Adozione libri di testo: si attendono chiarimenti da parte del Ministero

da La Tecnica della Scuola

C’è incertezza nelle scuole sul problema delle adozioni dei libri di testo per il prossimo anno.
L’articolo 1 del decreto legge 22, all’esame del Senato in questi giorni per la conversione in legge, stabilisce infatti che nel caso in cui l’attività didattica in presenza non riprenda entro il 18 maggio i libri di testo già adottati per il corrente anno scolastico si devono intendere confermati anche per il 2020/2021.
C’è però chi sostiene che nel frattempo il decreto legge n. 18 convertito nella legge 27 del 24 aprile ha consentito la convocazione dei collegi dei docenti in videoconferenza e quindi i collegi potrebbero benissimo procedere alla adozione dei libri di testo.
Per la verità l’osservazione non ci sembra particolarmente pertinente perché il decreto 22 collega la conferma dei libri di testo non alla impossibilità di convocare i collegi in presenza ma alla ripresa delle lezioni entro il 18 maggio.
Oltretutto c’è un problema pratico rilevante: per poter adottare i testi i docenti devono avere la possibilità di mettere a confronto diversi materiali in modo da scegliere quelli ritenuti più adeguati e corrispondente agli obiettivi formativi e didattici del PTOF dell’istituzione scolastica.

E, ovviamente, nelle condizioni attuali appare del tutto improbabile che i docenti abbiano la possibilità di visionare i testi proposti dalle diverse case editrici.
Senza considerare poi che le norme del TU 297/94 tuttora in vigore prevedono che le proposte di adozione vengano formulate dai consigli di classe o di interclasse convocate con la presenza dei genitori.

In ogni caso è bene ricordare che questa disposizione del DL 22 potrebbe essere modificata in sede di conversione; si tratta quindi di capire se nel passaggio in Commissione Cultura del Senato verranno approvati degli emendamenti sul punto.

Va poi aggiunto che tutti gli anni il Ministero emana una circolare con le disposizioni sull’adozione dei libri di testo.
Quindi c’è da augurarsi che il MI intervenga al più presto sulla questione in modo da dissipare ogni dubbio.