Didattica a distanza, come monitorare le attività. Un esempio concreto e modelli da scaricare

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

Sembrerebbe che la didattica a distanza abbia decisamente rivoluzionato l’organizzazione della formazione scolastica e che, per tutto, sia necessario riconsiderare le prospettive e modificare l’approccio ai processi. Qualcuno ritiene che tutto ciò sia esagerato. Ma, poi, lo è davvero? E cosa dobbiamo considerare, parimenti al monitoraggio, come destinatario della nostra attenzione? Ma, prima di procedere, chiariamo, prima di tutto, che cosa intendiamo con ciascuno di questi tre termini; monitoraggio, verifica e valutazione.

La verifica

Per verifica si intende l’esame di ciò che si è fatto in rapporto alla situazione di partenza e alle competenze, per assumere piena consapevolezza delle difficoltà, dei problemi aperti, dei successi. Le verifiche, in pratica, si effettuano sulle sequenze (unità di apprendimento) e con l’obiettivo di estrarre ciò che va e ciò che, invece, dovrebbe essere oggetto di rettifica o revisione. Ci si chiede a questo punto, lo affronteremo più innanzi, quanto la richiesta ministeriale incida sulla rettifica o sulla revisione e, eventualmente, come andrebbe considerato questo aspetto desunto, non già da un intervento sul campo, ma, dall’alto, sulla scorta, per carità autorevole e realistica, di una epidemia (ci chiediamo: è o sarebbe bastevole solo questo?).

Il monitoraggio

“Il monitoraggio consiste nella rilevazione e registrazione sistematica d’atti di un processo allo scopo di confrontare lo svolgimento reale, in un dato periodo, con quello inizialmente prestabilito”.

Il monitoraggio è, pertanto, un processo continuo di raccolta di informazioni e dati relativamente all’andamento del progetto educativo, formativo e didattico che avviene per la tutta la sua durata. Ma esiste ed è innegabile un rapporto sincronico tra la verifica e la valutazione. Rapporto che diventa più intimo a partire proprio da condizioni eccezionali che ne modificano il sincronico procedimento. Il controllo di avanzamento dei progetti (programmazione ma anche curriculo di istituto, per non parlare delle UDA cui bisogna dedicare la necessaria attenzione, ancor più oggi, nella FaD o nella DaD), infatti, si basa sulla verifica dell’attenzione e del rispetto dei piani educativi e dei risultati monitorati nella fase intermedia (non, quindi, in punto start e neppure, in questo momento, in punto terminal), che devono essere delimitati ed intesi come tappe di accostamento alle competenze stabilite e declinate, sia in abilità che in micro-abiità di processo, e che devono consentire di controllare il corretto sviluppo del progetto educativo o le necessità di modifiche (o addirittura cambi) e perfezionamenti. Con i termini “monitoraggio” e “valutazione”, dunque, si fa riferimento sia alle tecniche di rilevazione delle informazioni, sia anche ai processi per mezzo dei quali queste indicazioni sono rese disponibili e esaminate dagli attori della elaborazione e attuazione di progetti, ovvero dai docenti (bastano solo loro, in una modalità FaD?). Il monitoraggio e la successiva valutazione sono, evidentemente, strettamente correlati: ambedue sono strumenti indispensabili per apprezzare e provare l’attuazione dei progetti e stimarne gli impatti e gli effetti in termini numerici e di qualità. La valutazione non può, è evidente a tutti (motivo per il quale si trattano separatamente, vuoi anche per scardinare l’uso scorretto del monitoraggio) mettersi al posto al monitoraggio, né può accadere il contrario, ovvero che il monitoraggio si sostituisca (con grande perdita di efficacia di entrambi) alla valutazione. Operano in maniera simile, ma ci danno informazioni assolutamente diverse. Le informazioni che vengono rilevate metodicamente mentre è in atto il processo di monitoraggio sono fondamentali per la buona riuscita dell’attività valutativa dell’azione formativa, di quella educativa e, in primis, di quella didattica.

