Protocollo CEI-Governo italiano

Protocollo CEI-Governo italiano: protesta della FISH

Severa la presa di posizione della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap sul protocollo sottoscritto in questi giorni tra il Governo Italiano e la Conferenza Episcopale Italiana per “la ripresa delle celebrazioni con il popolo” nella cosiddetta Fase 2. Una protesta spiccatamente etica e propria della cultura dell’inclusione quella della FISH che in una nota al Presidente del Consiglio ma anche al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha chiesto l’abrogazione di uno specifico passaggio.

Ben lo spiega nella missiva Vincenzo Falabella, Presidente della FISH: “la lettura del protocollo ha (…) suscitato in noi grande sorpresa e sconcerto per il contenuto della norma riguardante le persone con disabilità. Ci riferiamo al punto 1.8 del protocollo che così testualmente recita: ‘Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente’. Parlare di ‘luoghi appositi’ per le persone con disabilità significa tornare indietro di almeno mezzo secolo rispetto agli importanti passi in avanti compiuti dal nostro Paese per l’inclusione delle persone con disabilità. Appartiene infatti a un passato ormai lontano l’idea di prevedere, per le persone con disabilità, ‘ambienti separati’, ‘percorsi speciali’ e ‘luoghi appositi’. (…). Ogni norma o misura riguardante le persone con disabilità deve così tendere a garantire le pari opportunità, evitando sia privilegi sia soluzioni ghettizzanti. Tale è, invece, quella prevista dal punto 1.8 del protocollo: il ‘luogo apposito’ è una discriminazione che esclude palesemente le persone con disabilità dal resto della comunità dei fedeli. Discriminazione inoltre che non viene giustamente espressa in nessuno dei protocolli concernenti le altre confessioni religione.”

Sulla base di queste considerazione ed altre compiute argomentazioni che si possono leggere nella lettera pubblicata nel sito ufficiale della FISH, la Federazione ha chiesto al Governo Italiano e alla Conferenza Episcopale Italiana che sia abrogato l’articolo 1.8 del Protocollo e che nel frattempo sia emanata una circolare di chiarimento.