I nostri alunni hanno bisogno di sentirsi al sicuro, a noi il compito di rassicurarli. Riflessioni di una maestra

da Tuttoscuola

Una delle cose più importanti che noi docenti dovremmo sempre prendere in considerazione è la relazione che si instaura con i nostri alunni; una relazione complessa che diventa ancora più rilevante e difficile da gestire in questo surreale periodo storico, un rapporto dalle sfumature delicate e amplificate maggiormente dagli avvenimenti che purtroppo nelle ultime settimane stanno interessando la maggior parte degli studenti italiani. Una relazione non solo biunivoca tra docente e apprendente, ma un connubio che vede parte attiva anche la famiglia.

Quando ripenso agli ultimi giorni trascorsi nelle aule della mia scuola, la cosa che ricordo con maggior enfasi non è l’ultimo argomento spiegato o il voto assegnato, piuttosto risuonano in me le risate egli schiamazzi dei bambini, i loro sguardi sono fissi in modo nitido nella mia mente.

Ancora più vivida nella mia memoria è dipinta l’immagine di una conversazione da me avuta con una mamma; un confronto su un atteggiamento un po’ irrequieto del figlio, mio alunno, rispetto al solito, di una certa emotività che emergeva tra i banchi di scuola. La mamma confermava questo stato di agitazione del bambino dovuta, probabilmente, ad una recente perdita di un grande affetto e la preoccupazione del bambino che il Covid 19 dalla Cina potesse arrivare anche in Italia.  Le parole e lo sguardo di questa mamma spesso risuonano in me, mi chiedo chissà quale risposta  la signora, attenta e preoccupata allo stesso momento, ha dato poi al proprio bimbo, quando ciò che era all’epoca una “ipotetica paura” si è trasformato in un reale pericolo.

I nostri alunni hanno bisogno, in questo periodo più che mai, di sentirsi al sicuro, dobbiamo essere in grado di rassicurarli ma senza esagerare per evitare di creare un effetto onda che andrebbe a consolidare l’idea di un imminente pericolo dal quale difendersi. È necessario offrire degli strumenti utili al fine di leggere e affrontare le proprie paure con la modalità più consona, al fine di dare alla paura la giusta chiave di lettura, una forma di difesa naturale che permette all’individuo di diventare più forte ed essere maggiormente autonomo. La paura è un’emozione utile che come l’ansia può essere definita come un campanello d’allarme che ci mette in guardia al fine di proteggerci da un qualcosa di minaccioso.

Noi adulti abbiamo il compito di ascoltare e rassicurare i nostri piccoli, di informarli con parole molto semplici e chiare in base alla loro età. Come sostiene lo studioso Lawrence Cohen nel testo “Le paure segrete dei bambini” è fondamentale offrire loro i mattoni della sicurezza, ovvero amore, empatia e accettazione.

Utilizziamo il gioco per entrare in relazione, facciamo tesoro del grande valore di una fiaba o di una nenia,per i più piccoli, ascoltata tra le braccia rassicuranti di un genitore. Dunque colleghi, genitori, nonni, continuiamo a guardare questi bimbi con gli occhi dell’amore, poniamoci alla loro altezza e perché no, buttiamoci a terra, giochiamo con loro nei modi che a loro più piacciono, che ben vengano le lotte con i cuscini, le mani e i vestiti  pieni di colori, i colori della speranza e del futuro.