La valutazione

Per valutazione si intende l’esame complessivo delle problematiche affrontate, del lavoro svolto, dei risultati conseguiti. Quindi, mentre la verifica è uno step caratterizzante il processo di ricerca, la valutazione apre alla conclusione di una fase (anche se fosse in punto terminal) per schiuderne una successiva. Da ciò si realizza che di verifiche se ne possono e se ne debbono fare, possiamo dire, ogni giorno, di valutazioni, all’opposto, se ne debbono fare solamente nel momento in cui termina un certo lavoro didattico (anche il processo di un intero anno) o una sua fase (l’UDA, il fine trimestre e quadrimestre). Le verifiche saranno tanto più esatte quanto più saranno stati bene definiti e ben declinati gli obiettivi dei processi e le competenze. Si dovranno, le valutazioni, articolare a svariati livelli: se avremo fondato la progettazione e i suoi obiettivi sulla scorta scientifica delle tassonomie di Bloom possederemo verifiche sugli obiettivi cognitivi, sugli obiettivi affettivi, sugli obiettivi psico-motori conseguiti, step by step, attraverso le sequenze didattiche.

I maggiori aspetti che attengono al monitoraggio e alla valutazione, posti a confronto, sono:

La valutazione in itinere ed ex post

Prima di ragionare sul rapporto esistente tra i diversi sistemi messi a struttura è necessario, particolare, ulteriormente specificare che il monitoraggio è il sistema informativo che restituisce, rendendoli disponibili, i dati sullo stato di avanzamento della progettazione e del Piano d’Istituto (non è un nuovo nome ma quella denominazione con la quale piace indicare, sinteticamente e più comprensibilmente, il PTOF) in cui i progetti sono inseriti; la valutazione in itinere impiegata per rendere disponibili le informazioni dal sistema di monitoraggio e da eventuali ulteriori rilevazioni ad hoc (vedi, ad esempio, quelle desunte, se pur tardivamente, dalla prove Invalsi) per valutare l’esigenza di cambiare le specifiche di realizzazione o perfino il disegno progettuale originario, ancora per connettere le attività di coloro i quali sono impegnati nella concretizzazione del progetto di istituto e del Piano Triennale dell’Offerta Formativa; la valutazione ex post è adatta, infine, per narrare (vedete, non formulare) giudizi d’insieme sull’efficienza e sull’adeguatezza delle attuazioni didattiche, formative ed educative, nel momento in cui progetto d’Istituto e Piano Triennale dell’Offerta Formativa sono attuati (e non conclusi… cosa vuole dire, in effetti, concludere qualcosa?); si basa, tale tipo di valutazione (definita, talvolta, in punto terminal) pure sui dati resi disponibili dal sistema di monitoraggio; anche se in maniera peculiare è elaborata sulla base di osservazioni concepite e calibrate ad hoc, prima ancora che i processi abbiano avuto inizio.

Il monitoraggio e la ri-progettazione “sic et simpliciter”

Può esistere, sic et simpliciter, una ri-progettazione? Può un’epidemia rivedere e riconsiderare le pratiche educative e formative? Cosa serve, in effetti e come bisogna muoversi, al di là degli schematismi e della modulistica che, di fatto, non fa venire meno alcuno dei processi educativi e metodologici?

Il monitoraggio rappresenta, dunque, il sistema esplicativo utile per controllare lo stato di sviluppo dei progetti e, nell’insieme, di un Piano Triennale dell’Offerta Formativa. In sostanza, dovrebbe e deve fornire agli alunni stessi, ma anche ai genitori e, più in generale, al sistema scuola informazioni di base sul trend di attuazione delle attività; ciò, sulla scorta di particolari metodiche stime dei processi educativi in itinere, ai quali è demandato il compito di riferire giudizi sull’esigenza ma anche sull’opportunità di cambiare le modalità realizzative oppure anche il disegno progettuale originario. La logica del monitoraggio, a seguito di un mutamento, repentino, anche di uno solo dei fattori che caratterizzano i processi (e l formazione a distanza è più di un modesto cambiamento, venendo a mutare radicalmente l’approccio alla didattica) ammette l’esistenza di un disegno del progetto ma anche del Piano. Ed il disegno non può e non deve essere solo un DPCM, un decreto o una circolare ministeriale, pur autorevoli che questi siano.

La logica del monitoraggio e la FaD-DaD

La logica del monitoraggio, a seguito di un repentino cambiamento dell’approccio alla didattica (e non solo), presuppone un ben definito monitorare cioè seguire il percorso di attuazione di quanto elaborato e pianificato con occhi nuovi e fissando un orizzonte diverso e opportunamente calibrato. Perché è impossibile non tenere conto del fatto che un sistema di monitoraggio è formato da: a) un aspetto tecnico-metodologico, composto dalla rilevazione organizzata e formalizzata di informazioni; b) un aspetto di processo, formato dalle modalità di messa a disposizione dei dati e degli alunni dei quali bisogna considerare i bisogni ma anche le paure (in tempo di Coronavirus).

