Alberi, pozzanghere, prati: il bosco si fa aula

da Il Sole 24 Ore

di Maria Piera Ceci

Bimbi che giocano nel fango, che sguazzano nelle pozzanghere, che si arrampicano sugli alberi. Che fanno scuola nel bosco. E non siamo nel Nordeuropa, dove per i bambini fare scuola all’aperto è una pratica abituale, anche con dieci gradi sotto zero. Qua siamo in Italia, dove esistono scuole per bambini 3-6 anni che fanno del bosco l’ambiente di apprendimento, mura proprio non ce ne sono. Ne esistono una quindicina di scuole di questo tipo in Italia. Sono private, inserite ovviamente in contesti che lo consentano: una scuola nel bosco a Milano, Roma o in un’altra grande città sarebbe impossibile da realizzare.

Una pratica pedagogica non troppo conosciuta, ma dalla quale possiamo trarre qualche spunto per riportare al più presto i più piccoli a scuola. Un dibattito molto acceso in questo periodo: come riportare i bambini in un contesto educativo, assicurando a tutti un’adeguata sicurezza sanitaria?

Guardando a quello che esiste già, anche all’estero dove molte realtà scolastiche sono già ripartite o non si sono mai interrotte, ma anche guardando alle nostre eccellenze pedagogiche. Nella scorsa puntata del podcast di “Verso il futuro e oltre”, su Radio24.it, abbiamo parlato del Metoto Montessori ( https://bit.ly/3cutujE ), nella puntata di oggi conosciamo meglio le Scuole nel bosco.

«L’educazione all’aperto mette le sue radici nelle scuole del passato. Il Comune di Bologna ne ha festeggiato il centenario lo scorso anno. Le scuole all’aperto infatti nascono per portare i bambini sui colli per ragioni di salute. Oggi considerarla una delle possibilità è importante», spiega Michela Schenetti, docente di Didattica Generale e Metodologia e Didattica dell’attività motoria presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, autrice per la casa editrice Erickson de “La scuola nel bosco” e curatrice dell’edizione italiana di “Sporchiamoci le mani”.

Per Schenetti i benefici per i bambini non sono solo legati alla salute fisica. «Quando stiamo in ambienti naturali aumenta la concentrazione, diminuisce il livello di stress e la conoscenza può basarsi su un’esperienza sensibile che chiama in causa attivamente tutti i nostri sensi. Non possiamo pensare ad una nuova scuola basata solo su spazi chiusi e didattica a distanza».
Ma come funziona esattamente la Scuola nel bosco? «Stiamo sempre fuori, dalle 8 alle 13.30, senza alcuna struttura muraria, con qualsiasi tempo metereologico, tranne in presenza di situazioni di emergenza», ci racconta Serena Olivieri, pedagogista di Canale Scuola, che è una cooperativa di Bolzano che gestisce le realtà di educazione all’aperto. In questo momento esistono una quindicina di Scuole nel bosco: in Trentino- Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia.

«Il nostro approccio educativo può essere trasferito anche nel giardino di una scuola materna, ma il rischio è che banalmente si porti all’aperto il metodo educativo da sempre seguito al chiuso», mette in guardia Olivieri. Un po’ come è successo per le scuole dei più grandi, con i docenti che nella maggior parte di casi hanno trasferito su didattica a distanza la stessa didattica utilizzata in presenza, senza cambiare il modo di insegnare.