NO alla “didattica mista, in classe e online”

Comitato #lascuolaascuola:
NO alla “didattica mista, in classe e online”
NO alla scuola Cenerentola dello Stato

Bologna, 4 Maggio 2020 – Il Comitato “La Scuola a Scuola” esprime la propria contrarietà all’ipotesi di “didattica mista, in classe e online”, con turnazione di metà settimana, proposta dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina per l’anno scolastico 2020/21.

Le misure annunciate dalla Ministra Azzolina nel corso de “L’Intervista” di Maria Latella su Sky Tg24 di sabato 2 maggio, non garantiscono il diritto all’educazione e all’istruzione di milioni di bambini e ragazzi. L’alternanza tra “ragazzi in classe e ragazzi collegati a distanza con turnazione a metà settimana, proposta dalla Ministra, è fortemente peggiorativa della qualità della didattica e dell’educazione offerta dal sistema scolastico, e inattuabile per gli alunni minori di 14 anni senza l’aiuto di un adulto. Il Comitato esprime il proprio sconcerto di fronte al fatto che le istituzioni non prevedano ancora alcun piano di messa in sicurezza del sistema scolastico, aumentando i timori di docenti, personale educativo e tecnico-amministrativo.

Nelle scorse settimane il Comitato “La Scuola a Scuola”, sorto per iniziativa di medici, psicologi, docenti e genitori, ha elaborato numerose proposte per la riapertura delle scuole in sicurezza, trovando interlocutori attenti e un dialogo fattivo nelle istituzioni e ai tavoli politici e tecnici locali, regionali e nazionali. Nessuna di queste proposte e riflessioni è rintracciabile nelle dichiarazioni della Ministra Azzolina, fatta eccezione per la parziale apertura a progetti di centri estivi, con l’aver “messo a disposizione, come ministero dell’Istruzione, scuole, palestre e cortili”. Il Comitato “La Scuola a Scuola” contesta questo approccio, che  mortifica non solo il valore del ragionamento politico, ma anche la valenza funzionale dei tavoli tecnico-specialistici convocati e di tutte le proposte che ivi giungono da chi ha le competenze per formularne.

L’inconsistenza e la gravità delle dichiarazioni della Ministra sono apparse evidenti anche dalla sua replica alle critiche trasversali giunte dopo la messa in onda dell’intervista. Azzolina ha infatti parzialmente rettificato, definendo quanto affermato come “alcune sue proposte per la riapertura”, che non sono decisioni già prese o imposte. Ciò rivela come, all’avvio della Fase 2, le linee guida per la progettazione del prossimo anno scolastico non siano affatto chiare neppure nella mente della titolare dell’organo di governo competente in materia di istruzione.

La didattica a distanza, che, secondo la proposta di Azzolina, diventerebbe parte integrante della didattica ordinaria e non più solo risposta emergenziale alla chiusura delle scuole predisposta dal governo nella Fase 1 della lotta a Covid-19, esclude intere fasce d’età (in particolare dagli 0 agli 11 anni), non risponde ai bisogni educativi delle decine di migliaia di studenti con disabilità fisiche o intellettive o con disturbi specifici dell’apprendimento, aumentandone l’isolamento. È una forma didattica non inclusiva, che non solo accresce le disuguaglianze sociali tra studenti, ma peggiora anche le disuguaglianze di genere nelle ricadute che comporta nelle scelte lavorative di milioni di famiglie. A tal proposito vale la pena ricordare quanto già tali disuguaglianze (“più uomini che lavorano che donne”) siano parte di “una situazione su cui dovremmo impegnarci, un punto di debolezza”, come giustamente ha sottolineato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, alla vigilia del riavvio del motore industriale del Paese per la Fase 2.

Nel quadro dell’attuale pandemia, la scuola non può essere la “Cenerentola” delle istituzioni e dei servizi pubblici, ma, al contrario, deve ricevere la massima attenzione e le risorse necessarie per essere il motore della costruzione di nuove modalità di convivenza. La scuolaservizio essenziale, può e deve diventare anche un punto avanzato di sanità pubblica: trattando il personale scolastico come il personale sanitario, avremo la possibilità di individuare molto precocemente eventuali catene di contagio e di intervenire rapidamente. Se i bambini e i ragazzi non saranno a scuola, perderemo un tassello fondamentale nello studio del funzionamento di Covid-19.