Il piano di monitoraggio e di valutazione, oltre le rubriche di valutazione

Il piano di valutazione deve essere predisposto prima dell’avvio della progettazione e, dunque, assolutamente deve preesistere la ri-progettazione che, si chiede di effettuare a quasi ad aprile. C’è nelle scuole italiane? Se ne sente il bisogno? Ai più, in effetti, è bastevole la rubrica di valutazione, ancor meglio se unica per tutto l’istituto e per tutti i processi innescati. Ma, un piano siffatto sarebbe assolutamente fantastico per la scuola italiana. In esso si stabilirebbero: perché si valuta: qual è lo scopo della valutazione, i risultati del processo valutativo, il loro utilizzo; cosa si valuta: gli aspetti che necessariamente bisogna valutare e rispetto a quali processi o competenze chiave; in che modalità avviene la valutazione: quali fonti di verifica, metodi di raccolta dei dati, indicatori verranno utilizzati; chi è responsabile della valutazione: quali sono le competenze necessarie; in quale tempo valutare: in quale momento è importante cogliere e comprendere le informazioni; le risorse: di quante risorse finanziarie si necessita per implementare il piano di valutazione; a chi sono destinate le informazioni: chi è il pubblico cui devono essere trasferiti gli esiti della valutazione: alunni, genitori, alunni (a che età?) e genitori insieme. Il piano di valutazione se realizzato diverrà, così, un documento in movimento (meglio, in evoluzione) che può essere aggiornato con grande agevolezza anche se in tempi di emergenza (qualunque essa sia). L’essenza della valutazione dovrebbe essere stabilita in funzione del progetto. In presenza di piccoli progetti sarebbe sufficiente una verifica di un numero limitato di aspetti. I progetti di maggiore entità esigerebbero, invece, l’elaborazione di informazioni più particolareggiate. Ed il progetto di istituto, il curriculo di istituto e anche il PTOF sono progetti di maggiore robustezza, sono essi stessi la scuola nella sua poliedrica articolazione. Ma, se ci fosse, se fosse operativo, al di là delle parole o dei paroloni del caso, oggi non sarebbe necessario ri-progettare, perché la ri-progettazione sarebbe insita nell’impossibilità di monitorare qualcosa che muta. E la scelta FaD, la via delle tecnologie come unica possibile scelta a garanzia della didattica, sono indubbiamente progetti di maggiore entità

Esempio di monitoraggio: l’Istruzione superiore “Michelangelo Buonarroti” ad indirizzo Liceo Scientifico, Liceo Scienze Applicate, Liceo Sportivo e Liceo Linguistico di Monfalcone

Di particolare pregio, per la sua strutturazione e, principalmente, per le finalità dichiarate, appare essere quello che decolla e raggiunge la destinazione, fissando come motori propulsori “il miglioramento del servizio offerto agli studenti e, principalmente, la valutazione dell’impatto della sostenibilità della didattica online nell’istituto statale d’Istruzione superiore “Michelangelo Buonarroti” ad indirizzo Liceo Scientifico – Liceo Scienze Applicate – Liceo Sportivo e Liceo Linguistico di Monfalcone (GO), guidato dal professore Vincenzo Caico. È stato proprio il dirigente scolastico Vincenzo Caico a chiarire che, anche se gli insegnanti sono stati colti di sorpresa dalla necessità di costruire un nuovo modo di fare scuola, in cui le relazioni interpersonali in presenza devono essere sostituite da quelle digitali, la loro con grande professionalità, senso del dovere e, soprattutto, amore nei confronti degli alunni e delle proprie materie, hanno accettato la sfida, hanno imparato ad usare gli strumenti digitali più adatti e hanno realizzato un sistema di che vi consentirà di non avere vuoti nella vostra preparazione. Più che altro hanno permesso che monitoraggio, verifica e valutazioni avessero un rinnovato senso del cambiamento. Non perché soggetti ad un inefficace restyling e neppure perché si è semplicemente cambiato il nome ad una cosa profondamente diversa (classe e piattaforma sono cosa diversa), ma perché, semplicemente, gli “insegnanti – come scrive il dirigente scolastico prof. Vincenzo Caico – hanno rivisto il loro modo di trasmettere l’interesse per le loro materie”; cosa che di fatto ha avuto, a cascata, delle ripercussioni sugli studenti ai quali, il dirigente scolastico, in una missiva, ha chiesto di pensare e vivere compiutamente “un nuovo modo di apprendere, basato su quelle tecnologie digitali che probabilmente fino ad ora avete utilizzato maggiormente per altri scopi”.

