrarietà…

di Maria Grazia Carnazzola

Inizio con i versi di una canzone di moltissimi anni fa. Quanto mai attuale ora se pensiamo a ordini, contrordini, aggiustamenti di misure assunte, via via che il virus si diffondeva, ogni volta con la tecnica dell’aggiungere una pezza. Con gli esiti che tutti conosciamo. A volte non serve aggiungere, bisognerebbe avere il coraggio di “togliere”, per riuscire a vedere le cose comerealmente stanno, per guardare i fatti, che in questo caso devono essere letti e analizzati scientificamente, e non per puntare sull’intrattenimento o su meschini calcoli elettorali.

1. I fatti.

Misure sempre più restrittive, contagi e decessi in aumento.  La Cina ci è passata prima di noi, ma quello che sta accadendo ora in Italia, al nord e in Lombardia in particolare, non ha paragoni. 

Le cause sono tante, si intrecciano e si sovrappongono e riuscire a spiegare, a trovare il bandolo della matassa per capire non è facile. Da una parte c’è la crescita della conoscenza scientifica, in aumento esponenziale con i suoi linguaggi tecnici sempre meno accessibili al grande pubblico, dall’altra il numero crescente di “esperti” che snocciolano opinioni contrastanti, generando la convinzione che nessuna posizione sia accoglibile, che tutti esprimano pareri più o meno fondati e più o meno interessati. Le informazioni ci giungono da canali diversissimi, in un clima ditotale confusione che ne offusca la scientificità, l’attendibilità e la veridicità.

Dovremmo tutti avere ben chiaro che le informazioni veicolano valori di verità differenti: la conoscenza scientifica è cosa diversa dall’opinione; l’opinione fondata su evidenze è altra cosa rispetto all’opinione arbitraria; l’opinione interessata e strumentale non è la stessa cosa dell’opinione disinteressata. I media non possono porre sullo stesso piano competenti e incompetenti, perché in questo modo impediscono, di fatto, ai cittadini di comprendere a fondo la gravità della situazione e del momento che stiamo vivendo. La pericolosità del virus non si decide per alzata di mano. Non si può fingere che questo sia uno sgradevole passaggio, certamente “ha da passà ‘a nuttata”, ma non èaltrettanto certo che all’alba tutto sarà di nuovo come prima.

2. L’informazione scientifica e i ciarlatani

L’informazione scientifica postula che si possano distinguere i fatti dalle opinioni: le tesi dei diversi “esperti”- in questo caso scienziati, medici, ricercatori…-, per quanto influenzate dagli orientamenti politici e dai contesti sociali di appartenenza, possono essere oggettive, cioè intersoggettivamente valide in un confronto tra veri esperti che al centro pongono le evidenze dei fatti, osservandoli e cercando ogni volta di verificare fino a quando l’ipotesi formulata resiste( principio di falsificazione). Il coronavirus è pericoloso, è un’opinione. A oggi, 20 marzo 2020, la Provincia di Bergamo è quella che registra il maggior numero di contagi con 4.645 casi, è un fatto. Qual è il senso del ragionare sulle opinioni dei seminatori di dubbi e di sedicenti competenti che si possono raccogliere sotto l’etichetta di “ciarlatani?”. La controllabilità e la critica delle ipotesi sono il fondamento di tutte le scienze che giustificano davanti all’opinione pubblica le proposte di soluzione. “La giustificabilità è un valore etico fondamentale in tutte le pratiche umane, perché è legato alla responsabilità delle opinioni che adottiamo” (M. Dorato) e di cui rispondiamo, aggiungo. Perché scelta si coniuga necessariamente con responsabilità: chi decide e sceglie, risponde.

Anche in questo nostro mondo globalizzato dove tutto è (o era) a disposizione qui ed ora, virus compresi.

3. Perché facciamo così fatica a comprendere la gravità della situazione?

C’è il nostro particolare modo di funzionare come umani. Pensiamo che il mondo sia realmente come ci appare, come lo interpretiamo sulla base delle personali conoscenze, credenze o miscredenze, delle aspirazioni, dei nostri interessi a volte meschini. Tra due informazioni discordanti sullo stesso evento, privilegiamo quello che conferma la nostra visione delle cose, quello che va nella direzione della percezione del reale, fortemente influenzata dalle aspirazioni, dalle aspettative, dai desideri. Lo ha spiegato bene Leon Festinger con la teoria della dissonanza cognitiva, che riguarda tutti gli aspetti della vita e la nostra necessità di mantenere una certa coerenza tra le conoscenze che possediamo, e che determinano il nostro modo di vivere, e gli eventi perturbanti che accadono. Cerchiamo di rimuovere e di ridurre il disagio cioè la dissonanza che ne deriva, minimizzando quegli elementi che ci creano maggior disagio cognitivo edevitiamo attivamente tutte quelle situazioni e conoscenze che potrebbero riproporcelo. Cioè selezioniamo la parte di informazione che più si accorda con la nostra visione del mondo,ricercando e selezionando quelle informazioni che confermano e avvalorano i nostri comportamenti. È faticoso e molto oneroso mettere in pratica le regole imposte per difendersi dal Covid-19, più semplice è convenire che il virus non sia poi così contagioso né pericoloso: si sceglie quello che richiede meno sforzo. Allora la colpa non è solo delle notizie false o tendenziose, per tornare al tema della responsabilità: se ho la febbre, non è colpa del termometro, per dirla con leggerezza.

4.Per concludere

Leggerezza dicevo. Leggerezza di cui avremmo estremo bisogno e che deve partire esattamente da dove siamo: dalla paura e dal disorientamento che proviamo tutti, giovani e meno giovani,sentimenti che vanno riconosciuti come “normali” in questa situazione che normale non è, perché non diventino disperazione e angoscia. La scuola anche di questo dovrebbe parlare, nei modi e con le parole che i docenti scelgono perché sanno essere le più adatte ai bambini/ragazzi delle loro classi o dei loro gruppi di apprendimento, perché la scuola, al di là delle polemiche, non tutte infondate, che l’insegnamento a distanza ha innescato, è il luogo dove si possono costruire significati e senso di quello che accade. E la scuola non è solo didattica a distanza.