Scuole chiuse: sei politico? No, l’ipotesi dei «promossi con il debito»

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

Non si andrà a scuola a luglio e agosto: lo ha ripetuto ancora la ministra Lucia Azzolina. In classe o a casa l’anno finirà come previsto, mentre a settembre è possibile che rispetto agli altri anni si cominci un po’ prima, nella prima settimana. Lo decideranno a giugno i calendari regionali, ma si cercherà di uniformare l’avvio del prossimo anno scolastico. Quanto a questo, si procede con la didattica a distanza, almeno per il prossimo mese: dal mondo della scuola la richiesta è che, nel decreto di mercoledì il premier Conte cerchi di dare un orizzonte, se non definitivo, almeno sostanziale per la possibile riapertura, che non si limiti ad una proroga di quindici giorni – fino a dopo Pasqua – che è chiaro a tutti che non si potrà rispettare. Anche la ministra Azzolina è stata cauta sul tema. Tornare a scuola significa far muovere oltre dieci milioni di persone tra studenti, professori e personale vario. I primi a tornare a scuola potrebbero essere maturandi e studenti di terza media, per fare l’esame.

I voti

Si sta delineando come sarà la prossima Maturità per la quale al Miur si stanno valutando diverse ipotesi a seconda della riapertura delle scuole entro la fine dell’anno: sarà light ma è ancora incerto il destino della seconda prova che gli studenti chiedono di abolire e che potrebbe essere assorbita dall’orale. I professori – le commissioni saranno interne – chiedono invece di mantenere almeno la prima prova scritta per avere più prove su cui valutare gli studenti per comporre il voto finale. Infatti il problema principale per i professori resta quello della valutazione degli studenti: in attesa di linee guida che arriveranno nelle prossime settimane dal ministero, gli insegnanti si stanno organizzando nelle singole classi. Prevale la linea di non mettere voti sul registro elettronico, ma di valutare per ora «informalmente» il lavoro degli studenti. Ma genitori, insegnanti e studenti si chiedono se potranno esserci bocciati o rimandati, o se alla fine – nonostante le promesse della ministra che non ci sarà il 6 politico -tutti gli studenti saranno promossi.

Il rischio dei ricorsi

Alle elementari e alle medie risulta pressoché impossibile bocciare, a sentire gli insegnanti: la procedura per farlo è molto rigida, prevede l’accordo di tutti i docenti, il coinvolgimento della famiglia, la messa in atto di un tentativo di recupero: tutte cose che non si possono fare. Bocciare – peraltro già un’eccezione che riguarda meno del 5 per cento degli studenti – sarà pressoché impossibile a meno di rischiare ricorsi al Tar. Gli studi di avvocato esperti in giustizia amministrativa e scuola si stanno già facendo pubblicità.

I promossi

Per quanto riguarda le scuole superiori, si avanza una proposta, che è al momento allo studio del ministero: poiché rimandare organizzando corsi di recupero ed esami d’estate rischia di diventare molto faticoso e confuso, sia per le scuole che per i ragazzi, si potrebbe rinviare a settembre sia il giudizio che il recupero stesso. Si sarebbe diciamo così «promossi con debito» da recuperare nella prima parte del nuovo anno scolastico: aumenta il tempo per i ragazzi che così non perderanno l’anno, si evitano ricorsi e si farà nei mesi autunnali quello che non è possibile fare ora.