Gli aspetti e gli strumenti per valutare

Per valutare in modo obiettivo e meticoloso, è necessario prendere in attenta valutazione una serie di aspetti peculiari. Di peculiare importanza sono:

• valore: in che misura una progettazione (il PTOF, il Curriculo o l’Uda) risponde a bisogni di concretezza dimostrata e di generale priorità

• efficienza: le competenze chiave, attraverso le abilità e le micro-abilità, sono stati raggiunte col minore impiego di risorse (economiche, umane, strumentali)

• efficacia: in quale misura le competenze chiave sono state raggiunte? Le azioni didattiche, educative e formative hanno prodotto i risultati sperati?

• impatto: quali esiti ha avuto la progettazione sul contesto? Serve modificarla alla luce della Fad o della DaD? il progetto, così com’è, nonostante sia in FaD quale incidenza avrebbe sui bisogni dei destinatari?

• sostenibilità: in che misura si potrebbero immaginare i cambiamenti da FaD?

La scelta del miglior indicatore possibile

Qualsivoglia sia l’aspetto da valutare, le opzioni e gli strumenti, è indispensabile preferire continuamente un buon indicatore che dia una risposta a questi requisiti (SMART):

• Specific: gli indicatori è necessario che siano specifici riguardo all’obiettivo che deve essere misurato, e perciò, ogni volta, individuati;

• Measurable: gli indicatori possono essere sia quantitativi che qualitativi, ma è necessario che siano misurabili, ossia obiettivamente rilevabili da parte di qualunque valutatore (Ovvero? Chi sono? Genitori, altri docenti, alunni, dirigente scolastico?);

• Available: gli indicatori e le sorgenti utilizzate per la verifica è necessario che siano disponibili ad un costo accessibile;

• Relevant: gli indicatori è necessario che siano significativi: dal conseguimento della qualità dell’indicatore dovremmo essere autorizzati a poter ritenere conseguito l’obiettivo, in quanto l’indicatore preferito riferisce un’esteriorità rilevante del fenomeno;

• Time-bound: l’indicatore dovrebbe essere valutato in un tempo definito (scandito con assoluta neutralità), perché l’obiettivo indicato dovrebbe essere raggiunto entro i termini prestabiliti.

Strumenti di monitoraggio

Ecco alcuni degli strumenti che proponiamo per renderne più agevole, semplice, immediato e di facile comprensione e compilazione il monitoraggio in fase propedeutica alla scelta del piano di valutazione o, se dovesse risultare davvero impossibile, della rubrica di valutazione, di una rimodulata progettazione.

Ciò che necessita;

Raccolta di tutto il materiale documentale attinente alla presentazione, consenso, realizzazione dell’intervento educativo, didattico e formativo;

Analisi cronoprogramma attuativo di sviluppo della formazione a distanza (serve? Chi lo ha fatto? Chi decide la tempistica e chi la misura?)

Questionario utilizzato per la rilevazione del grado di soddisfazione (una sorta di autovalutazione) del processo formativo e didattico da parte degli alunni;

Questionario di rilevazione del grado di soddisfazione per l’attività formativa sia nella fase in itinere che in quella finale.

Tabella processi e rilevatori per monitorare se è rispettata, nel processo educativo, didattico e formativo, la tempistica di realizzazione dei prodotti (quando previsti nella progettazione annuale o, per alcuni ordini di scuola, tipo la Primaria, settimanale) e/o di conclusione delle attività, autovalutazione (ma chi la fai mai) del grado di conseguimento degli obiettivi che si erano prefissati ad inizio anno e, comunque, prima del Coronavirus, rimodulazione dei tempo delle nuove scadenze per il completamento delle attività.

Solo questo? O tutto questo? Vedremo, ma certamente la scuola all’era del FaD va valutata compiutamente e senza tentennamenti. Ne va della riuscita del processo di insegnamento-apprendimento.

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