Scuola: dalle neuroscienze alla didattica e-learning

Scuola: dalle neuroscienze alla didattica e-learning

di Adriana Rumbolo

Quando un’insegnante scendeva a picco in una valutazione molto bassa, creava un dibattito interno nel soggetto: se l’ accetto in silenzio potrebbe passare per un  incidente di percorso, ma  se dico che non ho capito bene,  può venire messa in dubbio la mia intelligenza.

E’ un rischio da non correre: meglio passare da “sbuccioni” che da imbecilli.

Episodi  frequenti.

Ora finalmente le scoperte delle le neuroscienze  faticosamente, molto faticosamente si stanno facendo  strada, fra insegnanti, genitori, educatori facendo comprendere, in modo accessibile, a molti  il rapporto cervello-apprendimento il rapporto, mente-cervello-corpo, l’importanza di conoscere e gestire le emozioni e il danno di tanti pregiudizi.

Hanno potuto dimostrare quanto siano necessari nel percorso educativo l’ascolto, l’osservazione,  le personalizzazioni, l’attenzione alle emozioni.

Non riesco a comprendere perchè una buona parte della scuola e degli educatori  non riescono ad accettare  queste preziose informazioni  scientifiche.

E’ così difficile, proprio nei primi anni di vita,  percepire nel bambino    un soggetto nuovo, tutto da conoscere e proprio per questo, ascoltarlo e osservarlo per stabilire con lui una relazione?

Spesso ce ne accorgiamo quando il soggetto si è già allontanato e ristabilire una relazione sempre sarà  più difficile se non impossibile.

Spesso si allontanano quando hanno subito danni i mezzi fondamentali  per la comunicazione : le emozioni.

Ricordo bene che,nella mia esperienza di dieci  anni nella scuola pubblica  via, via che proseguivo  nel fornire informazioni sul cervello , sulle emozioni, sulla memoria, su tanti aspetti del quotidiano  era molto gratificante  percepire che molti ragazzi con  intenso dialogo, prendevano coscienza di sè con grande soddisfazione, esprimendola poi nel relazionare, nell’apprendimento, nella creatività,  riacquistando fiducia nei  propri mezzi difensivi a favore dell’autostima e della sicurezza.

Per tanti anni avevano sprecato energie in immobilismi infruttuosi per cui il corpo segnalava già sofferenze psicosomatiche.

Quando mi chiedevano: “ma tutti  abbiamo le emozioni”; alla mia risposta affermativa: “allora sono normale anche se ho tanti 4 in pagella!

Può sembrare buffo, ma a lungo andare può diventare tragico.

Tutta l’esperienza descritta nel mio libro “Il cervello nella scuola” racconta l’incontro di 1300 ragazzi di 12/16 anni, per la  prima volta, in scuole pubbliche italiane con le neuroscienze, ed è stato veramente un bell’incontro.

Testimoni io e alcuni insegnanti, osservavamo, ci affinavamo nell’ascolto,e seguivamo il percorso dei ragazzi perché  essendo loro  i diretti interlocutori  solo le loro risposte divenivano la segnaletica più corretta del percorso di una didattica sicuramente più rispettosa e fruttuosa.

Spesso forse siamo tutti un po’ troppo interventisti.

L’interventismo come ci ha spiegato bene Stern non fa bene alla didattica o ai percorsi educativi in genere.

Usufruendo dei benefici delle scoperte delle neuroscienze anche la tecnologia  può venire in aiuto alla didattica

La pubblicità, da molto tempo, ha ben accolto le scoperte neuroscientifiche  perché  ne ha compreso il grande potenziale  nel mercato.

Quando se n’è parlato a scuola per i ragazzi è stato molto interessante scoprire il potere comunicativo del colore,della musica di un’immagine che sintetizza un pensiero, il protagonismo della memoria, la velocità che non da il tempo di pensare e i messaggi subliminali

Due pericoli: le estremizzazioni e l’omologazione e a volte i messaggi subliminali che la fanno un po’ troppo da persuasori occulti.

Un giorno in cui si parlava a scuola di creatività   un ragazzo esclamò:E’ stato bravo il cervello a copiare dal  computer!

Rimasi n attimo  sorpresa poi riflettei che lo studente si era espresso  facendo un po’ di confusione ma mi dava la conferma  che il cervello non era più per lui un perfetto sconosciuto.

Dalle nuove scoperte neuroscientifiche quindi maggiore conoscenza di base del cervello e  per  l’apprendimento delle varie discipline scolastiche mezzi tecnologici che ispirandosi al cervello stesso gli facilitano il lavoro adattandosi alla sua struttura di percepire , associare, dissociare ,archiviare, creare, memorizzare con il grande vantaggio dello studente di poterlo personalizzare in una affollata e insostituibile rete di comunicazioni emotive e cognitive  E la scuola sempre immersa nella realtà .

 

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