In Italia un 15enne su cinque è «analfabeta» in materie finanziarie

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Non capiscono la convenienza finanziaria tra un piano telefonico che include anche il canone fisso mensile e una ricarica prepagata. Oppure non perpepiscono il rischio di fornire i dati della carta di credito a uno sconosciuto. Sono i 15enni che non raggiungono le competenze di base in financial literacy secondo le rilevazioni Pisa presentate il 7 maggio. E che in Italia sono il 20% del campione: 1 su 5, contro uno su 7 degli altri Paesi Ocse. Peraltro senza alcun miglioramento rispetto al passato. Soprattutto tra gli studenti degli istituti tecnici e professionali.

Il ritardo italiano
Le performance dei nostri 15 enni nelle materie finanziarie non si discostano di molto da quelle complessivamente registrate in matematica e lettura. Nonostante un minor numero di Paesi coinvolti (20 anzichè 79) i risultati delle rilevazioni Pisa 2018 in financial literacy collocano i nostri studenti al di sotto della media. Esattamente come nell’indagine triennale Pisa sulle competenze in lettura, matematica e scienze pubblicata a dicembre .
A fronte di una media Ocse di 505 punti l’abilità in financial literacy – che viene definita come la conoscenza e comprensione dei rischi finanziari nonché le competenze, la motivazione e la fiducia per prendere decisioni efficaci nella vita di tutti i giorni – dei nostri ragazzi si ferma a 476. In linea con le precedenti rilevazioni del 2012 e del 2018.
In pratica, un 15enne su 5 non raggiunge il livello base mentre negli altri Paesi Ocse è uno su 7. In una graduatoria che vede in testa l’Estonia, davanti a Finlandia, Canada, Polonia e Australia; a metà classifica gli Usa, il Portogallo e la Lettonia; in coda noi e la Repubblica slovacca.

Il divario Nord-Sud
Come sempre dalla fotografia dei test Pisa – che in Italia sono stati condotti dall’Invalsi su una platea di 9.122 studenti rappresentativi di 500mila alunni di licei, istituti tecnici/professionali e corsi di formazione òprofessionale – emerge un’Italia spaccata in tre. Con il Nord-Ovest e il Nord-Est che vantano risultati più elevati rispetto al Sud e alle Isole e in mezzo il Centro in posizione intermedia.
Dal punto di vista del corso di studi i liceali presentano capacità di lettura finanziaria superiori a quelli degli istituti tecnici e professionali. Basti pensare che nei licei è considerato top performer il 10% de l campione e low performer il 7 percento. Negli istituti professionali e nei centri di formazione professionali le percentuali diventano, rispettivamente, edi 50 e uno.

Le differenze di genere
Tra le peculiarità poco lusinghiere dell’Italia spicca anche un gender gap tra ragazzi e ragazze che nella maggior parte degli altri paesi non si registra. Da noi i 15enni raggiungono punteggi superipri anche di 15 punti (contro i 2 della media Ocse) rispetto alle loro coetanee. E riescono anche a risolvere compiti più complessi in percentuale maggiori. Un gender gap che riguarda soprattutto gli studenti più bravi dei licei e degli istituti tecnici e superiori.

Il ruolo cruciale della famiglia
Una differenza di genere si riscontra anche nel modo in cui ragazzi e ragazze si informano. I primi preferiscono gli amici e le riviste; le seconde puntano su genitori, internet e insegnanti. In un contesto generale che in Italia vede aumentare la competenza finanziaria dei figli al crescere del coinvolgimento dei genitori in argomenti e discussioni del genere. Anche lontani dalla vita di tutti i giorni. E invece solo 6 studenti su 10 parlano (o sentono parlare) del budget familiare almeno una volta al mese mentre il tema “mi servono i soldi per comprare…” è affrontato da ben 9 su 10.