Mobilità, ordinanza pronta

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Le domande di trasferimento e di passaggio del personale docente ed Ata potranno essere compilate ed inoltrate via web dal 28 marzo al 21 aprile e la pubblicazione degli esiti avverrà per tutti il 26 giugno. Sono questi i termini fissati dal ministero dell’istruzione che dovrebbero essere resi noti a breve con l’ordinanza annuale sulla mobilità che darà il via alle operazioni. Rotti gli indugi, dunque, il ministero ha deciso di comunicare l’avvio, inizialmente previsto per il 16 marzo.

Si tratta di operazioni di estrema complessità perché la mobilità è un vero e proprio concorso per titoli regolato da norme molto complicate. Le domande, infatti sono caratterizzate dall’autocertificazione del possesso dei titoli che vengono fatti valere. Ed ogni titolo, per essere considerato valido, deve risultare conforme alla normativa contrattuale che regola tale concorso. Si parte mera autocertificazione dei titoli di servizio. Che vengono elencati in un apposito modulo da allegare alla domanda (allegato D) e che se prestati in continuità di servizio devono essere ridichiarati in un altro modello (allegato F). E poi si passa all’autocertificazione delle cosiddette precedenze. Che partono da quella relativa ai trasferiti d’ufficio che chiedono di ritornare nella sede di ex titolarità, da dichiarare in ulteriore modello (allegato F soprannumerari). Oppure a quelle che riguardano chi assiste un familiare portatore di handicap grave o che riguardino particolari invalidità. Ognuna di queste situazioni ha una sua procedura e documenti di riferimento, tra cui anche certificazioni sanitarie. E basta commettere un piccolo errore per perdere il diritto a giovarsi dei benefici previsti dalla legge. In più ve ne sono alcune che decadono al verificarsi di particolari condizioni. Come per esempio la precedenza che viene attribuita agli amministratori locali.

Non essendo le scuole e gli uffici scolastici attrezzati per fornire al personale la necessaria consulenza e assistenza, questi servizi vengono forniti dalle organizzazioni sindacali presso le relative sedi territoriali. E la ristrettezza dei tempi, fa sì che nei periodi destinati a queste operazioni nelle sedi dei sindacati si verificano forti assembramenti. Fatto questo che non può verificarsi in questo periodo a causa delle disposizioni anti-Coronavirus emanate dal governo. Pertanto, il problema è come fare per assicurare l’esercizio del diritto di docenti e Ata a partecipare alle operazioni di mobilitò senza rischiare di acuire i rischi di contagio. Il tutto in un contesto in cui il sistema sanitario è prossimo al collasso. Tra le ipotesi allo studio dei diretti interessati, dunque vi è quella di assicurare il servizio di compilazione e consulenza da remoto.

Ma le difficoltà da superare sono particolarmente ostative. Perché già quando le operazioni avvengono in presenza ogni consulenza può durare anche più di un’ora. Figurarsi se le stesse operazioni dovessero essere effettuate telefonicamente con il rischio, peraltro, di commettere errori senza che vi sia la possibilità di correggerli. Per non parlare del dilatarsi dei tempi di erogazione delle consulenze.

Una possibile soluzione per tamponare l’emergenza è quella di alleggerire e semplificare gli adempimenti. Che però presuppone la possibilità da parte dell’amministrazione centrale, di modificare le procedure adottando un metodo già sperimentato dal ministero dell’economia per le dichiarazioni dei redditi. E cioè la precompilazione delle domande da parte del ministero dell’istruzione sulla base dei dati già in possesso dell’amministrazione. Se ciò potrebbe di particolare complessità per quanto riguarda la disciplina delle preferenze, non così per quanto riguarda, invece, la dichiarazione dei servizi. Tanto più che l’amministrazione scolastica è l’ente certificatore di tali servizi.

In pratica, se il ministero dell’istruzione caricasse in piattaforma i servizi prestati dai singoli dipendenti e collegasse le relative risultanze ad una funzione in grado di richiamarli nella domanda automaticamente e al bisogno, si eviterebbe già la necessità di compilare l’allegato D. Compilazione spesso molto gravosa, specie in presenza di servizi presti frazionatamente durante il cosiddetto preruolo. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di fare riferimento alla domanda presentata l’anno precedente aggiungendo solo i nuovi titoli. Si tratta, peraltro di soluzioni che vengono suggerite ogni anno all’amministrazione da parte delle organizzazioni sindacali. E che, sistematicamente, restano disattese.