Sondaggio: la didattica a distanza non piace alla gran parte degli studenti

da la Repubblica

ROMA – C’è poco da fare, frequentare la scuola via web è una modalità che non ha conquistato gli studenti italiani: non piace al 54% di loro, la maggioranza. Un terzo dichiara che è più faticoso concentrarsi durante le lezioni e il 15% circa dichiara che la possibilità di poter utilizzare computer e smartphone diventa una tentazione per fare altro durante le lezioni. Agli studenti manca la presenza fisica a scuola e anche il contatto con i compagni. Sono i risultati dello studio “Giovani e quarantena” promosso dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, Gap, Cyberbullismo) in collaborazione con Skuola.net, su 9 mila studenti tra gli 11 e 20 anni evidenzia gli effetti del lockdown sui giovanissimi e raccolti oggi da Cittadinanzattiva.

Lo studio evidenzia che a incidere sullo stato psico fisico dei ragazzi è stato, in primis, un cambio nel ritmo del sonno. L’80% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di aver cambiato i propri ritmi sonno/veglia e circa la metà dichiara di subire risvegli notturni. Cambiano anche le abitudini alimentari dei giovani e circa la metà degli intervistati dichiara di mangiare di più (e a qualsiasi orario).

Negli ultimi due mesi, pur partendo da basi già elevate, è letteralmente lievitato il numero di ore che i ragazzi hanno passato online: il 25% dice di essere stato sempre connesso (per capire meglio l’importanza del dato basti pensare che in una precedente rilevazione sul tema, datata gennaio 2020, gli “iperconnessi” erano appena il 7%). La fetta più consistente (54%), però, continua a essere quella che ha trascorso online tra le 5 e le 10 ore al giorno (anche qui l’aumento in poche settimane è stato notevole, più che raddoppiato: a gennaio erano il 23%). Questi dati arrivano invece da una ricerca svolta da Università di Firenze insieme a Skuola.net per conto di Generazioni Connesse, sotto il coordinamento del ministero dell’Istruzione su 5.308 giovani fra i 14 e i 20 anni. La maggior parte del tempo è stata assorbita dalle attività di didattica a distanza: il 24% è rimasto connesso con la scuola in media 3 ore al giorno, il 26% si è assestato sulle 4 ore, il 20% sulle 5 ore, il 18% è andato anche oltre.